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26 ottobre 2012
Esselunga: I Caprotti ? Figli ingrati.
Una guerra in famiglia. Prosegue il lungo contenzioso all'interno della famiglia Caprotti che controlla i supermercati Esselunga. Giuseppe e Violetta Caprotti annunciano in una nota di aver impugnato il lodo arbitrale che aveva confermato, nel luglio di quest'anno la legittimità del blitz con cui il padre si era appropriato delle azioni dei figli. L'impugnazione è stata chiesta «per i gravi vizi processuali» nonché per la (presunta) contrarietà del lodo alle regole di ordine pubblico sulla circolazione delle partecipazioni attribuite a società fiduciarie. L'atto di impugnazione, spiega la nota, è già stato depositato presso la Corte d'Appello di Milano. E la prossima udienza si svolgerà venerdì 26 ottobre.
IL CONTENZIOSO- La controversia tra il padre Bernardo Caprotti e i figli Giuseppe e Violetta nasce dall'assetto che il padre diede al gruppo Esselunga a partire dal 1996. Da quel momento e sino al 2011 la proprietà della holding che controlla Esselunga, formalmente intestata a una società fiduciaria, era in larga misura attribuita al padre in usufrutto e ai figli in nuda e in piena proprietà. Tale assetto, stabilito sulla base di precisi patti stipulati tra padre e figli, avrebbe dovuto, da un lato, garantire l'unità della direzione imprenditoriale del gruppo nelle mani del capostipite; dall'altro, determinare una successione serena al momento della morte del fondatore. E ha mantenuto la sua stabilità per i successivi quindici anni: nel febbraio 2011 il padre, valendosi di una procura generale fattasi rilasciare dai figli nel 1996 (15 anni prima), assumendo di essere sempre stato il solo e unico proprietario effettivo delle azioni, ha intestato a sé le azioni dei figli, spossessandoli completamente non solo delle quote in nuda proprietà ma anche di quelle già ad essi appartenenti a pieno titolo. L'intestazione, affermano gli «eredi», è avvenuta a totale insaputa dei figli che lo hanno appreso «casualmente» molti mesi dopo. Il giudice, nel mese di febbraio, respinse il sequestro accogliendo la tesi del padre.
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