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15 marzo 2011
E con gli shopper come la mettiamo ?
Alla fine qualcosa doveva accadere, dovevano sparire ma non sono proprio sparite.
Gli shopper compaiono infatti nell'ordine del giorno del Consiglio dei ministri dell'Ambiente europei, ed e' lecito aspettarsi che l'esperienza italiana, con il bando partito lo scorso gennaio e il conseguente esposto alla Commissione Ue dei produttori, sara' fra quelle piu' discusse.
L'iniziativa di inserire questo punto nell'agenda della riunione alla voce 'varie ed eventuali', che non comporta quindi la possibilita' di prendere decisioni, e' stata avanzata dai rappresentanti austriaci: ''Invitiamo la Commissione Europea ad analizzare le leggi esistenti negli stati membri - si legge nel documento con la richiesta - e a valutare eventuali misure per introdurre possibili alternative ai sacchetti di plastica''.
Il bando italiano dal 1/o gennaio scorso per le buste di plastica tradizionale a favore di materiale biodegradabile, ha suscitato la reazione dei produttori, che si e' formalizzata in un ricorso da parte della EuPC (European Plastics Converters), la federazione europea delle aziende trasformatrici di materie plastiche, appoggiata e spronata dalla italiana Unionplast, secondo cui sarebbe violata la direttiva europea sugli imballaggi. Il governo ha comunque gia' pronte le contromisure: ''La legge attuale - ha precisato nei giorni scorsi il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo - e' stata contestata in sede comunitaria in quanto non e' stata notificata agli altri paesi membri. Presenteremo all'Unione Europea una nuova legge che non prevedera' tuttavia alcuna sospensiva della norma in atto''.
Ad aiutare la posizione italiana e' stato presentato pochi giorni fa un dossier elaborato da Legambiente, che ha evidenziato come nel Mediterraneo galleggi una vera e propria 'isola di plastica' da 500 tonnellate, di cui i sacchetti sono una parte preponderante. Secondo altri studi in Europa ogni anno ne vengono utilizzati circa 100 miliardi e prima del bando il 25% veniva dagli italiani.
Il pericolo per l'ambiente e' ben conosciuto: un sacchetto resta infatti nell'ambiente anche per secoli, da un minimo di 15 anni a un massimo di 1000 anni secondo l'Agenzia Europea per l' Ambiente, e a farne le spese sono soprattutto gli animali. Di 115 specie di mammiferi marini 49 sono a rischio intrappolamento o ingestione di rifiuti marini, e sacchetti ingeriti sono stati trovati in elefanti marini, delfini, capodogli, lamantini.
Nelle tartarughe il sacchetto di plastica, scambiato per una medusa, provoca il blocco del tratto digestivo e il conseguente soffocamento. Di 312 specie di uccelli marini, 111 sono note per aver ingerito rifiuti plastici. Tra i 700.000 e un milione di uccelli marini rimangono ogni anno uccisi per soffocamento o intrappolamento.
Alla fine ce la faremo a cambiare qualcosa ?
Buona Giornata
Roberto
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