27 novembre 2009

Riccione stà "Morendo"


Riccione è sempre stata nell'immaginario degli Italiani la città del divertimento e la "perla verde" ha assolutamente avallato la cultura dei locali da ballo sulla collina, i bar e i chioschi in estate aperti 24 ore su 24. Da Riccione nasceva la nuova cultura dell'accoglienza, Ricordo la Riccione di Luca Carboni in cabrio quando ancora Viale Ceccarini Mare era aperta al traffico, ma anche la Riccione degli Abatantuono, di Linus, di Martina Colombari, di Claudio Cecchetto, ma anche quella della storia legata al Dancing Savioli e delle star degli anni 60 che facevano a gara per essere li e cantare su quel palco. Ricordo la Riccione dell'amore con le donne "nordiche" che scendevano a passare l'estate sulla spiaggia. Ricordo una Riccione attiva, sempre avanti nelle mode e nelle tendenze, ricordo il primo anno in cui alle case di viale Ceccarini vennero applicate coccarde rosse trasformandoli in pacchi di Natale Giganteschi. In tutti questi anni in un angolo recondito c'era anche la cultura e gli spazi per la stessa, come villa Lodi Fè, un recupero straordinario in centro città, ma qualcosa non andava, ad un certo punto l'arenile non si è rinnovato, gli operatori del turismo si sono messi seduti campando di rendita e cosi il popolo della notte se n'è andato a Milano Marittima, città che architettonicamente si è rifatta un bel lifting e ha scommesso su quel turismo e non solo. E Riccione da capitale del turismo, dell'innovazione, della creatività si blocca al palo, non fanno granchè nemmeno in comune per cercare di far vivere questa città che stà per spegnersi come le città a vocazione solamente turistica. Quelle città che vivono tre mesi a l'anno di un turismo sempre piu' scadente nonostante ci siano iniziative lodevoli come i "bike Hotel", ma le iniziative sono poche e Riccione continuamente a morire, l'ultimo colpo dopo il tracollo del commercio per la crisi economica e la multisala cherischia di essere irrimediabilmente chiusa. Una Multisala in centro città, cosa rara ma sicuramente viatico di movimnenti culturali, ma il costo elevato degli affitti degli spazi intorno alla struttura non vanno per cui si pensa alla chiusura e riconversione magari in un bel residence..che scandalo. Una città splendida fatta da gente straordinaria che stà morendo lentamente culturalmente e non solo la sua immagine non è appannata, ma ha bisogno di un nuovo "restauro" che sappia far convicere cultura e turismo facendone un valore aggiunto, non è piu' tempo di Piazzale Roma, in tv, ma di una città che investa in idee nuove e in un immagine un po' piu' adulta e a misura di chi la vive nella quotidianità, costratto a migrare nelle città vicine per il teatro e le rassegne di ogni tipo.
Buona Giornata
Rob

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sai Roberto, non è solo Riccione, ma è tutta la Romagna il mito che si va sgretolando! E' troppo riduttivo incolpare i Comuni o gli enti locali in genere preposti all'amministrazione dei luoghi citati, io darei uno sguardo anche al contesto, alle persone, agli stati d'animo di chi vive questi luoghi, e alla vita che cambia per tutti. Non vorrei essere troppo devastante, ma sono anche le generazioni che cambiano, e assumono diversi atteggiamenti, diverso modo di aggregazione, diverso spirito di divertimento e di accoglienza. Non abbiamo più soltanto famiglie imprenditrici che gestiscono le strutture di accoglienza, ma abbiamo giovani che hanno studiato e che si laureano in scienza della comunicazione, a gestire le strutture. E'cambiata la mentalità, adesso abbiamo i manager. Ho la sensazione che molto sia cambiato in questo senso. Da bambina, frequentavo la Romagna in vacanza con altri bambini delle colonie di Igea Marina, oppure con i miei genitori o con mia nonna e i miei cugini. Crescendo ho mantenuto vivo il ricordo di questa terra, ed ho continuato a venire in vacanza con le mie amiche. Mi sono sposata e ho fatto un figlio, ed anche con lui venivo in vacanza fra Rimini Riccione e Cattolica. Mi sono separata, purtroppo, ed ho continuato a gestire le mie vacanze estive con amiche e amici in questa terra. Oggi ho quasi 40 anni. Ho finito da pochi mesi le mie vacanze estive a Riccione, 1 mese e mezzo di vacanza(sono insegnante e per una serie fortuita di situazioni, faccio parte di quella fortunata categoria che può fruire di periodi di vacanza abbastanza cospicui), però noto una differenza abissale anche nell'accoglienza. E' venuta meno la Romagnolità VERACE, per dare spazio ad un sistema di Marketing che tutto fagocita e sciupa a livello rapporti interpersonali.
Riesce difficile crearsi amici se non fai parte di un social network, riesce difficile far credere a qualcuno che un gesto di simpatia, come lo può essere un sorriso, è del tutto gratuito, senza che chi lo riceve stia a elucubrare sul significato di quel gesto. Cos'è? niente, è solo amicizia!
Ma non eravate voi i Romagnoli per eccellenza quelli che il sorriso lo rendevano contagioso a ogni persona in sosta, in vacanza o di passaggio? EBBENE, NON è PIU' COSI' e credo varrebbe la pena di interrogarsi. La vita è dura per tutti in questi tempi, ma chi gestisce l'accoglienza non può permettersi di manifestare i propri cedimenti.Deve continuare a sorridere, deve allungare una mano per un ballo di coppia, deve mettere le persone che si fermano qua magari con qualche sogno nel cassetto, in condizioni di realizzare quel breve sogno.
Si fanno solo dei gran calderoni per attirare milioni di persone (vedi la notte rosa) o altre analoghe iniziative, e non si fa nulla a livello umano per far sì che il breve sogno si realizzi. Siamo in tanti e siamo in milioni lì aRiccione fra luglio e agosto, ma siamo tanto soli. sono tanto sola in mezzo a tanta gente.
ciao spero di essermi spiegata bene.