09 ottobre 2012

Destinate a sparire le ricette cartaceee

Con un termine poco comprensibile viene chiamata «dematerializzazione». Traduzione per il cittadino: «finisce l’era della ricetta di carta». Entro il 2015, se i tempi verranno rispettati, per ritirare un medicinale in farmacia o sottoporsi a un qualsiasi esame diagnostico in ambulatorio basterà presentare la tessera sanitaria con un codice inserito dal medico, corrispondente alla prestazione desiderata. L'AGENDA DIGITALE - Nel decreto sull’agenda digitale approvato tre giorni fa dal Consiglio dei Ministri due articoli riguardano la creazione del Fascicolo sanitario online. Una specie di dossier sulla storia clinica del cittadino che conterà anche le prescrizioni utilizzate nel corso della vita. Il tramonto della ricetta di carta avverrà per gradi. «Le Regioni provvedono alla graduale sostituzione delle prescrizioni con le equivalenti in formato elettronico in percentuali che non dovranno risultare inferiori al 60% nel 2013, all’80% nel 2014 e al 90% nel 2015». Per il ministero della Salute «è un salto culturale di notevole importanza sul piano della qualità dei servizi e il contenimento dei costi». LE SANZIONI PER CHI NON SI ADEGUA - Non farà piacere ai medici sapere che la rivoluzione per loro rischia di non essere indolore. Chi non rispetterà le scadenze e non abbandonerà la carta al risuonare del gong va incontro a sanzioni pesanti, dal licenziamento allo stop della convenzione col servizio sanitario nazionale. Si potrebbe ripetere la criticità di due anni fa quando il decreto dell’allora ministro Brunetta impose l’invio elettronico dei certificati di malattia all’Inps da parte dei medici di famiglia. I camici bianchi polemizzarono aspramente. Ci furono alcuni rinvii. Oggi il sistema è pienamente operativo. LE TAPPE - Il progetto ricetta digitale è partito nel 2004 con la nascita della tessera sanitaria. Successivamente ci sono stati una serie di tappe di avvicinamento. Nel 2009 tutte le Regioni erano in rete, poi un provvedimento del 2011 ha stabilito nuove scadenze (piani diffusione delle Regioni). Quest’ultimo provvedimento imprime un’ulteriore accelerazione dando avvio all’ultima fase, la completa integrazione all’interno della rete di farmacie, laboratori, ambulatori specialistici collegati ai medici e all’utente. Strumento di trasparenza che specialmente delle amministrazioni in deficit è praticamente inesistente. I dati verranno raccolti nel sistema centrale del ministero della Salute, sarà possibile controllare la spesa e sventare eventuali fenomeni di in appropriatezza. CARTELLA CLINICA DIGITALE - Oltre alle ricette il Fascicolo sanitario digitale conterrà una sintesi della storia dei pazienti. Al suo interno, un elemento fondamentale è la cartella clinica che, stabilisce il nuovo decreto, dal 1 gennaio 2013 potrà essere conservata «anche solo in forma digitale» dalle strutture sanitarie pubbliche e private convenzionate. In pratica, gli ospedali già pronti al passaggio telematico possono (dunque nessun obbligo, come prevedeva la bozza iniziale del testo) buttare nella spazzatura gli ingombranti dossier cartacei stipati in archivi stracolmi che finiscono bruciati in incendi «accidentali». Il problema è che diverse strutture non possiedono più spazio per conservarli. Terza novità del decreto, le norme sull’istituzione dei Registri di patologie che per la prima volta vengono disciplinati in modo uniforme anche dal punto di vista della copertura finanziaria. Sul piano del cammino verso il digitale in sanità poche Regioni si distinguono. In testa Emilia Romagna, Lombardia e Toscana.

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