Partendo dalla tesi che personalmente è "meglio un rimorso che un rimpianto", "meglio fare et pentirsi che non fare ...e pentirsi"...c'è una singolare tesi su questo decennio. Lo dimostra dati alla mano, l'economista Charles Kenny, in un saggio pubblicato su Foreign Policy. Per Kenny, l'umanità, nel suo complesso, non è mai stata così bene. "È il miglior decennio nella storia dell'uomo", si sbilancia Kenny. "Se aveste potuto scegliere gli anni in cui vivere, i primi dieci del XXI secolo sarebbero stati quelli giusti, perché l'umanità non è mai stata così prospera, pacifica e sicura. Il problema, semmai, è che questa "età dell'oro" dell'umanità probabilmente non si ripeterà più, a causa della fragilità del pianeta terra, spompato nelle risorse disponibili, in via di progressivo riscaldamento e con una biodiversità che si riduce sempre di più. Ciò nonostante, i progressi degli ultimi anni sono innegabili.
Sulla maggiore ricchezza non ci sono dubbi: 30 anni fa, la metà della popolazione viveva con meno di un dollaro al giorno, oggi solo un quarto. La fame è in calo: 40 anni fa, il 34 per cento dell'umanità veniva classificata come "malnutrita", oggi solo il 17 per cento, e le cose probabilmente miglioreranno, perché i raccolti di cereali, nei paesi in via di sviluppo, sono cresciuti ad un ritmo doppio, rispetto alla popolazione. Per quanto riguarda la salute, le notizie sono ottime. Nonostante le paure - spesso gonfiate ad arte dai media, come nel caso dell'influenza A – le pandemie sono in diminuzione. La quota di bambini vaccinati è arrivata ormai all'82 per cento. La mortalità infantile è scesa del 17 per cento negli ultimo 8 anni, nel frattempo, l'aspettativa di vita è cresciuta di 2 anni. In più, si spendono meno soldi per le armi e meno persone muoiono a causa delle guerre. Inoltre, siamo più istruiti, perché i quattro quindi dell'umanità sa leggere.
Anche di fronte alle catastrofi naturali, l'umanità sembra più preparata, perché sono diminuiti anche i morti per terremoti ed inondazioni. Siamo di fronte a quello che è stato definito come il "paradosso degli ambientalisti": l'ecosistema del pianeta si deteriora sempre più, ma il benessere dell'umanità si accresce. Com'è possibile? Il progresso maggiore c'è stato, senza dubbio, nella disponibilità di cibo, ma ne ha fatto le spese l'integrità dell'ambiente in cui viviamo, con conseguenze che, secondo la maggior parte degli scienziati, sono solo spostate più avanti nel tempo. Intanto, per lo meno, non lamentiamoci troppo.
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