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26 giugno 2012
Francia pensione il Minitel
[Esplora il significato del termine: PARIGI – In epoca di tablet e wifi ci sono ancora in Francia oltre 800 mila scatole marroni collegate alle linea telefonica, ma da sabato 30 giugno saranno inutilizzabili: il servizio Minitel viene definitivamente chiuso, la via autarchica francese alla rete è completamente abbandonata. Negli ultimi anni l’addio al Minitel è stato annunciato più volte, ma non pochi francesi erano rimasti fedeli a un servizio famigliare e ormai completamente anacronistico. Sperimentato per la prima volta in Bretagna nel 1980 sotto l’impulso dell’allora presidente della Repubblica Valéry Giscard d’Estaing, il Minitel è arrivato a essere utilizzato nel 2000 da 25 milioni di persone (su 55 milioni di abitanti), con nove milioni di terminali installati nelle case francesi. Nel video qui sotto, il telegiornale d’epoca che presenta ai francesi il Minitel: «L’elenco telefonico di carta ha probabilmente fatto il suo tempo: domani viene inaugurato il Minitel». Da pagine gialle su scala nazionale il Minitel è diventato uno strumento molto usato per consultare orari di treni e aerei o ricette di cucina, ma la grande diffusione e popolarità ha finito per averla – proprio come Internet – anche grazie al sesso. Una pubblicità della «messaggeria rosa» 3615 Ulla Le «Messaggerie rosa» 3615 Ulla o 3615 Aline sono diventate negli anni Novanta parte – come minimo – del paesaggio urbano francese, con le pubblicità affisse per strada o pubblicate nei giornali. Xavier Niel, attuale patron dell’operatore telefonico Free e proprietario – con Pierre Bergé e Matthieu Pigasse – di Le Monde, ha fondato il suo impero con i proventi dei servizi a luci rosse del Minitel. E Claude Perdriel, storico fondatore del newsmagazine di sinistra Le Nouvel Observateur, tra gli anni Ottanta e Novanta ha potuto rafforzare il suo gruppo editoriale con i soldi fatti grazie alle messaggerie rosa. Che cosa resta oggi di questo rudimentale «Internet in un Paese solo»? Non poco, secondo Valérie Schafer e Benjamin G. Thierry, autori del saggio «Le Minitel, l’énfance numérique de la France»: «L’economia telematica francese si fonda tuttora sull’idea, sperimentata dal Minitel, di un terminale sovvenzionato dall’operatore (allora il Minitel, oggi per esempio l’iPhone o l’iPad), servizi messi a disposizione del cliente, e un sistema di redistribuzione dei ricavi che vanno in parte ai fornitori dell’informazione e in parte all’operatore». Simbolo della passione francese per la tecnologia negli anni Ottanta e Novanta, diventato poi fattore di ritardo e arretratezza nella diffusione di Internet, il Minitel finisce al macero. Una fabbrica di Tolosa si sta già occupando di distruggere e riciclare tonnellate di plastica beige. ] PARIGI – In epoca di tablet e wifi ci sono ancora in Francia oltre 800 mila scatole marroni collegate alle linea telefonica, ma da sabato 30 giugno saranno inutilizzabili: il servizio Minitel viene definitivamente chiuso, la via autarchica francese alla rete è completamente abbandonata. Negli ultimi anni l’addio al Minitel è stato annunciato più volte, ma non pochi francesi erano rimasti fedeli a un servizio famigliare e ormai completamente anacronistico.
Sperimentato per la prima volta in Bretagna nel 1980 sotto l’impulso dell’allora presidente della Repubblica Valéry Giscard d’Estaing, il Minitel è arrivato a essere utilizzato nel 2000 da 25 milioni di persone (su 55 milioni di abitanti), con nove milioni di terminali installati nelle case francesi. Nel video qui sotto, il telegiornale d’epoca che presenta ai francesi il Minitel: «L’elenco telefonico di carta ha probabilmente fatto il suo tempo: domani viene inaugurato il Minitel».
Da pagine gialle su scala nazionale il Minitel è diventato uno strumento molto usato per consultare orari di treni e aerei o ricette di cucina, ma la grande diffusione e popolarità ha finito per averla – proprio come Internet – anche grazie al sesso.
Le «Messaggerie rosa» 3615 Ulla o 3615 Aline sono diventate negli anni Novanta parte – come minimo – del paesaggio urbano francese, con le pubblicità affisse per strada o pubblicate nei giornali. Xavier Niel, attuale patron dell’operatore telefonico Free e proprietario – con Pierre Bergé e Matthieu Pigasse – di Le Monde, ha fondato il suo impero con i proventi dei servizi a luci rosse del Minitel. E Claude Perdriel, storico fondatore del newsmagazine di sinistra Le Nouvel Observateur, tra gli anni Ottanta e Novanta ha potuto rafforzare il suo gruppo editoriale con i soldi fatti grazie alle messaggerie rosa.
Che cosa resta oggi di questo rudimentale «Internet in un Paese solo»? Non poco, secondo Valérie Schafer e Benjamin G. Thierry, autori del saggio «Le Minitel, l’énfance numérique de la France»: «L’economia telematica francese si fonda tuttora sull’idea, sperimentata dal Minitel, di un terminale sovvenzionato dall’operatore (allora il Minitel, oggi per esempio l’iPhone o l’iPad), servizi messi a disposizione del cliente, e un sistema di redistribuzione dei ricavi che vanno in parte ai fornitori dell’informazione e in parte all’operatore».
Simbolo della passione francese per la tecnologia negli anni Ottanta e Novanta, diventato poi fattore di ritardo e arretratezza nella diffusione di Internet, il Minitel finisce al macero. Una fabbrica di Tolosa si sta già occupando di distruggere e riciclare tonnellate di plastica beige.
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