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21 novembre 2012
Dagli scarti della frutta carta pregiata
Sono prodotte grazie agli scarti di lavorazioni agro-industriali. Bucce e polpa di arancia avanzate dalla produzione di succhi e spremute, residui di mais, olive, mandorle, nocciole, kiwi e caffè, sono trasformati, dopo un complesso procedimento, in bobine di carta. Un prodotto ecologico dai toni che rimandano ai vegetali da cui ha origine: anche l’energia utilizzata dalla cartiera che ha ideato la carta (chiamata Crush), è al 100% autoprodotta grazie alle turbine che trasformano la forza idrica in elettricità.
FRUTTA E VERDURA - Favini non è nuova all’inserimento di verdure nella carta. Anni fa, con la produzione di alghe in eccesso negli ambienti lagunari a rischio, la cartiera, che ha la sua sede principale a Rossano Veneto (Vicenza) ha brevettato Shiro Alga Carta. «Nel caso di Crush, acquistiamo i residui di scarto sotto filiera. Per esempio il pastazzo di agrumi è ciò che resta delle arance dopo la spremitura, dopo che aziende specializzate nei dolcificanti hanno estratto la pectina, e quelle cosmetiche le essenze e, addirittura, dopo che aziende di pneumatici hanno estratto gli oli e la gomma che va a sostituire parte del petrolio nei battistrada», elenca Michele Posocco, brand manager di Favini. «A fine filiera, arriviamo noi, quando il pastazzo sarebbe pronto per essere pellettizzato e destinato alla combustione. Oppure micronizzato e miscelato ai mangimi per animali. O, peggio, eliminati in discarica». Così, invece di finire nel fuoco, questo nobile residuo dell’agro-industria è riportato in vita, sotto forma di bobina di carta che si trasformerà in quaderno, blocco, foglio per disegnare. E solo dopo essere stata utilizzata per scrivere, questa carta andrà al riciclo.
SOSTITUZIONE - «Abbiamo sperimentato vari materiali, ma per ora ne abbiamo messi in produzione sette, quelli che hanno la resa migliore. Come il pergamino, la pellicola che ricopre il chicco di caffè», continua Posocco, che spiega: «Ogni anno in Italia 1 milione di tonnellate di arance è destinato alla produzione di succhi, ma solo 40% dei frutti è effettivamente utilizzato. Quello che resta ha un valore inestimabile». Ai consumatori questa carta, appena messa in produzione e premiata a Monaco con il Luxe Pack in Green, premio assegnato all’azienda che presenta la soluzione più innovativa in ambito ecologico, dovrebbe costare circa il 20% in meno rispetto a un prodotto in cellulosa. «Al momento, a causa dei limiti tecnici dell’impiantistica, gli scarti agro-industriali sostituiscono per il 15% la cellulosa proveniente da albero», conclude Posocco. Per il 55% la carta è prodotta con fibra vergine proveniente da piantagioni certificate (secondo gli standard del Forest Stewardship Council) e per il 30% da fibra riciclata post-consumo. Ma l’obiettivo è continuare ad aumentare la percentuale di scarti di frutta e verdura e diminuire quella di cellulosa. Crush è disponibile in sette tonalità di colore, riferite alle rispettive materie prime utilizzate: mais, agrumi, kiwi, olive, mandorle, nocciole e caffè.
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1 commento:
Interessante. Io per questioni professionali negli ultimi tempi mi sto occupando del riciclo della carta e della realizzazione di volantini e adesivi ecologici. Vieni a fare un giro nel mio sito se ti interessa il tema.
Ciao e complimenti per il blog (sono di Tavullia!)
Bertolo
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