05 ottobre 2011

La nuova Frontiera dei viaggi.

Prima, si andava a Budapest, Bucarest o Zagabria. Tre anni dopo, le nuove mete sono Cracovia e Tirana. Cambiano i luoghi, ma non la sostanza: in Italia andare dal dentista costa troppo. Complici le offerte delle compagnie low cost, il «turismo dentale» continua a fare proseliti tra gli italiani che, tra manovre, inflazione e crisi del debito, non riescono ad affrontare esose visite odontoiatriche. Quindi meglio andare dove le offerte sono decisamente a buon mercato — si paga dal 40 al 60% in meno — fuori dai confini nazionali. In genere, il pacchetto offerto dalla pletora di siti d'intermediazione che sono nati in questi anni è tutto compreso: volo low cost, soggiorno in hotel o appartamento (in molti casi gratuito) e tour guidato della città. Tutto convenzionato e studiato in modo da alleviare il peso della visita medica. Sugli interventi più complessi, l'esempio classico è quello delle protesi o degli impianti dentali, si risparmia fino al 50%, vitto e alloggio compreso. Il turismo dentale non è una novità. Da due decenni, schiere di veneti e friulani varcano il confine di Stato per curare il mal di denti a Fiume, Umago o Zagabria, approfittando della vicinanza geografica e del minor potere d'acquisto delle kune croate, sulla lira prima, e sull'euro poi. Nel 2008, giornali e tv avevano acceso i riflettori sulla Dental Group, società che organizza viaggi a Sopron, cittadina al confine tra Austria e Ungheria, presso il Rosengarten Hotel, struttura alberghiera che ospita una clinica odontoiatrica. Un successo, quello dei dentisti magiari, che ha spinto imprenditori e intermediatori vari, italiani e non, a gettarsi a capofitto nel business. «Ritorna al tuo Paese con un bel sorriso e un bel risparmio!» è lo slogan di Dental Adriatic, il policlinico dentistico di Umago, cittadina ad appena 35 km da Trieste, 130 km da Udine e 300 da Verona, che offre sconti per comitive e famiglie. «Il turismo dentale non è mai diventato un fenomeno di massa. Si va avanti con il passaparola, arrivano solitamente amici o parenti di persone che sono già state in Croazia o Ungheria. In Croazia vanno tantissimo i veneti, mentre a Budapest i lombardi o i piemontesi. I vantaggi sono indubbiamente nei costi e nella vicinanza geografica, soprattutto per gli interventi complessi, che richiedono più di un viaggio», racconta a Linkiesta Attila Kiss, ungherese, pioniere del turismo dentale in Italia e titolare di Holident, un sito nato quattro anni fa che si occupa di intermediazione tra Italia e Ungheria. «Ci chiamano molte persone — continua Kiss - ma scartiamo la maggior parte delle richieste perché non ha senso che vadano fino a Budapest per una semplice igiene dentale, quindi parte del nostro flusso la giriamo ai dottori italiani convenzionati con noi». La sfida principale, per chi offre un dentista da oltrecortina, è conquistare la fiducia del cliente italiano. Ingrediente base è un sito curato, con la presentazione dello staff e i relativi titoli di studio, le tariffe, ovviamente comparate con l'Italia, e le informazioni "logistiche". Due esempi: Dentistinalbania.com e Dentistipolonia.it. Quest'ultimo, che ha un calcolatore automatico del preventivo e del confronto con i prezzi italiani a seconda dell'intervento richiesto, fornisce addirittura un cd di dubbio gusto dell'intervento realizzato, come "prova" della qualità del lavoro. «Effettivamente non è il massimo del buon gusto, ma lo hanno chiesto loro, come dimostrazione di trasparenza», ci racconta Diego Bellini, che da otto anni vive a Cracovia e dopo un delicato intervento ai denti, andato a buon fine, un anno e mezzo fa ha deciso di lanciare il servizio in Polonia. «Abbiamo 200 contatti al mese, ma finora sono venute da noi una decina di persone», racconta Bellini. «L'importante è dimostrare al paziente la qualità e la professionalità, noi usiamo impianti di una marca americana che ha sede a Vicenza, e la scuola odontoiatrica polacca non ha niente da invidiare a quella italiana», spiega. «Prima di mettere in piedi tutto questo ho girato 60 cliniche, non sono andato dal primo che capitava. Qui costa meno semplicemente perché a Cracovia lo stipendio medio è di 450 euro al mese. Il mio ultimo cliente era un signore di Torino, che ha fatto un impianto spendendo 1.000 euro invece che 2.200. Io offro anche alloggi, ho una convenzione con un amico che gestisce il sito appartamenticracovia.com, e gite turistiche in una città che non ha nulla da invidiare alle altre capitali europee». Il meccanismo è semplice: la prima visita si fa in Italia, le lastre vengono poi inviate alle cliniche estere, che le esaminano e definiscono un preventivo. Poi si parte. Buona Giornata Roberto (Fonte Yahoo)

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