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06 ottobre 2011
Anche le pause hanno un prezzo
Una pausa per una sigaretta, un caffè alla macchinetta o al bar sotto l'ufficio: impossibile rinunciare a un momento in cui scambiare due parole con il vicino di scrivania: le chiacchiere da ufficio costano care, anzi carissime alle aziende. Il conto per i datori di lavoro italiani potrebbe arrivare a toccare gli 83 milioni di euro. E altrove in Europa va ancora peggio.
A renderlo noto è un sondaggio internazionale realizzato da 'lastminute.com' su 10 mila viaggiatori appartenenti a 9 diversi Paesi europei (Inghilterra, Irlanda, Francia, Germania, Spagna, Italia, Svezia, Danimarca e Norvegia), che mostra, numeri alla mano, quanto incidono le conversazioni extra-lavoro sui costi per le aziende. Il sondaggio ha preso in esame, in particolare, un momento "caldo" come quello del ritorno dalle ferie, in cui le vacanze appena concluse offrono ricco materiale di conversazione a chi lavora. Tra gli abitanti del Vecchio Continente, i più chiacchieroni sono gli irlandesi, seguiti da tedeschi e svedesi. Gli italiani chiudono la classifica, risultando i meno ciarlieri al rientro dalla villeggiatura.
Nonostante le possibilità offerte da e-mail, SMS e social network, gli italiani continuano a preferire la conversazione face-to-face per raccontare le proprie vacanze: lo si fa a cena (65%) o durante un'uscita con gli amici (38%), mentre il 19% non resiste al fascino della cartolina. Se ne parla, ovviamente, anche sul posto di lavoro, un passatempo in apparenza innocuo che sembra attenuare lo stress da rientro, ma alla quale vengono dedicati 21 minuti in media, per un costo che arriva a sfiorare gli 83 milioni di euro per le aziende italiane.
Gli irlandesi sono invece gli europei più chiacchieroni sul luogo di lavoro, con ben 26 minuti in media passati a scambiare racconti di viaggio con i colleghi. Sorprendentemente al secondo e al terzo posto della classifica troviamo tedeschi (25 minuti) e svedesi (23 minuti), solitamente poco noti per la loro loquacità. Gli italiani sfatano il luogo comune che li vede tra i più comunicativi piazzandosi al quinto posto, ex-aequo con i danesi, con 21 minuti in media di conversazione sulle vacanze appena trascorse.
Riguardo alle storie di viaggio che si raccontano più volentieri, gli europei preferiscono riportare aneddoti divertenti (49%), come essersi smarriti o dialoghi in lingue straniere improvvisate, mentre gli italiani hanno una predilezione per le storie d'amore nate in vacanza (23%, la percentuale più alta in Europa) o per i racconti che li vedono in compagnia di persone incontrate durante il viaggio (36%)
Buona Pausa
Roberto
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