25 giugno 2012

Un'App per le fontanelle e Roma ed è successo.

ROMA - Caldo africano. I turisti coi piedi a mollo nelle fontane. Affari d'oro per chioschi e camionbar parcheggiati in divieto che vendon bibite ghiacciate a prezzi da gioielleria. E la canicola che incombe su parchi giochi deserti (i bimbi meglio tenerli all'ombra, a casa) e centri anziani. In una Roma da tropico c'è un ristoro che non costa nulla: l'acqua, fresca, che scorre dalle fontanelle pubbliche. La mappa interattiva della app «Nasoni di Roma»La mappa interattiva della app «Nasoni di Roma» Acqua gratuita, come l'applicazione per iPhone e iPad che in questi giorni va per la maggiore. Si chiama «Nasoni di Roma» l'app dei miracoli: moltiplica le fonti. O meglio: moltiplica le possibilità di trovare al volo il nasone più vicino a voi (siate romani o turisti a spasso sotto il solleone) per tuffar la testa sotto il getto ristoratore o dissetarsi. Una fontanella a Roma: i nasoni esistono dal 1872Una fontanella a Roma: i nasoni esistono dal 1872 Addio H2O venduta a 4 euro al litro o anche più. Con la app gratuita inventata da un analista sistemista romano - online nell'Applestore da febbraio 2011 - migliaia di persone hanno riscoperto le fontanelle di Roma. O almeno le 450 censite. Una ventina di accessi al dì via telefonino o tablet, molti di più sul sito che ripropone la mappa ( www.colosseo.org/nasoni/ ). E da quando nel marzo scorso è online la nuova versione interattiva della app (si scarica in pochi secondi), sulla quale si possono indicare altre fontane non ancora censite, sono stati aggiunti 69 nuovi nasoni, fuori Mura. Chi invia oltre 10 segnalazioni riceve in omaggio il libricino «Nasoni di Roma» (editrice Innocenti) da cui è nata l'idea della mappa interattiva. «I nasoni segnalati dagli utenti della mia app - spiega Fabrizio Di Mauro - vengono da me verificati: prima li cerco con Google Streetview; poi, se non sono certo dell'operatività, vado a verificarne il funzionamento. Infine li rendo pubblici con indicazione della persona che me li ha segnalati». Insomma, è come dare il proprio nome a una fontana. A Roma, con la bella stagione, sono stati oltre 6 mila gli accessi alle mappe web tra marzo e giugno: complice il caldo, il passa parola sui nasoni-online ha fatto aumentare anche il numero di app scaricate - ben 645 - e capita che chi ha con sé l'iPhone e identifica un nasone non censito posizioni il cellulare sopra la fontanella e invii direttamente le coordinate di latitudine e longitudine ai gestori della app. Un modo di valorizzare questo patrimonio unico, che vanta una rispettabile storia: il più antico nasone è del 1872 e serviva i mercati di strada, come a Campo de' Fiori. Una curiosità che sconcerta: quando nel 2006 Di Mauro si presentò la prima volta ad Acea per chiedere un aiuto nel lavoro di mappatura, scoprì che la società non possiede un censimento aggiornato delle 2500 fontanelle di Roma, solo un quinto delle quali è entro le Mura Aureliane. Due mesi dopo Acea metteva online una mappatura, che tuttavia ancora oggi riguarda solo le fontanelle nel I Municipio. Nel 2009 uscì il libro. Il Comune di Roma declinò la proposta di far da sponsor. Oggi la app gratuita è tra le più scaricate fra quelle dedicate a Roma. E, mentre il Comune lancia la bottiglia pieghevole per dissetarsi gratis ai nasoni, il libro è venduto come gadget dal Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua. Un successo meritato per chi ha saputo valorizzare un patrimonio che perfino il New York Times ci ha riconosciuto: «Poche cose sono gratuite a Roma - ha scritto il quotidiano statunitense - e tra queste l'acqua. Approfittatene».

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