10 maggio 2012

La tassa di soggiorno uccide il turismo, fate come Cattolica.

IL CASO DI CATTOLICA - A Cattolica, per evitare di tassare i propri clienti con l’imposta di soggiorno, le categorie del settore turistico, albergatori, bagnini, chioschisti e pescatori hanno versato un contributo volontario al Comune. «Ci siamo autotassati», spiega il presidente dei chioschisti di Cattolica, «perché quelli del cliente sono soldi che rimangono comunque nella nostra città». In totale sono stati raccolti da tutte le categorie 450mila euro. L’accordo, nessuna imposta per il turista in cambio dell’autotassazione, è stato stipulato con il comune di Cattolica e il sindaco Piero Cecchini spiega che: «Il ricavato sarà investito nella promozione di eventi culturali, nella manutenzione dell’arredo urbano e nel recupero dei beni ambientali». LA TASSA DI SOGGIORNO - Con la legge sul federalismo fiscale viene data facoltà ai comuni di applicare la tassa di soggiorno, un'imposta che va dai 50 centesimi ai 5 euro a notte per chi alloggia fuori dalla propria città di residenza. La tassa viene presentata e pagata all’interno delle strutture ricettive: alberghi, villaggi turistici, agriturismi, affittacamere, ostelli, campeggi, etc. Gli introiti vanno nelle casse dei rispettivi Comuni, ma gli operatori turistici svolgono così il ruolo di sostituto di imposta anche a danno della propria immagine. L'APPLICAZIONE A MACCHIA DI LEOPARDO - Con la tassa al cliente vengono colpiti indirettamente coloro che operano nel settore, creando maggiore concorrenza tra chi è costretto dal proprio comune ad applicarla e chi no. Ed è proprio questo il caos che si è creato nel settore: l’applicazione a macchia di leopardo. Roma, Firenze e Venezia sono state le prime città ad introdurre l’imposta. Con l’arrivo dell’estate molte località a vocazione turistica, come Senigallia, Capri, Otranto, hanno deciso di applicarla; altre, invece, come le città lungo la riviera romagnola, hanno fatto in modo che almeno per quest’anno non venisse imposta. Alcuni tour operator hanno già concordato o venduto i soggiorni a prezzi che ora con la nuova tassa cambieranno. Una situazione molto frastagliata dovuta «alla mancanza di un regolamento nazionale che ha dato ai comuni facoltà di fare quello che ritenevano più utile per risanare il proprio bilancio», afferma Alessandro Giorgetti, Presidente di Federalberghi Emilia Romagna. Ogni comune, infatti, può stabilire il proprio regolamento municipale, le esenzioni e le tariffe per notte. IL DECRETO SULLA TASSA DI SOGGIORNO - Le risorse economiche derivanti dall’imposta, secondo il decreto stesso, devono essere investite per incentivare il turismo. Massimo Feruzzi, amministratore dell’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno, afferma che: «Sono troppi i Comuni che non utilizzeranno gli introiti della tassa di soggiorno per finalità turistiche. Ci sono comuni che propongono di destinare l’imposta alla creazione di nuovi enti, altri pensano alla spesa corrente; c’è chi ha pensato persino a “mantenere” in seno alla stessa Amministrazione quote degli introiti della tassa di soggiorno per la gestione della medesima. Dopo il danno, anche la beffa».
Fonte: Corsera

02 maggio 2012

Quando la donazione divanta Social

MILANO - «Impegnato», «uomo», «donatore di organi»: Facebook ha lanciato la nuova opzione «Organ Donor» che lo stesso fondatore Mark Zuckerberg descrive come una novità «che può salvare migliaia di vite umane». Da oggi, infatti, tutti gli utenti potranno scrivere sul loro diario, alla voce «Avvenimento importante», se sono o meno donatori di organi (o perlomeno indicare la loro volontà di donare gli organi) ed informare così gli amici della decisione presa. In questo modo possono automaticamente accedere ai link dei registri dei donatori e iscriversi immediatamente. La funzione è al momento disponibile solo per gli iscritti al social network negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Fra qualche mese, però, verrà estesa anche ad altri Paesi. DONAZIONE SOCIAL - Facebook vuole i tuoi organi? Non è proprio così. Ciononostante, d’ora in poi la donazione diventa «social». Il più grande network sociale del mondo - che recentemente ha superato i 900 milioni di iscritti - spera così di incentivare altri iscritti a diventare donatori di organi. Questi potranno infatti aggiungere l'informazione al profilo e ciò permetterà di aiutare chi è in cerca di un organo. «È un modo per contribuire a risolvere il grande problema della donazione degli organi», ha spiegato il 27enne Zuckerberg in un’intervista rilasciata al programma della Abc, Good Morning America. LA FIDANZATA - L’ispirazione, ha proseguito il fondatore e amministratore delegato, è nata parlando con la fidanzata Priscilla Chan (studentessa di medicina), ma anche grazie all’amicizia con Steve Jobs che, ricordiamo, si era sottoposto a trapianto di fegato prima di morire lo scorso anno. Come funziona il nuovo servizio? Molto semplice. Come spiega il sito Mashable, nella sezione «Live Event» (Avvenimento importante) è stata aggiunta una nuova voce all’interno della categoria «Salute e benessere», appunto: «Donatore di organi». GIORNATA STORICA - Dalle pagine online del New York Times intervengono due esperti di trapianti che si dicono molto fiduciosi sul successo della campagna di Facebook. «Questo è una giornata storica», dice Andrew M. Cameron, responsabile dei trapianti d’organi dell’ospedale Johns Hopkins di Baltimora nel Maryland. Negli Usa (che contano 161 milioni di utenti su Facebook), sono meno della metà i cittadini registrati nelle liste dei donatori; ogni anno muoiono circa 7000 persone proprio a causa della mancanza di organi da trapiantare. Buona giornata Roberto Fonte corsera