13 ottobre 2011

Problemi veri...paliativi come soluzione.

In un momento in cui dovremmo correre e non oltre i limiti di velocità per fare qualcosa di concreto contro il "mal d'aria" di cui soffrono le nostre città, ad esempio provvedere immediatamente all'eliminazione degli impianti di riscaldamento condominiali non ancora a gas, e ce ne sono tantissimi specie nei grandi centri urbani. Ecco una novità: Sui campi italiani ci sono 18 milioni di tonnellate all'anno di scarti della produzione agricola che potrebbero essere convertiti in bioetanolo di seconda generazione. Si parla di 4,5 milioni di tonnellate sul totale dei 10 milioni di benzina consumata annualmente nel Paese. Il dato emerge dalla giornata nazionale del bioetanolo organizzata dal gruppo Mossi & Ghisolfi, in collaborazione con l'universita' di Firenze e Veronafiere nell'ambito del XIX simposio internazionale dello sviluppo del biofuel. I biocarburanti di seconda generazione utilizzano biomassa ottenuta da materie prime che non entrano nel ciclo alimentare. Nell'estate del 2012 a Crescentino (Vercelli) entrera' in funzione il primo impianto al mondo di bioetanolo di seconda generazione, che usera' come materia prima la paglia di scarto e la canna di fosso. Come carburante pulito, il bioetanolo all'interno dell'Unione europea rappresenta il 15% del mercato, il cui valore complessivamente supera i 5 miliardi di euro. Secondo le stime dello scorso luglio fatte da EurObserver, le vendite in Ue di biocarburanti sono passate da 1,7 milioni di tonnellate di petrolio equivalente del 2009 a 13,9 milioni. La cifra corrisponde al 2,6% del consumo europeo di benzina e gasolio, a fronte dell'obiettivo, posto dall'Ue, di arrivare al 10% nel 2020. E andiamo avanti con calma e partendo dalla coda del problema e non dall'inizio. Buona Giornata Roberto

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