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07 ottobre 2011
E poi ti chiedi perche' sempre a noi ?
I recenti sacrifici imposti dalla congiuntura economica sfavorevole hanno alimentato ulteriormente il dibattito sui costi della politica. Da una parte c'è chi considera troppo alti gli stipendi dei nostri rappresentanti, dall'altra si fa notare come siano inferiori alle retribuzioni dei manager pubblici e privati.
Andrea Garnero, dottorando di ricerca presso la Paris School of Economics e l'Université Libre di Bruxelles, ha pubblicato su Lavoce.info un'analisi in cui si evidenzia come le indennità dei presidenti e dei consiglieri delle nostre Regioni "non sembrano legate ai risultati economici del territorio in termini di Pil pro capite, disoccupazione e occupazione". Emerge, invece, una relazione negativa tra la remunerazione dei politici locali, il benessere e la composizione del mercato del lavoro.
Tuttavia in Italia non c'è una tendenza omogenea, poiché retribuzioni e rimborsi variano, e di molto, a seconda della Regione. La Lombardia si colloca al primo posto di questa particolare classifica: ogni consigliere usufruisce di un totale di 12.523 euro al mese. Subito dietro la Sardegna, con compensi che si attestano a circa 11.500 euro. Poi Veneto e Puglia, con rispettivamente 10.800 euro e 10.400 euro. L'Emilia Romagna si caratterizza invece come la più virtuosa, dato che i suoi rappresentanti si "accontentano" di 5.666 euro al mese. Cifre contenute anche per Abruzzo e Umbria, con 6.000 e 6500 euro.
I n studi precedenti, lavoce.info aveva evidenziato che c'è una relazione positiva tra lo stipendio dei politici dei vari Paesi europei e il benessere economico dei cittadini. L'Italia, invece, si discosta da questa tendenza e costituisce un'anomalia nel panorama continentale. In primo luogo, l'analisi di Garnero mostra infatti che nel nostro Paese esiste una relazione negativa tra il Pil pro capite degli italiani e le remunerazioni dei consiglieri regionali.
Un altro dato eloquente è quello che indica come le aree italiane con un tasso di disoccupazione più elevato vedono anche i loro rappresentanti locali pagati meglio. Se poi si fa riferimento all'indennità percepita dal presidente della Regione, "la relazione negativa tra remunerazione e benessere è ancora più forte". Quest'ultimo indicatore certifica che Puglia, Sardegna e Sicilia rivelano la situazione peggiore, in quanto presentano una quantità consistente di persone fuori dal mercato del lavoro e stipendi notevoli per i loro dirigenti politici.
Il trend negativo che caratterizza il Meridione risalta ancor di più se si prendono in considerazione le cinque Regioni a statuto speciale, cioè quelle che hanno più competenze e in cui ci si potrebbe attendere un guadagno maggiore per consiglieri e presidenti a causa del più elevato carico di lavoro. Lo studio evidenzia invece che "Sicilia e Sardegna hanno, effettivamente, indennità di carica particolarmente alte, mentre al contrario il Trentino-Alto Adige, la Valle d'Aosta e il Friuli Venezia Giulia hanno indennità inferiori alla media italiana. A più poteri non corrisponde quindi una maggiore remunerazione".
Nel complesso, emerge un elemento preponderante che, soprattutto in questa fase di profonda crisi economica, rappresenta un importante campanello d'allarme: i nostri politici locali non sono retribuiti sulla base di un criterio meritocratico che tenga conto dell'andamento dei territori amministrati. Si tratta di un problema che si manifesta in maniera ancor più evidente nel Sud, dove i dirigenti ricevono lauti stipendi nonostante il benessere e il tasso di occupazione della popolazione si mantenga sempre su livelli bassi.
Buona Giornata
Roberto
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