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02 ottobre 2012
La progressista Ikea cancella le donne dai suoi cataloghi.
Il catalogo Ikea, con oltre 400 milioni di lettori, è la pubblicazione più diffusa sul pianeta. Tuttavia, non dappertutto può essere identico. Nella versione saudita, il colosso svedese ha rimosso digitalmente dalle foto le donne e le bambine. La ragione? Motivi religiosi. Per il rivenditore di mobili low cost non è il primo caso di censura.
LE MODELLE SPARITE - Negli anni la catena dell'arredamento più grande al mondo si è espansa anche nelle regioni islamiche: in Kuwait, Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti. E qui la sensibilità religiosa verso i clienti ha massima priorità: nel nuovo catalogo distribuito in Arabia Saudita sono state eliminate digitalmente dalle immagini tutte le mannequin. Il quotidiano free press di Stoccolma Metro mette a confronto le foto Ikea - altrimenti identiche in tutti i cataloghi 2013 - con quelle ritratte nell’edizione saudita. E infatti salta subito all’occhio: non c’è traccia di modelle femminili, solo uomini o bambini. Nella monarchia assoluta della penisola araba sono in vigore severe leggi che vietano di ritrarre donne con la pelle scoperta.
Il catalogo IKEA senza donne in Arabia Saudita Il catalogo IKEA senza donne in Arabia Saudita Il catalogo IKEA senza donne in Arabia Saudita Il catalogo IKEA senza donne in Arabia Saudita Il catalogo IKEA senza donne in Arabia Saudita Il catalogo IKEA senza donne in Arabia Saudita
CODICE E SCUSE - «Non si possono depennare le donne dalla società» ha detto il ministro svedese del Commercio Ewa Björling. Che sottolinea: «È un altro triste esempio di come sia ancora lunga la strada verso la parità tra uomini e donne in Arabia Saudita». La risposta ufficiale dell’azienda svedese arriva attraverso la portavoce, Ylva Magnusson: «La nostra società ha un codice etico molto chiaro e la parità tra uomo e donna è elemento fondante». In un comunicato esprime rammarico sottolineando di «aver dovuto reagire prima» e che «l'esclusione delle donne dalla versione saudita del catalogo è in conflitto con i valori del gruppo Ikea». Per il catalogo saudita è responsabile la holding Inter Ikea.
GAY E PUSSY RIOT - In realtà, non è la prima volta che Ikea si rende protagonista di campagne particolarmente provocatorie: recentemente è stata costretta a censurare dal sito russo un'immagine che ritraeva quattro ragazzi con un passamontagna seduti su mobili Ikea, un'immagine troppo simile alle ragazze delle Pussy Riot. In Italia, invece, scoppiarono grandi polemiche su una pubblicità a favore delle coppie gay. ll catalogo Ikea viene pubblicato dal 1951. La nuova edizione ha una tiratura di 208 milioni di copie e viene distribuita in 43 Paesi.
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