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10 ottobre 2011
Invece di pensare: "potrebbe andare peggio !", guardiamo al meglio.
In ogni Paese, la crescita o la riduzione dell'occupazione è determinata da diversi fattori tra cui l'andamento dell'economia, la domanda complessiva di beni e servizi, le leggi che disciplinano l'attività lavorativa, lo stato di salute dei conti pubblici, l'attivismo delle imprese operanti sul mercato, la facilità di accesso alle professioni, le norme sulle pensioni e i costi del lavoro. Questi ultimi sono tra gli elementi che incidono di più sulle possibilità che hanno i lavoratori di trovare un impiego. Nella busta paga mensile di un dipendente, come è noto, oltre alla retribuzione netta, figurano anche le trattenute fiscali e previdenziali, nonché altre voci a carico dell'azienda che cambiano a seconda delle situazioni. In più, ogni datore di lavoro ha l'obbligo di versare il Tfr (trattamento di fine rapporto) al lavoratore quando quest'ultimo interrompe la collaborazione con chi lo ha assunto. Prima di assumere nuova forza lavoro, quindi, ogni impresa deve prendere in considerazione l'entità dei costi che deve sostenere. E in parecchi casi, soprattutto in Europa, tali costi sono molto elevati.
Rispetto agli altri, infatti, l'Europa è il continente che nella media "vanta" i salari lordi, e quindi i costi del lavoro, più alti. Quali sono i Paesi europei in cui il lavoro costa di più? Ecco una classifica degli Stati del Vecchio Continente (anche non appartenenti all'Ue) con gli stipendi lordi più elevati. I dati, relativi all'anno 2009 (ultima rilevazione disponibile), sono quelli, espressi in dollari americani, della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite (UNECE) e della Commissione statistica dell'Onu (UNSD). E per mettere in risalto le differenze, per ogni Stato è menzionato anche il Pil pro capite, un indicatore che misura il livello di benessere di un Paese.
Al primo posto della graduatoria dei Paesi in cui il lavoro ha i costi più elevati c'è la Svizzera, dove la retribuzione lorda mensile è di 6.407 dollari [guarda il cambio in euro], a fronte di un Pil pro capite annuo pari a 65.003 dollari [guarda il cambio in euro].
In seconda posizione c'è un Paese membro dell'Unione europea: la Danimarca. Qui, le buste paga dei lavoratori, al lordo delle trattenute, sono in media di 5.970 dollari al mese [guarda il cambio in euro]. Il Prodotto interno lordo pro capite è invece pari a 56.687 dollari [guarda il cambio in euro]
Sul terzo gradino del podio c'è il piccolo e ricco Lussemburgo, in cui i lavoratori percepiscono in media uno stipendio lordo di 5.864 dollari [guarda il cambio in euro] al mese. In questo caso, anche in virtù del numero degli abitanti, il reddito pro capite è molto più elevato di quello dei primi due Paesi della classifica: 108.706 dollari [guarda il cambio in euro].
Costi del lavoro elevati anche in Norvegia (4° posto), Paese extracomunitario che però intrattiene numerose relazioni economiche con i membri dell'Ue. I datori di lavoro norvegesi pagano mediamente 5.632 dollari [guarda il cambio in euro] al mese per ogni dipendente. Ma a giudicare dal dato del Pil pro capite annuo, 78.674 dollari [guarda il cambio in euro], nel Paese scandinavo anche il livello medio delle retribuzioni nette è molto elevato.
Chiude la top five l'Irlanda (5° posto), dove la paga mensile lorda di un lavoratore è in media di 5.423 dollari [guarda il cambio in euro] e il reddito medio è di 49.115 dollari [guarda il cambio in euro] annui. In questo caso però va precisato che la situazione potrebbe essere cambiata nettamente rispetto all'anno di riferimento, che come detto è il 2009. L'ex Tigre Celtica, ormai a pieno titolo tra i "Pigs" (Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna), è infatti uno dei Paesi più colpiti dalla crisi globale e il suo debito pubblico si è più che triplicato in pochi anni, superando il rapporto del 100% rispetto al Pil.
Come si può notare, tra i primi cinque Paesi in cui il lavoro costa di più non sono presenti le maggiori economie europee. Per trovare la prima "big" bisogna scendere alla decima posizione della classifica, occupata dalla Francia. Oltralpe, i salari lordi ammontano in media a 4.001 dollari [guarda il cambio in euro] al mese, in rapporto a un reddito pro capite pari a 41.226 dollari [guarda il cambio in euro] all'anno.
Subito dopo la Francia, troviamo il Regno Unito (11° posto). Tra Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord, imprese e enti pubblici sborsano in media 3.930 dollari al mese [guarda il cambio in euro] per la retribuzione dei loro dipendenti al lordo delle trattenute. Rispetto ai "rivali" transalpini, anche il Pil pro capite è più basso e ammonta a 35.239 dollari [guarda il cambio in euro] annui.
La prima economia europea, la Germania, si trova al dodicesimo posto della graduatoria. In proporzione al reddito pro capite, piuttosto elevato, 40.528 dollari [guarda il cambio in euro] annui, il costo del lavoro è relativamente basso: ogni dipendente percepisce in media uno stipendio lordo di 3.703 dollari [guarda il cambio in euro] al mese.
E l'Italia? In base ai dati dell'Onu rilevati nel 2009, il nostro Paese occupa la quindicesima posizione della classifica. I salari lordi sono in media di 3.200 dollari [guarda il cambio in euro] dollari al mese, che al cambio attuale significa circa 2.400 euro. I costi del lavoro sono quindi inferiori rispetto agli altri Paesi più industrializzati d'Europa. Ma il dato sul reddito pro capite annuo, pari a 35.289 dollari [guarda il cambio in euro], circa 26mila euro, fa capire che, in relazione agli altri Stati menzionati, anche la retribuzione netta è più bassa. In proporzione, quindi, i costi che le imprese italiane devono sostenere per pagare i dipendenti sono alquanto elevati.
Buona Giornata
Roberto
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