Speaker Radiofonico di Pesaro, da qualche anno "Brianzolo di adozione" lo potete ascoltare su: Radio Sabbia (Riccione), Multiradio Tolentino (Mc) e sulla web Radio Stereopesaro.it.Mi potete contattare alla Mail:roberto@bagazzoli.it
30 novembre 2012
1 Dicembre non abbassare la guardia...
Ieri l'Istituto Superiore di Sanità ha rilasciato i dati su Hiv/Aids in Italia. Per la prima volta, a trent'anni della comparsa dell'Hiv, abbiamo dati certi sulla dimensione dell'epidemia e del suo andamento. Confermata la stima di circa 4mila nuove infezioni l'anno (la cifra data è minore ma sottostimata, come afferma lo stesso ISS), con 5,8 nuovi casi di positività all'Hiv l'anno ogni 100mila residenti (ma in diverse regioni sono oltre 8). L'Italia si conferma un paese a incidenza medio-alta, con tutte le necessità di prevenzione che questo dato comporta.
Due sono le criticità che balzano agli occhi: le diagnosi tardive e la modalità di infezione. Entrambe legate direttamente alla qualità dell'informazione e dei servizi rivolti alle persone.
I Late presenters, persone che arrivano alla diagnosi di positività all'Hiv in uno stato di compromissione, inconsapevoli di avere da tempo contratto il virus, sono stati il 54 per cento nel 2010, e il 56,4 per cento nel 2011. Un dato costantemente in aumento, che riguarda tutte le popolazioni (eterosessuali, uomini che hanno rapporti omosessuali, consumatori di droghe per via endovenosa). In Italia la maggioranza delle persone arriva al test Hiv non in seguito a un comportamento a rischio, ma praticamente per caso, o perché si manifestano sintomi di una compromissione già avanzata, o in relazione a controlli medici dovuti ad altri percorsi clinici.
Diagnosi tardiva non significa solo "non aver fatto il test". Significa scarsa o errata percezione del rischio, e quindi mancata prevenzione, significa avere informazioni insufficienti su una patologia che può essere evitata semplicemente: con l'uso del preservativo. Ricordiamo che la stragrande maggioranza delle nuove diagnosi di Hiv, che sfiora l'80 per cento, è dovuta a rapporti sessuali, sia omo che etero (rispettivamente 33,2 e 45,6 per cento).
Inquietanti appaiono poi i dati che riguardano i bambini. Le nuove diagnosi da Hiv in cui la causa di infezione è stata la trasmissione verticale, da madre a figlio, sono state 11 nel 2010 e 19 nel 2011, per un totale di 30. Sono state 39 le diagnosi per persone con meno di 15 anni (14 nel 2010 e 25 nel 2011, i figli di stranieri sono 9 in tutto), e ben 15 di queste sono state per bambini con meno di 2 anni. Un dato allarmante e stupefacente, in un Paese in cui il test Hiv dovrebbe essere ormai di routine per chi aspetta un figlio, perché i genitori possano accedere alle opportune terapie e i bimbi nascere sani.
La questione maternità coinvolge ovviamente le donne in prima persona. Ben il 3 per cento del totale delle nuove diagnosi da Hiv accade in gravidanza. Un dato che, ancora, può significare scarsa consapevolezza e prevenzione. Altrettanto si può dire del fatto che oltre il 10 per cento delle donne Late presenters ha avuto la diagnosi in gravidanza.
Certo, il test è importante, ma non è prevenzione. Serve a dignosticare l'Hiv quando l'infezione è già avvenuta! Ci chiediamo quando verrà il giorno in cui l'Italia si impegnerà a tutelare la salute dei suoi cittadini, rivolgendosi a giovani, donne, omosessuali con un linguaggio idoneo e senza pruriti. Quando la prevenzione verrà considerata per quello che è, ovvero accesso a informazioni e preservativi per tutti. Quando parlerà in maniera diretta alle popolazioni più vulnerabili invece di promuovere messaggi e azioni fumosi, per niente mirati, incompleti, paternalisti, ipocriti. Quando affronterà pubblicamente i temi discriminazione e stigma, che colpiscono le persone sieropositive e l'intera popolazione scoraggiando il ricorso a test e prevenzione. Quando, in tempi di spending review, capirà che un'infezione evitata fa risparmiare non solo sofferenze, ma anche denaro.
Questo il link al sito Lila per avere informazioni sulle iniziative:
http://www.lila.it/it/iniziative.html
27 novembre 2012
La Germania si avvicina alle Mamme.
BERLINO – Un «buono» per la pulizia della casa. È stato immediatamente definito così l’assegno per facilitare il rientro al lavoro delle donne che hanno preso il congedo di maternità proposto dalla Cdu, il partito cristiano-democratico di Angela Merkel. Anche i liberali si sono accodati. E l’idea è stata immediatamente fatta propria, secondo quanto ha riferito il settimanale Focus, da Kristina Schröder, la discussa ministra della Famiglia avversaria di quello che definisce il «femminismo tradizionale» e recente organizzatrice di un convegno sulle «politiche per i maschi» nella società moderna.
Il progetto è stata accolto negativamente dai partiti di opposizione. A giudizio di Brigitte Pothmer, dei Verdi, le mamme che vogliono tornare al lavoro hanno bisogno soprattutto di più posti negli asili-nido per i loro bambini. Caren Marks, socialdemocratica, ha definito «priva di idee portanti» la linea di un governo che da una parte premia le donne che vogliono rimanere a casa e dall’altra cerca di convincerle a tornare al lavoro. Il riferimento è ad un altro assegno, il «Betreuungsgeld», destinato alle famiglie che decidono di non mandare i bambini all’asilo-nido, approvato qualche settimana fa dopo un anno di feroci critiche e di divisioni all’interno della stessa maggioranza che sostiene la cancelliera.
Ma cosa prevede nei dettagli la proposta? Per un anno e mezzo alle donne che desiderano tornare al lavoro dopo il congedo di maternità verrebbe concesso un «buono» di 6 euro all’ora per un totale di 15 ore mensili. In tutto 90 euro al mese, destinati a rappresentare un aiuto per il pagamento di una collaboratrice domestica. Kristina Schröder ha spiegato che alleviare il peso dei lavori di casa può contribuire a far tornare in attività tanto personale femminile qualificato «di cui si sente la mancanza». La vice presidente del gruppo cristiano-democratico al Bundestag, Ingrid Fischbach, ha detto che è indispensabile, utilizzando anche questo strumento, incentivare il reinserimento delle donne nel mondo delle professioni. Quello che non è ancora chiaro è cosa pensi di tutto questo il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, il grande controllore delle spese statali.
Un grande industriale del Cachemire
Un vero e proprio regalo di Natale. Che va decisamente in controtendenza rispetto allo stato di salute attuale dell'economia italiana. Il re del cachemire Brunello Cucinelli, appena sbarcato in Borsa, ha deciso di condividere gli utili con i propri dipendenti ed ha preparato un dono da 5 milioni di euro da mettere sotto l'albero per le proprie maestranze. Cifra che, divisa per i 783 dipendenti, significa 6385 euro a testa.
DONO - «Questo vuole essere un dono di famiglia, qualcosa che va aldilà dell'azienda che è quotata in Borsa» ha detto Cucinelli. «Abbiamo voluto dare un premio a chi è cresciuto insieme a noi e l'abbiamo comunicato ai dipendenti» ha aggiunto l'imprenditore che ha slegato però il dono ai dipendenti dalle ultime polemiche tra l'azienda umbra e il sindacato, che si lamenta degli ostacoli che verrebbero frapposti dalla proprietà al suo ingresso nell'azienda umbra. «Assolutamente no, - ha detto Cucinelli - è una cosa a cui stavo pensando da tempo».
Un museo dedicato al Wc
Un grande palazzo a forma di water gigantesco, un giardino pieno di statue la cui posa non lascia spazio all’immaginazione, una galleria di foto e sculture tutte legate al tema del bagno. A Suwon, un’ora da Seul, c’è il primo parco del mondo dedicato alla toilette. Un grande successo: da luglio, quando è stato inaugurato, sono stati 40 mila i visitatori. Oltretutto l’ingresso è gratis.
OMAGGIO A «MR TOILET» - Il museo è nato come omaggio a«Mr Toilet»: così era soprannominato Sim Jae-duck, ex sindaco della cittadina. Imprenditore, morto nel 2009 a 70 anni, Sim era diventato famoso quando nel 2002 - anno in cui la Corea ospitò i mondiali di calcio - fornì di gabinetti la sua città. Forse è stato allora che «Mr Toilet» ha preso a cuore la questione della diffusione dei servizi igienici nel mondo e ha deciso di dedicare la vita al suo progetto fondando la World Toilet Association, legata alla più grande e famosa World Toilet Organization.
DIRITTO DI TUTTI - «Andare in bagno è vitale proprio come lo è mangiare - spiega Lee Yeun-sook, manager della Fondazione Sim Jae-duck che ne ha raccolto l’eredità -. Nazioni e governi dovrebbero fare molto di più per garantire a tutti il diritto a un equo accesso ai servizi igienici». Come, nel suo piccolo, ha fatto «Mr Toilet».
LA CAMPAGNA INDIANA - Il problema igienico sanitario dell’accesso ai wc è conosciuto molto bene in India dove soltanto il mese scorso il governo ha lanciato una singolare campagna di sensibilizzazione: «No toilet, no bride» (niente bagno, niente sposa). Il ministro dello sviluppo rurale Jairam Ramesh ha pubblicamente invitato le donne a rifiutare la proposta di matrimonio se in casa del futuro marito non c’è il gabinetto. La diffusa mancanza di bagni nelle case del Paese è causa di gravi problemi di salute soprattutto per le donne. E mette in pericolo anche la loro sicurezza: dover uscire da sole per strada, magari di notte, per fare i bisogni all’aperto, le espone a un altissimo rischio di essere aggredite.
26 novembre 2012
Perchè non pago le primarie
- Non pago due euro per votare chi fino ad oggi non mi ha supportato e ha fatto scempio della mia vita portando la pressione fiscale ad oltre il 60%.
- Non pago per chi non vorrei vedere più reppresentarmi al governo colpevole di non avermi tutelato in nessun modo se non con chiacchiere.
- Non pago perchè anche voi avete "rubato" come tutti gli altri nonostante le vostre facce da moralizzatori.
- Non pago per chi non hai più nulla a che vedere con i valori della sinistra.
-Non pago per chi alla presidenza del partito ha messo una ex DEMOCRISTIANA intollerante come Rosy Bindi.
- Non pago perchè di soldi ne avevate per pagerle di tasca vostra queste primari.
Auguri a Cellophane !!!
Da un secolo è in tutte le case del mondo. Ha imballato ogni cosa. Alimenti, soprattutto, ma anche fiori, abiti, monumenti (con il celeberrimo Christo che ha impacchettato palazzi e sculture), persino una pornostar, l'indimenticata Moana Pozzi che fece scalpore con la performance televisiva nel programma l'Araba fenice del 1988, quando si presentò vestita solamente da un sottile velo di plastica trasparente.
L'INVENZIONE - A compiere cento anni è il cellophane, inventato nel 1912 dallo svizzero trapiantato a Parigi Jacques Brandenberger. La sua geniale intuizione, in realtá, è del 1908, ma è solo quattro anni dopo che l'imprenditore elvetico perfeziona il brevetto per il macchinario che dará il via su scala mondiale alla sua plastica rivoluzione. Teatro dell'invenzione, secondo la leggenda, un ristorante: Brandenberg sta consumando il suo pasto, quando un avventore del locale, seduto ad un altro tavolo, versa un bicchiere di vino rosso sulla tovaglia, macchiandola inesorabilmente. È in quel momento che scocca la scintilla: per rendere impermeabile il tessuto lo si può ricoprire di una sfoglia di cellulosa. La prima idea, però, non funziona, perchè la viscosa non aderisce al tessuto, ma si stacca. È però una pellicola sottile, trasparente e impermeabile.
IL PRIMO PASSO - È il primo passo verso il cellophane, punto di arrivo della trasformazione della cellulosa delle piante in una pellicola resistente all'acqua. Il cellophane, per la sua limitata permeabilitá all'aria, ai grassi e ai batteri, era ideale per avvolgere gli alimenti, fiori e molti altri oggetti. Durante la prima guerra mondiale viene utilizzato come vetro per la protezione degli occhi nelle maschere antigas. Nei decenni successivi sarà impiegato per la preparazione dei nastri adesivi, come lo scotch, inventato nel 1930 dall'americano Richard Drew; come anti-adesivo nella preparazione di rotoli di materiali appiccicosi come la gomma greggia, e in molti altri campi ancora.
LA CRONOSTORIA - Nel 1917 Brandenberger cede i suoi brevetti alla societá francese La Cellophane SA, che diventa il principale produttore ed esportatore di cellophane fino al 1924 quando la societá a sua volta cede i diritti di utilizzazione del processo, segreto, di fabbricazione alla societá americana DuPont, che mette in piedi la prima fabbrica di cellophane negli Stati Uniti. Il cellophane, però, non è ancora perfetto: è parzialmente permeabile all'acqua e all'umiditá e questo ne ostacola la diffusione in campo alimentare. A risolvere il problema ci pensa William Charch, un dipendente della Du Pont, che si mette in testa di realizzare un sistema di impermeabilizzazione del cellophane. Si racconta che dopo oltre duemila tentativi e una buona dose di testardaggine sia riuscito finalmente, nel 1927, a brevettare un processo efficace che amplia, e di molto, il campo di applicazione del cellophane. Per oltre mezzo secolo il cellophane prosegue il suo cammino trionfale.
LE PELLICOLE - Negli anni Cinquanta sul mercato approdano altre pellicole realizzate con materie plastiche derivate dal petrolio, come il politene e il polipropilene. Costano meno e rubano un po' di mercato al vecchio cellophane, che però resiste perchè è più adatto ad avvolgere gli alimenti. E con la crescente diffusione di super e ipermercati, riguadagna terreno, anche perchè è una pellicola adatta ad avvolgere i cibi anche quando sono scaldati in forni a microonde o conservati in frigoriferi a bassa temperatura.
La storia: venduto il primo APPLE.
Il primo esemplare di computer Apple venduto all'asta per mezzo milione di euro. Una casa d'asta tedesca ha messo in vendita per questa cifra record l'Apple 1, il primo computer del colosso hi-tech dell'ormai defunto Steve Jobs. Secondo Uwe Rechner, portavoce della casa d'asta Auction Team Breker, si tratterebbe di un nuovo record per computer di questo tipo. L'identità dell'acquirente è tuttavia ancora segreta.
L'ESEMPLARE - Apple 1 fu disegnata e progettata da Steve Wozniak nella Silicon Valley, e commercializzata più tardi proprio da Wozniak e Jobs attraverso una catena di elettronica, Byte Shop, che comprò le prime 50 unità. Di questo modello furono in realtà realizzati solo 200 esemplari e oggi ne esisterebbero solo sei. Secondo la casa d'asta finora è stato venduto soltanto un computer a New York lo scorso giugno per oltre 374mila dollari.
4 G e scoppia il delirio
Pensavate di essere posto quando, al passaggio della tv al digitale terrestre, avete fatto ritoccare l'antenna della vostra casa o del condominio? Non è detto. Anzi. Perché saranno migliaia le famiglie italiane che dovranno chiamare l'antennista quando verranno accessi gli impianti della telefonia di quarta generazione, il cosiddetto 4G o Lte, che porterà Internet in banda ultra larga in mobilità su chiavette, smartphone e tablet (vai alla nostra prova su strada). «Abbiamo stimato che saranno circa 700 mila antenne (abitazioni, ndr) ad essere coinvolte» ha spiegato al programma 2024 di Radio24Mario Frullone, direttore ricerche della Fondazione Ugo Bordoni, che studia il tema per conto del Ministero dello Sviluppo Economico.
FREQUENZE - Qual è il problema? È relativo alla frequenza degli 800 Mhz (uno delle tre su cui sarà attivo il 4G in Italia), che è adiacente ad alcuni canali televisivi. Questi canali verranno dunque disturbati dagli impianti 4G, la cui attivazione su questa frequenza è prevista in maniera graduale a partire da gennaio 2013. Si tratta di impianti operati soprattutto da Wind - che ha le frequenze più vicine ai canali della tv digitale terrestre - ma anche da Tim e Vodafone. Tre non ha invece questo acqueistato blocco di frequenze.
COSTI - Chi pagherà i costi di adeguamento degli impianti? Dovrebbero essere a carico degli operatori di telefonia. Dovrebbero, sottoliniamo, perché le trattative sono ancora in corso. «C'è un tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico al quale partecipano gli operatori che hanno già dato la propria disponibilità a farsi carico degli oneri» ha spiegato Frullone.
COME FARE - I cittadini che - una volta accesi gli impianti 4G sulla frequenza degli 800 Mhz - non riuscissero più a vedere la tv dovranno chiamare un call center. «Servizio che dovrebbe essere gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni per conto del Ministero - spiega Frullone -. Sarà il call center che attiverà uno degli operatori, che poi provvederà al ripristino della qualità».
Il servizio 4G è già stato attivato a novembre in alcune città italiane, ma per ora funziona solo sulla frequenza di 1800 Mhz e dunque non disturba la tv digitale terrestre. Tim ha lanciato il servizio a Milano, Roma, Napoli e Torino. Vodafone a Roma e Milano. Tre ha un impianto test nel piccolo paese di Acuto (Fr). Wind non ha invece ancora avviato i servizi 4G.
23 novembre 2012
Mercatini di Natale che passione
Il Mercatino di Natale di Bolzano apre i battenti per la 22/a volta il 29 novembre alle ore 17.00 e, fedele alla sua tradizione senza prolungamenti artificiosi, proporrà la collaudata formula di 78 espositori, 7 partner e 3 stand gastronomici ad ospiti e concittadini fino al 23 dicembre. Un appuntamento atteso ogni anno, volto alla riscoperta delle tradizioni che in Alto Adige si celano dietro le quattro settimane dell'Avvento, dell'attesa della festa più bella dell'anno che si compie attraverso riti ed usanze che si perdono nella notte dei tempi. Il legame con le abitudini familiari è forte: l'abete bianco decorato a festa, il presepe, la corona d'Avvento, la pasticceria profumata confezionata settimana dopo settimana dalle mani sapienti di chi custodisce i segreti e la "malizia" delle ricette. Dietro l'operazione commerciale si trova la tradizione dello scambio di doni fra grandi e verso i piccini, la cura dei dettagli nella decorazione della casa e della tavola imbandita per la festa. Tutto senza dimenticare il mercatino di Norimberga che più di vent'anni fa, ha suggerito ai bolzanini i segreti di una buona riuscita organizzativa e di contenuti.
Stiamo producendo 18 kg a testa di rifiuti tecnologici
ROMA - Nel 2011 e' stata immessa nel mercato una quantita' di Raee (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) pari a 18,3 kg a testa. Questi, in sintesi, alcuni dei contenuti di una ricerca 'I Raee domestici generati in Italia', a cura di United nations university in collaborazione con Ipsos e Politecnico di Milano, presentata oggi a Roma da Ecodom (il Consorzio italiano di recupero e riciclaggio degli elettrodomestici).
''La strada maestra e' sempre la stessa: il recupero - dice Clini sull'argomento, a margine di alcune audizioni alla Camera -. E gli elettrodomestici possono essere utilmente recuperati.
La direttiva Ue va applicata in Italia responsabilmente e va anche potenziato il sistema di raccolta. Inoltre c'e' anche una responsabilita' dei produttori nell'immissione e nel ritiro del prodotto''.
La ricerca evidenzia poi che ogni anno sono prodotti dagli Italiani 16,3 kg per abitante di Raee. Si stima che i centri di raccolta e i distributori intercettino complessivamente 11,2 kg per abitante, ma solo il 38,3% di questi (pari a 4,29 kg per abitante) e' stato consegnato ai sistemi collettivi. Per lo studio allora ''esiste una significativa quantita' di Raee generati che oggi sfugge al sistema: per poter raggiungere i nuovi obiettivi fissati dalla Direttiva Europea sara' necessario individuare modalita' che consentano di intercettare tutti questi flussi complementari''. Tra gli altri risultati della ricerca, 6,91 kg per abitante sono stati conferiti dai centri di raccolta e dai distributori direttamente agli impianti di trattamento; 2,3 kg per abitante sono stati smaltiti in modo non corretto dai cittadini; 2,1 kg per abitante sembrano essere stati riutilizzati dai consumatori; di questi però solo 1,4 kg per abitante è stato effettivamente riusato; 0,6 kg/ per abitante restano abbandonati in abitazioni secondarie. ''I nuovi obiettivi fissati dall'Ue - afferma Paolo Falcioni, vice presidente di Ecodom - saranno difficilmente raggiungibili se i singoli Stati membri non si assumeranno la responsabilita' e il compito di individuare e tracciare tutti i Raee''.
E' Bresciana la migliore pasticceria Italiana.
ROMA - Iginio Massari, della pasticceria Veneto a Brescia, e' il re della pasticceria italiana. Un'arte bianca che, secondo la guida 'Pasticceri & Pasticcerie 2013' presentata dal Gambero Rosso con 550 locali recensiti, conta eccellenze da Nord a Sud e vede premiati con 'Tre Torte' Biasetto a Padova; Gino Fabbri pasticcere a Bologna e presidente Accademia Pasticceri; Pasquale Marigliano che, dopo aver lavorato da Cochon, ha aperto a Ottaviano (Napoli) una boutique-patisserie in stile belga-francese; Nuovo Mondo a Prato di Paolo Sacchetti recentemente premiato dall'Accademia come migliore dell'anno; new entry il cioccolatiere Besuschio a Abbiategrasso (Milano) innovatore di una tradizione di famiglia cominciata nel 1845; Cristalli di Zucchero a Roma; Dalmasso ad Avigliana (Torino) con Alessandro Dalmasso che il tecnico-preparatore della nazionale dei pasticceri azzurri che partecipera' alla Coppa del mondo a Lione a gennaio 2013; e L'Orchidea a Montesano sulla Marcellana (Salerno) recentemente premiata a Cortemilia (Cuneo) per il 'Miglior dolce alla nocciole'.
Si tratta, ha sottolineato la curatrice della guida Laura Mantovano, ''di nove personalità diversissime fra loro, ciascuno espressione dell'incredibile varietà della pasticceria italiana. Nel 2012 il mondo della pasticceria attraversato da due grandi filoni: da un lato la moda o meglio l'ossessione del cake design dall'altro la voglia di tornare alle radici di valorizzare il territorio, puntando a una pasticceria moderna e lineare. L'avanguardia della pasticceria italiana - ha detto - tende a discostarsi sempre più da dolci sfarzosi, ricercati che puntano su ingredienti esotici. Si tende a semplificare, ad eliminare il superfluo (si abbassano le quantità di zuccheri). Perché anche un dolce, al pari di un piatto, può essere grandissimo nella sua essenzialita''.
''E' straordinaria - ha aggiunto il presidente del Gambero Rosso Paolo Cuccia - la diffusione di prodotti di qualita' su tutto il territorio, ed e' proprio le aspettative di esperienze di gusto a rendere cosi' piu' attraente la meta Italia per i turisti. Tra i premiati molto i giovani che hanno lavorato all'estero, noi italiani siamo infatti molto piu' internazionali di quanto ci diciamo. Dobbiamo abituarci a queste nuove frontiere in cui i ristoratori e i pasticceri all'estero sono un pezzo importante per la nostra economia''.
Tra i premi speciali il 'Pasticcere emergente 2013' e' una donna: Francesca Castignani che, dopo tre anni al fianco di Pierre Hermé, è tornata nella sua città: Tarquinia. Miglior packaging a Luca Mannori di Prato e miglior sito web alla pasticceria Marra di Cantù (Como).
La novità 2013 è il premio speciale "i classici di domani", per l'interpretazione più originale di un grande dolce italiano, assegnato a Maurizio Colenghi di Montichiari (BS) con la sua Torta Mikibi, versione moderna del tiramisù. ''La pasticceria oggi deve essere rinnovata, resa piu' leggera, e la guida del Gambero Rosso fa emergere - ha detto il numero 1, Massari - la migliore artigianalita'''. Un volume, ha concluso il pasticcere bolognese Fabbri, che ''fa crescere la cultura dei clienti che quando trovano la qualita' nel prodotto cominciano a fare distinzione e scelte oculate''
22 novembre 2012
Nuove cabine telefonica a New York City
MILANO - La prima è stata attivata all'incrocio tra la dodicesima e Broadway, in pieno centro a Manhattan. È la nuova cabina telefonica, battezzata SmartScreen, che nelle prossime settimane rinnoverà il look alle strade di New York e faciliterà la vita ai cittadini della Grande Mela. Hotspot Wi-Fi e schermo da 32 pollici dove cercare informazioni sui dintorni. Il progetto, annunciato lo scorso aprile e realizzato grazie alla partnership tra Cisco e Lg con la società capofila della rinascita dei chioschi, City 24x7, è partito martedì con le prime 25 attivazioni, cui ne seguiranno dieci volte tanto nelle prossime settimane. Se tutto andrà come sperato nei prossimi mesi verrà esportato anche in altri grandi città Usa, prime sulla lista sono Chicago, Boston, Washington, Miami e Los Angeles.
SMARTSCREEN - “Informare, proteggere e rivitalizzare” sono le finalità dell'ammodernamento dei telefoni pubblici, e dell'utilità delle cabine i newyorkesi se ne sono accorti durante l'uragano Sandy: in mancanza di elettricità i cellulari sono rimasti muti e l'unico modo per chiamare era dalla linea fissa. I telephone booths in quell'occasione si sono rivelati un'ancora di salvezza per molti. Il progetto punta molto alla localizzazione delle informazioni: sugli schermi multi-touch il quartiere di appartenenza è mappato con dovizia di particolari, dalle attività commerciali ai luoghi pubblici, alle informazioni sul traffico e i mezzi di trasporto. Un sistema di alert avvisa l'utente delle emergenze in corso ed è possibile chiamare i soccorsi o denunciare un'emergenza alle forze dell'ordine locali. Non è prevista la libera navigazione in internet, i contenuti e servizi si attivano tramite app – sedici al momento quelle disponibili. Una delle prossime che saranno messe a disposizione permetterà di telefonare tramite Skype. Insomma un mega tablet appeso a un pannello, disponibile per tutti. Gli schermi hanno un'autonomia di 48 ore in caso di black-out elettrico e le postazioni sono utilizzabili anche da non vedenti e disabili grazie al lavoro condotto dal consorzio insieme al Commissario per le disabilità dell'amministrazione Bloomberg.
PUBBLICITA' E TAXI - L'uso degli smartscreen è gratuito e lo sarà per sempre se, come scommettono gli artefici del progetto, i commercianti locali investiranno in inserzioni pubblicitarie. A crederci è anche il Comune che ha siglato un accordo con City 24/7 per il 36 per cento degli introiti derivanti dalla pubblicità, accordo che entrerà in vigore al termine del periodo di lancio, ovvero nel 2013. Allora ci sarà anche un'altra novità per New York, i nuovi taxi (che saranno prodotti da Nissan) dovranno avere in dotazione obbligatoria almeno tre porte di alimentazione per ricaricare i dispositivi mobili: una con presa da 12 volt, le altre due Usb. In via ancora sperimentale invece un'altra iniziativa per le macchine gialle (30 autoveicoli interessati), l'introduzione di iPad con app per effettuare i pagamenti online. Muoversi per la Grande Mela sarà ancora più facile.
Love Bonus in Cina.
È il bonus dell’amore, uno speciale premio produzione aziendale riservato a chi, senza compagno o compagna, si impegni per trovarne presto una o uno, tra le mura dell’ufficio o anche al di fuori. L’idea di questo premio speciale in denaro è venuta a un’azienda cinese di Chengdu, capitale della provincia del Sichuan, ritenuta una sorta di Silicon Valley della Cina occidentale, per via della presenza di molte aziende in campo tech nella zona. La motivazione: l’armonia di gruppo, che una vita sentimentale sana porterebbe in tutti gli uffici. Non a caso per presentare il premio è stato scelto il mese di novembre: il giorno 11 infatti si festeggia da diversi anni il Singles Day, alternativa alla festa degli innamorati, dedicata a chi invece è solo.
IL PREMIO – In tutto si tratta di circa 140 euro, donati dal datore di lavoro in contante a quei dipendenti che dimostrino di aver voglia di accasarsi. La cifra del “love bonus” potrà essere utilizzata per portare a cena la propria conquista, per abbellirsi, o anche più semplicemente per arrotondare il salario mensile. L’importante è che invogli il dipendente single a trovare l’amore e riuscire così, come raccontano i dirigenti della software house che ha inventato il bonus, a migliorare l’armonia in ufficio, e a creare rapporti distesi e un clima sereno e produttivo al lavoro. Elemento che secondo gli stessi capi aziendali mancherebbe invece avendo un alto numero di single tra i dipendenti. E per dimostrare che il male d’amore è una cosa seria, tanto quanto una malattia, la stessa azienda dà l’opportunità a chi chiude malamente una relazione di stare a casa due giorni ricevendo ugualmente il salario, proprio come accadrebbe in caso di influenza.
IL NUMERO 11 – L’idea arriva non a caso ai primi di novembre: ogni anno infatti, il giorno 11/11, dagli anni Novanta la Cina festeggia il Singles Day, il corrispettivo del nostro San Faustino festeggiato il giorno seguente San Valentino, una festa pagana per celebrare con orgoglio il proprio essere single, diventata, come in Occidente il 14 febbraio, occasione per shopping sfrenato, regalini, cene e serate fuori. In Cina, l’e-commerce subisce una tale impennata che il Single Day è ormai divenuto importante al pari del Natale per l’Occidente. E la scelta dell’11/11 deriverebbe proprio dalla presenza di 4 unità, 4 single appunto, nella data stessa. Sempre non per caso, l’azienda cinese avrebbe scelto di dare un premio pecuniario ai single di 1112 yuan, ovvero, semplicemente, 1111+1: quel che accade allo scapolo o alla nubile se si unisce e diventa una coppia.
Più donne che uomini al volante sorpasso avvenuto
MILANO-La patente? È roba da femmine. Negli Stati Uniti il numero di donne al volante ha superato quello degli uomini. Per la prima volta da quando pistoni e cilindri hanno sostituito i cavalli, quelli in carne e ossa.
SVOLTA EPOCALE-A rivelarlo è uno studio dell'Università del Michigan che prende in esame dati dal 1995 a oggi. Una «rivoluzione» che avrà effetti su tutta l'industria modificando priorità ed esigenze in base al nuovo trend demografico. Come spiega Michael Sivak, ricercatore nell'ateneo americano: «Le donne apprezzano di più vetture compatte e dai consumi bassi, sono più attente alla sicurezza e fanno meno incidenti». Secondo il documento, in 15 anni la percentuale di uomini fra i 25 e i 29 anni che ha ottenuto la patente è calata del 10,6% contro il 4,6% del «gentil sesso». Rispetto al 1950 c'è un abisso: allora meno della metà delle prendeva in mano un volante. Stando ai numeri diffusi nel rapporto, le donne con un permesso di guida negli Stati Uniti sarebbero 105.7 milioni , mentre i maschi si fermano a 104.3.
21 novembre 2012
Dagli scarti della frutta carta pregiata
Sono prodotte grazie agli scarti di lavorazioni agro-industriali. Bucce e polpa di arancia avanzate dalla produzione di succhi e spremute, residui di mais, olive, mandorle, nocciole, kiwi e caffè, sono trasformati, dopo un complesso procedimento, in bobine di carta. Un prodotto ecologico dai toni che rimandano ai vegetali da cui ha origine: anche l’energia utilizzata dalla cartiera che ha ideato la carta (chiamata Crush), è al 100% autoprodotta grazie alle turbine che trasformano la forza idrica in elettricità.
FRUTTA E VERDURA - Favini non è nuova all’inserimento di verdure nella carta. Anni fa, con la produzione di alghe in eccesso negli ambienti lagunari a rischio, la cartiera, che ha la sua sede principale a Rossano Veneto (Vicenza) ha brevettato Shiro Alga Carta. «Nel caso di Crush, acquistiamo i residui di scarto sotto filiera. Per esempio il pastazzo di agrumi è ciò che resta delle arance dopo la spremitura, dopo che aziende specializzate nei dolcificanti hanno estratto la pectina, e quelle cosmetiche le essenze e, addirittura, dopo che aziende di pneumatici hanno estratto gli oli e la gomma che va a sostituire parte del petrolio nei battistrada», elenca Michele Posocco, brand manager di Favini. «A fine filiera, arriviamo noi, quando il pastazzo sarebbe pronto per essere pellettizzato e destinato alla combustione. Oppure micronizzato e miscelato ai mangimi per animali. O, peggio, eliminati in discarica». Così, invece di finire nel fuoco, questo nobile residuo dell’agro-industria è riportato in vita, sotto forma di bobina di carta che si trasformerà in quaderno, blocco, foglio per disegnare. E solo dopo essere stata utilizzata per scrivere, questa carta andrà al riciclo.
SOSTITUZIONE - «Abbiamo sperimentato vari materiali, ma per ora ne abbiamo messi in produzione sette, quelli che hanno la resa migliore. Come il pergamino, la pellicola che ricopre il chicco di caffè», continua Posocco, che spiega: «Ogni anno in Italia 1 milione di tonnellate di arance è destinato alla produzione di succhi, ma solo 40% dei frutti è effettivamente utilizzato. Quello che resta ha un valore inestimabile». Ai consumatori questa carta, appena messa in produzione e premiata a Monaco con il Luxe Pack in Green, premio assegnato all’azienda che presenta la soluzione più innovativa in ambito ecologico, dovrebbe costare circa il 20% in meno rispetto a un prodotto in cellulosa. «Al momento, a causa dei limiti tecnici dell’impiantistica, gli scarti agro-industriali sostituiscono per il 15% la cellulosa proveniente da albero», conclude Posocco. Per il 55% la carta è prodotta con fibra vergine proveniente da piantagioni certificate (secondo gli standard del Forest Stewardship Council) e per il 30% da fibra riciclata post-consumo. Ma l’obiettivo è continuare ad aumentare la percentuale di scarti di frutta e verdura e diminuire quella di cellulosa. Crush è disponibile in sette tonalità di colore, riferite alle rispettive materie prime utilizzate: mais, agrumi, kiwi, olive, mandorle, nocciole e caffè.
Barista pentita spegne le slot
CREMONA - Una signora di mezza età si piega per raccogliere da terra la spina e infilarla nella presa della corrente. La barista la ferma: «L'ho staccata io, le slot sono fuori uso». Quando la cliente esce, aggiunge: «Le ho spente perché non sopportavo più di vedere persone che si rovinavano in quel modo».
Di macchinette, nel bar tabaccheria «Gio» di via Mantova, prima periferia di Cremona, Monica Pavesi ne ha due. «Non le volevo sin dall'inizio, a me - dice - interessava solo il Totocalcio, i cui proventi però sono crollati. E così, per non essere in perdita, sono stata costretta a tenerle». E ad assistere allo «spettacolo» che ogni giorno andava in scena dall'altra parte del banco, a destra dell'ingresso. «I giornali e la televisione - racconta - la crisi l'hanno scoperta da qualche mese. Io, invece, ce l'ho davanti agli occhi da tre anni. Italiani e stranieri, molti anziani ma anche giovani, forse più donne che uomini: gente che non se la passa bene e si aggrappa ai videopoker spendendo tutto quello che ha».
La barista anti slot ha rilevato il locale nel 1987 e ha ancora un mutuo da pagare. «A me piace fare i caffè, parlare con i clienti. Non voglio più avere a che fare con chi è convinto che il denaro per vivere arriva da quegli apparecchi».
Il «silenziatore» è stato messo un mese fa. Una decisione che sta già costando cara alla titolare perché le slot incassavano 40-50 mila euro al mese e il 6 per cento (1.500 euro ogni quindici giorni) andava a lei. Una decisione che in futuro potrebbe costarle ancora di più: il contratto scade nel 2015 ed è probabile che la concessionaria si farà sentire. «Che danni avrò? Non lo so. Mi dicevano che non potevo recedere». Ma intanto il Comune, impegnato in una crociata contro le slot, ha deciso che premierà la barista. «Ha fatto un gesto coraggioso - dice il vicesindaco Carlo Malvezzi - che può essere un esempio per tutti i suoi colleghi».
Adesso, dunque, l'ultima frontiera della lotta alle macchinette mangiasoldi che scatenano il «gioco compulsivo», autentica malattia che rovina migliaia di famiglie, arriva dai locali che per la prima volta - vista l'assenza dello Stato, che dal gioco ricava 12,5 miliardi l'anno - lanciano la questione morale. In Lombardia, dove negli ultimi dieci mesi le 60 mila slot hanno bruciato 10 dei 60 miliardi (stime prudenti) inghiottiti in Italia dal gioco d'azzardo, la rivolta silenziosa di Monica Pavesi è già stata raccolta dal presidente dei baristi di Bergamo aderenti all'Ascom: «Non è danneggiando gente che magari ha già i suoi problemi - dice Giorgio Beltrami - che si giustificano certi guadagni».
Ma chi rinuncia alle macchinette, da cui arrivano quasi sempre gli incassi che permettono di tenere aperto il bar, avrebbe bisogno di sostegno. Anche perché le concessionarie invogliano sempre più i baristi a installare le slot. Lo racconta Simone Feder, psicologo, impegnato da anni nella lotta alle slot e nell'assistenza ai malati da gioco a Pavia, che è in testa alla classifica delle città italiane per spesa pro capite alle macchinette (2.870 euro all'anno). «Alcune concessionarie - dice Feder - con le slot offrono un pacchetto che prevede anche l'installazione gratuita di telecamere di sorveglianza, mega televisore al plasma e impianto d'allarme». E, così, resistere diventa sempre più difficile.
Si chiama Sam Sung e lavora alla Apple.
[Esplora il significato del termine: MILANO - Il ragazzo deve avere i nervi d’acciaio. Non passa giorno infatti che i colleghi di lavoro si fanno beffa di lui con ogni genere di freddura. Stiamo parlando di Sam Sung. Il suo lavoro: in un negozio Apple. Il biglietto da visita di Sam SungIl biglietto da visita di Sam Sung SAM E LA COLLEGA ANN DROID - Sta facendo il giro del web: un biglietto da visita che sembra troppo bello per essere vero. Nell’Apple Store Pacific Centre di Vancouver, in Canada, c’è un giovane dipendente che da settembre 2010 risponde proprio al nome di Sam Sung. La sua qualifica: «Specialist». A scovarlo è stato il blogger Jim Dalrymple di The Loop. E ora, ironia della sorte, i commenti sarcastici si sono spostati tutti sui blog e nei forum. Un esempio: «Sam Sung ha un collega di lavoro di nome Mike Rosoft. E una che si chiama Ann Droid». Alcuni blogger di siti tecnologici notano che i creativi di Cupertino non possono assolutamente farsi scappare questa occasione e assumere Sam Sung come «uomo immagine» della Mela. C’è già lo slogan: «Sam Sung vi consiglia il nuovo iPhone». Il profilo su LinkedinIl profilo su Linkedin BATTAGLIA - Tra i due giganti della tecnologia, come noto, non scorre buon sangue. Non solo sono acerrimi concorrenti a livello commerciale, ma la battaglia - a suon di carte bollate - si è spostata da tempo sul campo dei brevetti, con cause e controcause aperte in diversi Paesi del mondo. ] MILANO - Il ragazzo deve avere i nervi d’acciaio. Non passa giorno infatti che i colleghi di lavoro si fanno beffa di lui con ogni genere di freddura. Stiamo parlando di Sam Sung. Il suo lavoro: in un negozio Apple.
Il biglietto da visita di Sam SungIl biglietto da visita di Sam Sung
SAM E LA COLLEGA ANN DROID - Sta facendo il giro del web: un biglietto da visita che sembra troppo bello per essere vero. Nell’Apple Store Pacific Centre di Vancouver, in Canada, c’è un giovane dipendente che da settembre 2010 risponde proprio al nome di Sam Sung. La sua qualifica: «Specialist». A scovarlo è stato il blogger Jim Dalrymple di The Loop. E ora, ironia della sorte, i commenti sarcastici si sono spostati tutti sui blog e nei forum. Un esempio: «Sam Sung ha un collega di lavoro di nome Mike Rosoft. E una che si chiama Ann Droid». Alcuni blogger di siti tecnologici notano che i creativi di Cupertino non possono assolutamente farsi scappare questa occasione e assumere Sam Sung come «uomo immagine» della Mela. C’è già lo slogan: «Sam Sung vi consiglia il nuovo iPhone».
BATTAGLIA - Tra i due giganti della tecnologia, come noto, non scorre buon sangue. Non solo sono acerrimi concorrenti a livello commerciale, ma la battaglia - a suon di carte bollate - si è spostata da tempo sul campo dei brevetti, con cause e controcause aperte in diversi Paesi del mondo.
20 novembre 2012
Treno di lusso da provare
Joannesburg (Sud Africa), 18 nov. (LaPresse/AP) - Un treno di lusso in Sud Africa per consentire ai viaggiatori di godere delle bellezze del Paese. Il convoglio, non a caso, si chiama 'Pride of Africa': ha 11 carrozze, sette per i passeggeri, una con una piattaforma panoramica, una con il ristorante e due per il personale. Sul treno possono viaggiare al massimo 42 passeggeri. Tutti i vagoni hanno a disposizione frigoriferi, dove conservare bibite fresche per ristorarsi nel viaggio. In cuccetta un bagno privato, doccia calda, asciugacapelli, esattamente come in hotel. Fare turismo su questo treno de luxe significa poter passare in tutte le principali città sudafricane, ma anche visitare altri Stati del continente nero, come Tanzania, Zambia e altri Paesi. A ogni fermata il viaggiatore può scendere e visitare il posto in auto o con aerei leggeri o altri mezzi. Basta avere 30 giorni a disposizione. Il treno viaggia a 60-70 chilometri orari.
fermato aveva un ufficio in auto
Berlino (Germania), 17 nov. (LaPresse/AP) - Fermando per eccesso di velocità un automobilista, alcuni poliziotti della regione tedesca del Saarland si sono trovati di fronte una scena a dir poco insolita. L'autista indisciplinato, fermato lunedì per avere guidato a 130 chilometri all'ora in una zona in cui il limite era di 100 km/h, aveva allestito nella sua Ford station wagon un vero e proprio ufficio mobile, con computer, stampante, chiavetta usb per il collegamento a internet, antenna WLAN e invertitore di corrente per dare energia al tutto, montato su un apposito telaio in legno sistemato sul sedile del passeggero anteriore. A completare il quadro c'erano inoltre un navigatore satellitare e un telefono cellulare, montati sul lato interno del parabrezza. Non ci sono prove che l'uomo stesse usando la sua attrezzatura mentre guidava, quindi la polizia ha potuto fargli solo una multa per eccesso di velocità da 120 euro e ipotizzare una possibile sanzione per trasporto di oggetti non debitamente fissati nella sua auto.
Cervi al centro Commerciale
Coralville (Iowa, Usa), 19 nov. (LaPresse/AP) - I clienti di un centro commerciale Kohl's a Coralville, in Iowa, hanno avuto stamattina una rara opportunità di ammirare la fauna selvatica dopo che una femmina di cervo e due cerbiatti hanno usato la porta automatica per entrare nel negozio. I piccoli hanno aspettato nell'ingresso, mentre la mamma ha passeggiato lungo il corridoio. A quel punto i dipendenti del negozio hanno aperto una porta secondaria e la femmina è uscita. I cerbiatti, invece, si sono girati e hanno lasciato il centro commerciale usando nuovamente la porta automatica.
19 novembre 2012
Pista da sci ad Ostia...ma che fumano ?
ROMA - Il senso di Roma per la neve. E' il titolo che - parafrasando quello di un noto film - potrebbe avere l'ultima polemica che coinvolge le amministrazioni di centrodestra di Campidoglio e Regione Lazio. Le opposizioni contestano l'ok del Comune di Roma al progetto di realizzare piste da sci (con neve artificiale, va da sé visto il clima) sul litorale di Ostia. Ma non è la prima volta che la balzana idea diventa un capitolo di bilancio.
Un cannone sparaneveUn cannone sparaneve
CIRCO MASSIMO E PARCHI - Due anni fa, il Comune aveva annunciato di voler candidare le «alture» e le discese del Circo Massimo ad ospitare i Mondiali di sci di Fondo 2012. Il progetto, grazie al cielo, abortì. Ma appena due mesi fa l'idea era tornata in voga, tanto da provocare le ire di Andrea Carandini, che sul Corriere aveva sbottato: «Il Circo Massimo non è il Monte Rosa». Nell'autunno 2011, inoltre, ci aveva provato anche la presidente della Regione Lazio Renata Polverini, che nel bilancio dell'ente aveva inserito - nel cosiddetto Piano Casa - progetti di piste da sci da realizzare in aree naturali protette. Certo, non era Ostia, ma l'operazione aveva scatenato le ire dell'allora ministro per i Beni Culturali Giancarlo Galan, che aveva minacciato di dimettersi se i fondi per le piste nei parchi non fossero stati cassati.
Neve al Circo Massimo nell'inverno 2011-12 (Ansa)Neve al Circo Massimo nell'inverno 2011-12 (Ansa)
SPORT IN AEREA PROTETTA - Anche per il progetto del Campidoglio su Ostia, si tratterebbe di costruire infrastrutture sportive in area protetta da vincolo paesaggistico. E questa volta sono tutti gli esponenti del Pd a ribellarsi, perchè l'idea di creare piste da sci ad Ostia, nel XIII Municipio di Roma - con tanto di sparaneve artificiale, su un'area pubblica tra il lungomare e la pineta- più che far ridere inquieta: «La giunta Alemanno ci ha abituato ai progetti più bizzarri come la F1 all'Eur, lo sci di fondo al Circo Massimo, le rievocazioni folkloristiche di battaglie storiche, le costose ricollocazioni delle antiche statue romane all'interno dei musei capitolini - interviene il consigliere Pd Monica Cirinnà -. Mai un progetto compatibile che aggiunga valore alla città. Ora il finanziamento bislacco della pista da sci ad Ostia in stile Dubai e per giunta all'interno dell'area protetta. Tanto varrebbe progettare di portare il mare a Rieti e realizzarvi un finto litorale con tanto di acqua salata».
ERA SOLO UN MALINTESO - Alla fine di una giornata di invettive e scontri politici, interviene a gettar acqua lo stesso ideatore del progetto di un impianto sciistico ad Ostia: «Dopo le precedenti polemiche a marzo, il progetto del litorale è stato modificato mettendo da parte per il momento le piste da sci - rivela Augusto Bonvicini, consigliere Pdl del XIII Municipio -, ma si potrebbe pensare ad impianti stagionali da installare solo durante l'inverno». Eppure nel bilancio del Comune di Roma sarebbe rimasta una voce da 1,5 milioni di euro per impianti sportivi sul litorale romano. «Non sono per lo sci - rassicura il presidente del XIII, Giacomo Vizzani - ma solo per opere rivolte al mondo del golf».
ALEMANNO: «MAI IPOTIZZATO SCI» - Campi da minigolf, dunque, che potranno ospitare i mondiali di questo sport, e una piattaforma di mille metri quadrati, un'arena per lezioni di ginnastica, arti marziali e spettacoli. E il sindaco Alemanno ribadisce: «Nel XIII Municipio un project financing che aveva inizialmente proposto una pista di sci. E' stato ovviamente modificato sostituendo la proposta con un impianto di minigolf». Poi attacca: «Invito tutti gli organi di informazione a non montare campagne ridicole e fuorvianti su presunti impianti di sci nel territorio di Roma Capitale - dice il sindaco -. La nostra Amministrazione non ha mai neppure ipotizzato di stanziare un euro su progetti di questo genere».
Il declino degli sms
MILANO – Il «messaggino» è pratico, poco invasivo e sa scaldare il cuore. È immediato, ma al tempo stesso sa aspettare. Costa poco e piace a figli, genitori e nonni. Ma nonostante questo qualcuno sta già individuando una sua graduale uscita di scena. Succede in America, ma anche in Cina, Filippine, Spagna e Olanda, dove iniziano a registrarsi i primissimi, e ancora timidi, segnali di débacle, con un conseguente abbassamento dei ricavi per gli operatori del settore wireless. Negli ultimi anni avevamo assistito al grande fenomeno del declino della voce nella telefonia, rimpiazzata in men che non si dica dal testo, che ha mandato in pensione la vecchia e ormai desueta telefonata per comunicare. Ora, ironia, della sorte, lo short message service potrebbe subire la stessa sorte. Per la prima volta infatti negli Usa si registra una contrazione nel volume di messaggini, anche se di pochi punti, ma soprattutto per la prima volta nella storia gli sms hanno smesso di crescere.
VENT’ANNI DI VITA - Se il trend registrato dagli analisti della Chetan Sharma sarà confermato, il destino è già tracciato e, dopo quasi vent’anni di gloria, l’sms nella sua forma classica e originaria sta per tramontare. Gli utenti comprensibilmente preferiscono sempre più servizi alternativi come iMessage, BlackBerry Messenger e, soprattutto, WhatsApp, ma anche Viber e Jaxtr SMS, che sfruttano la connessione dati, riducendo drasticamente il prezzo di ogni messaggio inviato.
I DATI – Le cifre parlano chiaro: nel terzo trimestre gli americani si sono scambiati “solo” 678 sms al mese contro i 696 del mese precedente, sancendo un declino del 3 per cento che desta non poca preoccupazione tra gli operatori, ben consapevoli che il loro modello di business sta subendo una spiegabilissima minaccia. Attualmente più del 50 per cento dei possessori di cellulare ha uno smartphone, ma quando questa percentuale crescerà ulteriormente i messaggini saranno ancor più a rischio. Le applicazioni libere e gratuite come Viber ( viber.com ), Jaxtr SMS (jaxtrsms.com ) e iMessage ( www.apple.com ) non possono che essere vincenti rispetto ai messaggini tradizionali e questo lo sa bene anche il Ceo di AT&T Randall Stephenson, che dichiara tutta la sua preoccupazione a fronte di queste moderne e gratuite alternative. Inoltre ci sono i cosiddetti voice/instant messaging services, come Google Voice o come Likewise, che permettono agli utenti registrati di inviare e ricevere messaggi testuali gratis. Infine non vanno trascurati i social network, che offrono un servizio differente rispetto agli sms, ma in qualche modo sono competitivi, costituendo comunque una forma di comunicazione istantanea e testuale soprattutto per i giovanissimi.
GLI OPERATORI TELEFONICI – Ma cosa fanno i carriers delle tlc americani per contrastare le minacce provenienti dalle alternative? Lo spiega Linda Barrabee, analista della società NPD Group, che sottolinea come ora il bersaglio cruciale per gli operatori stiano diventando i data plans, ovvero gli abbonamenti con canoni mensili per navigare su internet, che contemplano ormai un traffico vocale e testuale illimitato. Ma l’altro fenomeno sempre più vistoso, spiega ancora Barrabee, è dato dalla crescente saggezza degli utenti, sempre più attenti e sempre più consapevoli.
Un pilota di aereo su tre dorme in cabina.
Sui cieli europei un pilota su tre si è addormentato almeno una volta ai comandi e quattro capitani tedeschi su cinque rivelano di aver compiuto errori per troppa stanchezza. Il domenicale Bild am Sonntag (BamS) rivela gli allarmanti risultati di uno studio compiuto dalla «European Cockpit Association» (Eca), l'associazione europea dei piloti, che ha interrogato 6mila comandanti d'aereo del Vecchio Continente. Ne è risultato un quadro piuttosto allarmante, con il 92% dei piloti tedeschi che affermano di aver guidato un aereo anche se erano troppo stanchi per farlo.
LA TESTIMONIANZA - Nel maggio scorso un velivolo era stato costretto ad atterrare in emergenza a Monaco di Baviera, poiché entrambi i piloti erano stremati dalla fatica. Un pilota tedesco racconta alla BamS l'esperienza vissuta in prima persona tre anni fa durante un atterraggio nella capitale bavarese. «Stavo atterrando con un Airbus A319 proveniente dalla Spagna e per me era il quarto volo della giornata con 15 ore di servizio alle spalle», confessa il comandante. «Avevo 156 persone a bordo ed all'improvviso ebbi uno spavento», dichiara il comandante tedesco, «quando il mio copilota mi chiese, chiaramente non per la prima volta, di aprire in fase di atterraggio l'ipersostentatore (flap). Avevo perso l'orientamento e mi ero addormentato per un attimo». (fonte: Agi)
09 novembre 2012
Amministratore Ryanair...Cinture Inutili.
Michael O’Leary è noto per i modi spicci, l’eloquio non sempre elegantissimo e le idee quantomeno bizzarre. Come l’ultima di voler destinare la parte posteriore dei voli della Ryanair – compagnia di cui è amministratore delegato – ai viaggiatori in piedi, «perché in fondo l’aereo non è altro che un fottuto autobus con le ali ed è assurdo pagare 500 sterline per andare da un posto all’altro ed è meglio spendere quei soldi per fare altro». Infatti, se mai le autorità dovessero accogliere la sua proposta (tuttora bocciata per motivi di sicurezza da quelli che lui stesso definisce «un branco d’imbecilli»), O’Leary assicura che una «corsa in piedi» su un volo Ryanair costerebbe appena 1 sterlina e si dice sicuro che «fra un posto seduto a 25 sterline e uno in piedi a 1 sterlina, tutti sceglierebbero subito quest’ultimo».
L'INIZIATIVA CONTROVERSA E LA PROVOCAZIONE - Peccato però che per sponsorizzare la sua controversa iniziativa (che prevede l’eliminazione di dieci file posteriori di sedili su ogni aereo per recuperare lo spazio necessario ai viaggiatori in verticale) il boss della Ryanair si sia scagliato contro le cinture di sicurezza attualmente in dotazione sugli aerei, bollandole sul Telegraph come «totalmente inutili e imposte da persone (i boss dell’aviazione, ndr) che si sentono come James Bond e che dopo 50 anni sono ancora convinte che volare sia una meravigliosa esperienza sessuale e non semplicemente un modo veloce per raggiungere una destinazione. Se ci fosse un incidente aereo, Dio non voglia, le cinture non salverebbero proprio nessuno, perché non servono a niente. Del resto, non ne hai bisogno sulla metropolitana e nemmeno sui treni che viaggiano a 120 miglia all’ora e se questi si schiantano, si muore tutti».
LE NORME - Le attuali norme impongono ai passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza durante le manovre di decollo ed atterraggio e in presenza di turbolenze («ma siamo in Europa e qui non ci sono zone di grande turbolenza», obietta ancora il signor Ryanair). Una prassi che sarebbe però impossibile da seguire in caso di viaggio in piedi, con comprensibile rischio per i passeggeri. «Tutte storie – conclude O’Leary – perché basterebbe attaccarsi ad una semplice maniglia al momento dell’atterraggio e non ci sarebbero problemi». Che si tratti dell’ennesima provocazione in stile Ryanair oppure no, meglio comunque continuare per ora a dar retta alla hostess e ad allacciare le cinture.
La Francia dichiara guerra alla nutella
PARIGI - «Produrre olio di palma provoca deforestazioni massicce che compromettono l’ecosistema», dice il potente ministro del Budget Jerôme Cahuzac, e in mente ha l’inaspettato nuovo nemico pubblico francese, la Nutella. Cahuzac sostiene la sovratassa sulla Nutella proposta dai senatori, perché «è tempo che i consumatori se ne rendano conto». La commissione degli Affari sociali del Senato ha adottato mercoledì un emendamento al bilancio della Sécu, il sistema di sicurezza sociale francese, che punta ad aumentare del 300% la tassa sull’olio di palma utilizzato in decine di prodotti alimentari, tra i quali il più consumato – e amato – è la Nutella.
Solo in Francia, nel 2010-2011 la Nutella ha raggiunto vendite per un miliardo di euro, su un totale di sette in tutto il mondo. «La sovratassa sull’olio di palma è un segnale alle industrie agro-alimentari perché sostituiscano questo ingrediente con altre sostanze meno dannose - dice il relatore della commissione Yves Daudigny -. L’olio di palma è molto usato perché costa poco ma è troppo ricco di acidi grassi saturi nocivi per la salute». L’«emendamento Nutella» comporta 300 euro da pagare in più per tonnellata: la tassa attuale è di 98,74 euro la tonnellata. Nelle casse dello Stato dovrebbero arrivare 40 milioni di euro in più. Non è la prima volta che lo Stato francese sceglie di colpire alcuni prodotti, aumentando le tasse su quelli giudicati poco salutari. In passato è stata la volta della Coca-Cola e delle altre bevande gassate, per non parlare delle sigarette. Finora mai toccati invece alimenti tradizionali della Francia, come vino o foie gras.
Auguri Diabolik !
MILANO - Diabolik compie 50 anni. E per festeggiare l'anniversario d'oro del fumetto del brivido al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano è in mostra la sua storia. Il titolo? «Cinquant’anni vissuti diabolikamente», dal 10 al 21 novembre al padiglione Olona. Una sorta di «diaboliko museo» itinerante, che ha già toccato numerose tappe italiane con grande partecipazione di pubblico e che arriva – in versione aggiornata e arricchita – nella città che ha dato i natali alla casa editrice Astorina e che ancora oggi ne ospita la redazione.
LA LOCATION - Nemmeno la scelta della location è casuale: la tecnologia e l’innovazione, unite alla creatività, sono da sempre presenti negli albi del Re del Terrore: l’ideazione di colpi apparentemente impossibili, la costruzione di marchingegni e apparecchiature futuristiche, le fughe rocambolesche per sfuggire agli agguati dell’implacabile Ispettore Ginko, caratterizzano da sempre le avventure di Diabolik. La mostra si articola attraverso 22 teche – divise per temi – contenenti scritti, tavole, oggetti e diabolike memorabilia che permettono di approfondire i molteplici aspetti del mondo di Diabolik.
I CIMELI - Per la prima volta sono esposti al pubblico numerosi cimeli di grande interesse per gli appassionati del fumetto e i semplici curiosi: le tavole originali dei primi numeri, una copia dell’introvabile e preziosissimo numero 1 del 1962, rari gadget d’epoca, pagine di sceneggiatura uscite dalla macchina per scrivere di Angela Giussani. Particolare attenzione è stata posta all’evoluzione del personaggio nei decenni: Diabolik è stato ed è testimone del suo tempo, e l’impegno nelle campagne sociali a favore del divorzio, contro la pena di morte o l’abbandono degli animali, documentate in una sezione della mostra, ne sono un esempio. Alcuni monitor mostrano ai visitatori filmati d’epoca, gallerie d’immagini, il trailer del film “Diabolik” del 1968 girato da Mario Bava… e sono solo esempi della ricca documentazione proposta. Sono inoltre disponibili tre totem interattivi per permettere al pubblico di “sfogliare” elettronicamente il primo numero di Diabolik e di interrogare la banca dati della redazione alla ricerca di curiosità, di episodi o nomi apparsi nei quasi 800 albi pubblicati fi no ad oggi. Infi ne un maxi schermo proietta il documentario “Le Sorelle Diabolike”, prodotto da Michele Bongiorno e dedicato all’appassionante vita di Angela e Luciana Giussani. Particolare attenzione è poi dedicata alla Jaguar E-type coupé del ’61, da sempre compagna d’avventure di Diabolik. Oltre all’auto vera, impeccabilmente restaurata per l’occasione, una serie di bacheche ospita modelli in scala della stessa realizzati da Franco Nodo e modifi cati per mostrare tridimensionalmente alcuni dei più spettacolari trucchi messi in opera dal Re del Terrore durante i suoi cinquant’anni di ininterrotte fughe. Per tutto il periodo della mostra, all’interno del bookshop del Museo sarà presente uno spazio dedicato a gadget e volumi realativi al Re del Terrore. In occasione della tappa milanese di “Cinquant’anni vissuti diabolikamente” verrà presentato, in anteprima assoluta, il trailer della serie televisiva in 13 episodi dedicata a Diabolik, prodotta da Sky Cinema, attualmente in lavorazione.
LA NASCITA DI UN MITO - Il 1° novembre del 1962 appare nelle edicole italiane il primo numero di Diabolik. Il titolo, “Il Re del Terrore”, non lascia dubbi sulla natura dell’albo. La fi rma è invece volutamente meno esplicita: “di A. e L. Giussani” ossia di Angela e Luciana Giussani, ma c’è il timore che il pubblico non sia pronto ad accogliere l’idea che dietro a un fumetto dai contenuti così duri ci siano due autrici, due colte ed eleganti signore della buona borghesia milanese. Perché Diabolik nasce a Milano negli anni del boom, boom che si misura anche dal fl usso incessante di pendolari che, scesi dai treni delle Ferrovie Nord, transitano ogni mattina da Piazzale Cadorna. Tale andirivieni non passa inosservato dalle fi nestre della casa editrice Astorina, appena fondata dalle due sorelle, che sul piazzale si affaccia. Ed è proprio per alleviare la noia del viaggio di quei pendolari che Angela e Luciana pensano di ideare un fumetto che, a differenza di tutti gli altri presenti in edicola, fosse rivolto a un pubblico adulto, che parlasse di delitti e che, per la prima volta nella storia del nostro fumetto popolare, avesse un cattivo vincente per protagonista. Anche l’innovativo formato tascabile, a due vignette per pagina, è adatto a essere facilmente letto anche in un vagone affollato e la durata di lettura di una storia è pensata pari al tempo medio di percorrenza dei pendolari: una quarantina di minuti. Nasce così quel Diabolik che, ancora oggi, si presenta ogni mese in edicola con una storia inedita (e due ristampe per gli appassionati) ed è tra i più letti e venduti fumetti italiani.
08 novembre 2012
Discriminazioni
Le discriminazioni tra uomini e donne sono un retaggio del passato o una realtà ancora diffusa? Secondo un sondaggio paneuropeo, la parità tra i sessi è ancora un obiettivo lontano da raggiungere: le differenze di trattamento per le donne continuano a perdurare nella società, sui media, al lavoro e in famiglia nei diversi Paesi europei.
L'indagine è stata condotta dal gruppo aufeminin.com, rappresentato in Italia dal portale alfemminile.com. Secondo il sondaggio, anche se la metà delle utenti italiane (54%) si sente in genere trattata in maniera paritaria rispetto ai colleghi uomini sul posto di lavoro, resta un 39% che denuncia differenze di trattamento. E' da segnalare anche un 44% di italiane che ha subito discriminazioni minime sul posto di lavoro, e una quota pari che ha dichiarato di non aver mai rilevato alcuna ingiustizia nei propri confronti. Le vere e proprie ingiustizie sul posto di lavoro sono però ancora presenti in percentuale significativa: se ne lamenta nel mostro Paese più di 1 donna su 4 (29%): la maggior parte di loro (77%) si è rivolta ad un tribunale per ottenere giustizia. Se quasi la metà (45%) è venuta a conoscenza di casi di sessismo dai media, minori percentuali hanno sentito denunciare storie del genere all’interno della cerchia di amici (24%) o della famiglia (11%). Va meglio, invece, in Francia e Germania, dove più del 60% del campione si sente considerato allo stesso modo.
Figli famosi insieme per l'Aids
Lavinia Biagiotti, Rachele Cavalli, Louis Marie de Castelbajac, Maria Sole Ferragamo, Marta Ferri, Alessandra Gucci, Alice Lemoine, Talitha Puri Negri, Lola Toscani, Rocco Toscani, Francesca Versace: sono undici come una squadra di calcio i figli d’arte che hanno disegnato in esclusiva per OVS una t-shirt parlante anti-Aids per la nuova campagna «Getting to zero» di Unaids, il Programma delle Nazioni Unite per l’Aids/Hiv.
I GIOVANI E LA MALATTIA - Di Aids si è smesso di parlare ma di Hiv ci si continua ad infettare: i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni rappresentano il 40 per cento di tutti nuovi casi. «Come può una t-shirt contribuire alla lotta all’Aids che oggi colpisce soprattutto i giovani», è la domanda fatta da Francesco Facchinetti alla presentazione del progetto nello store della catena di fast fashion italiano a Milano, mercoledì 7 novembre.
T-SHIRT E IMPEGNO - «Indossare una t-shirt che porta un messaggio è una scelta! - è l'idea di della stilista francese Alice Lemoine, 27 anni -. La sfida, però, è anche realizzarla. Creare un capo quotidiano come una t-shirt che sappia sorprendere non è affatto semplice. È quasi più facile stupire con cose particolari». Sfida riuscita, però, anche grazie all’impegno dell’ufficio stilistico di OVS che ha assecondato le scelte creative dei figli della moda. Alessandra Gucci, ha disegnato la maglietta a «T», mettendoci dentro tutte le sue passioni, film, il cane (un’idea da copiare)... Francesca Versace l’ha voluta un po’ barocca, «nel dna di famiglia», ha bande fluorescenti rosse sulle maniche quella di Rocco Toscani, è nera e quasi abito quella di Rachele Cavalli e Lavinia Biagiotti fa notare che a differenza di quel che si pensa del mondo della moda, loro si sono sentiti «una vera squadra unita per una nobile causa».
IN VENDITA DAL PRIMO DICEMBRE - Le 11 t-shirt benefiche firmate dai figli d'arte della moda (e realizzate in 50/60 mila esemplari) saranno in vendita dal primo dicembre in occasione della giornata mondiale contro l’Aids negli store OVS (oltre 600 tra Italia e estero) e online. Il ricavato contribuirà a sostenere la campagna UNAIDS «Getting to zero» non solo con la raccolta fondi ma anche con la campagna di prevenzione fatta anche dalle magliette parlanti.
Telefono azzurro lancia l'allarme violenza sui minori.
[Esplora il significato del termine: Il presidente del Senato Renato Schifani (Ansa) I casi di abuso fisico nei confronti dei minori sono più che triplicati dal 2006 a oggi. A lanciare l’allarme è Telefono Azzuro, che ha presentato in Senato il «Dossier 2012 sull’Emergenza infanzia in Italia e nel mondo». In media arrivano al 114 quattro richieste d’aiuto al giorno, di cui il 17% è per maltrattamenti o percosse. Nel 2006 le segnalazioni di questo tipo erano solo il 5,2% del totale denunce. CRESCITA - In pochi anni le segnalazioni di violenze sono quindi cresciute in modo esponenziale, passando all’11,3% nel 2010 e al 13,2% nel 2011, e solo nei primi otto mesi del 2012 sono aumentate del 3,9% rispetto all’anno scorso. Dal 2006 al 2012 è inoltre raddoppiato il numero di denunce per casi di grave trascuratezza, passando dal 5,7% al 10,4%. «Non si possono tagliare dai bilanci dello Stato risorse destinate ai bambini. Occorrono strumenti adatti e risorse adeguate: se non ci sono i servizi, i bambini non possono chiedere aiuto e nelle situazioni di emarginazione, violenza e devianza si interviene con difficoltà e in ritardo - ha dichiarato Ernesto Caffo, presidente di Sos Telefono Azzurro Onlus - È indispensabile cogliere immediatamente i segnali di sofferenza dei minori e unire le forze all’interno della comunità di riferimento tra servizi pubblici e privato sociale. L’aumento dei casi di abuso fisico - ha concluso Caffo - nasce dalla fragilità delle famiglie, ora accentuata dalla crisi economica e dall’assenza dei servizi di sostegno». SCHIFANI - «I bambini sono il nostro futuro ma anche la parte più fragile e indifesa della nostra società - ha sottolineato invece in un messaggio il presidente del senato Renato Schifani- le minacce alla loro serena crescita sono molte e spesso subdole. È un dovere quindi di tutti noi- aggiunge il presidente del Senato - mantenere sempre alta l’attenzione sui loro diritti e le loro libertà».] Il presidente del Senato Renato Schifani (Ansa)
I casi di abuso fisico nei confronti dei minori sono più che triplicati dal 2006 a oggi. A lanciare l'allarme è Telefono Azzuro, che ha presentato in Senato il «Dossier 2012 sull'Emergenza infanzia in Italia e nel mondo». In media arrivano al 114 quattro richieste d'aiuto al giorno, di cui il 17% è per maltrattamenti o percosse. Nel 2006 le segnalazioni di questo tipo erano solo il 5,2% del totale denunce.
CRESCITA - In pochi anni le segnalazioni di violenze sono quindi cresciute in modo esponenziale, passando all'11,3% nel 2010 e al 13,2% nel 2011, e solo nei primi otto mesi del 2012 sono aumentate del 3,9% rispetto all'anno scorso. Dal 2006 al 2012 è inoltre raddoppiato il numero di denunce per casi di grave trascuratezza, passando dal 5,7% al 10,4%. «Non si possono tagliare dai bilanci dello Stato risorse destinate ai bambini. Occorrono strumenti adatti e risorse adeguate: se non ci sono i servizi, i bambini non possono chiedere aiuto e nelle situazioni di emarginazione, violenza e devianza si interviene con difficoltà e in ritardo - ha dichiarato Ernesto Caffo, presidente di Sos Telefono Azzurro Onlus - È indispensabile cogliere immediatamente i segnali di sofferenza dei minori e unire le forze all'interno della comunità di riferimento tra servizi pubblici e privato sociale. L'aumento dei casi di abuso fisico - ha concluso Caffo - nasce dalla fragilità delle famiglie, ora accentuata dalla crisi economica e dall'assenza dei servizi di sostegno».
SCHIFANI - «I bambini sono il nostro futuro ma anche la parte più fragile e indifesa della nostra società - ha sottolineato invece in un messaggio il presidente del senato Renato Schifani- le minacce alla loro serena crescita sono molte e spesso subdole. È un dovere quindi di tutti noi- aggiunge il presidente del Senato - mantenere sempre alta l'attenzione sui loro diritti e le loro libertà».
05 novembre 2012
Disavventura per un Sub
"L'ho pescato perché è buono da mangiare. Non c'è niente di male, è solo un animale come altri". Ma la preda catturata da Dylan Meyer, 20enne di Seattle, non ha lasciato indifferenti gli animalisti, che sono andati su tutte le furie: il polpo gigante del Pacifico non è una specie protetta, ma una regola non scritta prevede che non venga pescato. Una regola che Meyer ha infranto, pubblicando su Facebook anche le foto della "caccia", e che gli è valsa anche la "scomunica" da parte della comunità locale di sub.
I cibi densi che spengono la fame.
Lo yogurt "light" è a basso impatto calorico, ma non dà la stessa soddisfazione che viene da un prodotto cremoso e trasmette una minore sensazione di sazietà: lo sanno bene le persone in perpetua lotta con la bilancia. Ora in loro aiuto viene un nuovo studio, secondo il quale, aumentando la densità di un alimento, a parità di calorie si può arrivare a sentirsi più sazi e appagati.
Uno dei problemi dei prodotti a basso contenuto calorico sta proprio nel fatto che la maggioranza delle persone non ne è saziata e quindi lo sceglie con maggiore difficoltà. Il nuovo studio, realizzato dagli esperti della University of Sussex e pubblicato sulla rivista "Flavour", mostra che è possibile per mezzo di sottili manipolazioni della consistenza e del sapore cremoso, far sì che anche una bevanda di yogurt alla frutta possa trasmette una piacevole sensazione di stomaco pieno, reprimendo cioè la fame indipendentemente dalle calorie del prodotto. I ricercatori hanno scoperto che aggiungendo un agente addensante, la gomma di tara (farina di semi di tara), aumenta la densità e la viscosità percepita dai consumatori della bevanda allo yogurt. Naturalmente il sapore non ha subito alterazioni.
Gli scienziati hanno così notato che agendo sulla densità, e non sulla cremosità, era possibile ottenere un effetto, anche se ancora piuttosto sottile, sulla soppressione della fame. "Probabilmente questa situazione si è avuta perché la densità è una caratteristica del cibo solitamente associata al sentirsi sazi. Le aspettative dei consumatori sono importanti e il nostro studio mostra che le persone sono sensibili a sottili cambiamenti nelle caratteristiche sensoriali orali di una bevanda. Densità e cremosità potranno essere manipolate per arrivare sempre più vicini a far provare senso di sazietà dopo aver assunto una bevanda ipocalorica", ha commentato Keri McCrickerd, che ha condotto la ricerca.
Quei ritocchini che raffreddano l'uomo.
Seni rigogliosi, labbra carnose, nasino alla francese e volto senza una ruga nonostante l'età: eppure l'amore non ne trae grandi vantaggi. Troppa chirurgia estetica, invece di suscitare il desiderio dei partner, tende a "spegnere" l'uomo. Insomma, ormai pare assodato che ricorrere al chirurgo per apparire più seduttive agli occhi del proprio compagno può trasformarsi in un boomerang. E ormai anche le donne fanno autocritica.
"Troppa chirurgia estetica fredda e allontana l'uomo. E' sbagliato ricorrere al bisturi solo per piacere di più al maschio, e oggi finalmente sono le pazienti stesse a rendersi conto che i ritocchi, quando eccessivi e troppo evidenti, soprattutto se su parti del corpo particolarmente seduttive come seno e labbra, possono essere controproducenti e far scappare il partner". Lo spiega Giulio Basoccu, chirurgo estetico responsabile della Divisione di Chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva dell'Ini (Istituto Neurotraumatologico Italiano), commentando i risultati di un'indagine condotta fra le pazienti che senza una piccola "rivoluzione" nel mondo del ritocco: per il 65% delle intervistate l'eccessivo ricorso al bisturi infatti si è rivelata controproducente. .
"Abbiamo condotto un sondaggio su 200 pazienti donne, tra i 25 e i 50 anni, chiedendo loro quali interventi di chirurgia plastica potessero aumentare la capacità di seduzione", spiega Basoccu, "Lo studio ci fornisce un importante segnale: con gran piacere abbiamo riscontrato come il 65% delle pazienti sia convinto che per essere davvero seducenti, la chirurgia plastica non è fondamentale, ma se c'è deve essere invisibile e ben dosata. Un segnale importante; oggi le donne cominciano ad avere consapevolezza di come il ricorso al bisturi possa essere un valido aiuto, ma non deve essere ritenuto la panacea di tutti i problemi, soprattutto quelli di natura sentimentale e affettiva".
In ogni caso, dovendo scegliere una parte del corpo da ritoccare, puntando a un effetto comunque di maggiore seduzione, il 56% delle interpellate indica il seno (con interventi di mastoplastica o anche lifting), mentre per il 37% anche il filler delle labbra rappresenta un'utile arma di seduzione. "Solo il 20% delle interpellate rifarebbe entrambe queste parti del corpo: le altre sono convinte che due ritocchi in parti così evidenti rendano la donna come 'di gomma'", continua Basoccu, il quale aggiunge: "Va detto che oggi un chirurgo plastico esperto è in grado di correggere seno e labbra in maniera del tutto naturale, quindi evitando l'effetto bambolona di plastica, ma certamente è vero che, se ci si affida a mani sbagliate, il rischio e' quello di vedere il proprio aspetto deturpato, proprio in quelli che sono notoriamente i punti di forza dell'appeal femminile".
Eppure, gli uomini mostrano di apprezzare una donna se il "ritocco" è fatto a regola d'arte e se l'aspetto è quello di una bellezza naturale. "Può sembrare un controsenso, ma il ritocco a lui piace se non si vede, al massimo si deve sospettare." Le bambole di plastica invece, spaventano il maschio e lo allontanano. Ed è importante che oggi anche le donne se ne siano accorte.
30 ottobre 2012
La citta Intelligente
Sapere quand'è il momento di gettare i rifiuti; non perdere due ore a cercare parcheggio, sprecando tempo ( e carburante); segnalare un incidente avvenuto davanti ai tuoi occhi. Subito, velocemente, immediatamente. La città del futuro, organizzata, efficiente, ottimizzata è già presente. E si materializza per tre giorni, tra incontri, dibattiti, mostre, da lunedì 29 a mercoledì 31, alla fiera di Bologna: è la «Smart City Exhibition», perché la città del futuro è una città intelligente, appunto smart.
L'ESPERIENZA DI SANTANDER - Si parlerà delle varie esperienze italiane ( Milano ha ad esempio un assessorato dedicato anche alla "smart city") e si parlerà di quella che forse è l'avanguardia assoluta in materia, almeno in ambito europeo, Santander. La cittadina spagnola sulle coste della Cantabria, nel nord della Peninsula, da due anni ha avviato l'integrale informatizzazione di tutta l'area urbana: dodicimila sensori registrano tutto quanto avviene e lo rimandano a un'unica piattaforma. «Una città intelligente sa coordinare tutti i servizi: generando una struttura tecnologica unica, un cervello centrale che rimanda a tutte le attività periferiche» spiega Iñigo de la Serna , giovane sindaco di Santander, 41 anni, ingegnere civile.
REALTA' AUMENTATA E POLSO DELLA CITTA'- De la Serna ha avviato due progetti in direzione della smart city: «Uno si chiama realidad augmentada. Basta puntare il proprio smartphone verso qualsiasi punto di Santander: se è un negozio, per esempio, ti dirà le sue caratteristiche, gli orari, le fermate di autobus vicine, e quando questi autobus passeranno, ecc. ecc.» racconta il primo cittadino. La "Realtà aumentata" è già fattuale: in divenire è invece Pulso de la ciudad, il polso della città, per ora sperimentato su 25 persone. «Un utente vede un incidente- spiega ancora il sindaco- lo segnala via smartphone al consigliere comunale che lo dice a un tecnico. Ma anche a un giornale locale ( El Diario Montañés) che a sua volta gli invia informazioni sulla natura del sinistro, sulle eventuali deviazioni del traffico e così via. La cittadinanza si avvicina così alla politica. E per tutti migliora la qualità della vita».
ANTIDOTO ALLA CRISI -La «città intelligente» è anche un antidoto alla crisi che in Spagna ha colpito duro, vedi il crollo del settore edilizio che aveva trainato per anni l'economia iberica. De La Serna ci punta molto: «Abbiamo firmato quattro accordi con imprese di IT che vogliono venire ad investire a Santander. La nostra è una città di quasi duecentomila abitanti, non molto grande quindi, ed ogni progetto che lanciamo è in scala totale. Ovvero lo puoi misurare su tutta l'area urbana: è chiaro che questo fa gola alle aziende. Che arrivano e creano impiego». E conclude il sindaco: «Perché l'intelligenza di una città non si misura da quanto wi-fi o quante incredibili app ci sono, ma dalla coordinazione integrale delle attività, dal cervello che le dirige». Dall'intelligenza, appunto.
Fondale dellArtico invaso dalla plastica.
ROMA - La plastica ''invade'' il fondale del Mare Artico. Da una nuova analisi condotta dai ricercatori dell'Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research tedesco (AWI)e' stato messo in evidenza come l'inquinamento sia arrivato ad intaccare la regione piu' settentrionale del pianeta e la sua biodiversita'.
Gli scienziati, attraverso una speciale apparecchiatura fotografica chiamata Ocean Floor Observation System (OFOS), hanno osservato le condizioni del fondo marino ad Hausgarten, un ''osservatorio'' del mare Artico che si trova nello stretto di Fram, tra la Groenlandia e l'arcipelago norvegese delle Svalbard.
Con oltre 2.000 immagini, i risultati dell'analisi fotografica hanno dimostrato che i rifiuti sul fondo di questa area marina - per lo piu' sacchetti di plastica - sono raddoppiati nel corso di un decennio (dal 2002 al 2011), con un picco particolare tra il 2007 e il 2011. Secondo i ricercatori un tale aumento, pari al 2%, e' una cifra ritenuta ''molto elevata'' per la regione piu' isolata della Terra aggiungendo inoltre che nella zona e' stata registrata una quantita' di immondizia superiore di quella osservata non lontano dalla industrializzata Lisbona.
Inoltre, come riporta Live Science, a preoccupare e' anche la sorte della biodiversita': quasi il 70% dei rifiuti fotografati dall'OFOS erano in stretto contatto con gli organismi delle acque profonde, potendo quindi compromettere la loro capacita' di respirare e assorbire il cibo. (ANSA)
Esordio Strepitoso in Inghilterra per James Bond !
(ANSA) - LONDRA, 29 OTT - E' record al box office nel Regno Unito per il primo weekend nelle sale di Skyfall, l'ultimo e attesissimo film di James Bond, nel cinquantesimo anniversario dall'uscita dellla prima pellicola di 007. Tra venerdi' e domenica Skyfall ha incassato 21,1 milioni di sterline (circa 26,2 milioni di euro): il piu' alto incasso per un film di James Bond nel primo fine settimana di programmazione nel Regno Unito.
26 ottobre 2012
Esselunga: I Caprotti ? Figli ingrati.
Una guerra in famiglia. Prosegue il lungo contenzioso all'interno della famiglia Caprotti che controlla i supermercati Esselunga. Giuseppe e Violetta Caprotti annunciano in una nota di aver impugnato il lodo arbitrale che aveva confermato, nel luglio di quest'anno la legittimità del blitz con cui il padre si era appropriato delle azioni dei figli. L'impugnazione è stata chiesta «per i gravi vizi processuali» nonché per la (presunta) contrarietà del lodo alle regole di ordine pubblico sulla circolazione delle partecipazioni attribuite a società fiduciarie. L'atto di impugnazione, spiega la nota, è già stato depositato presso la Corte d'Appello di Milano. E la prossima udienza si svolgerà venerdì 26 ottobre.
IL CONTENZIOSO- La controversia tra il padre Bernardo Caprotti e i figli Giuseppe e Violetta nasce dall'assetto che il padre diede al gruppo Esselunga a partire dal 1996. Da quel momento e sino al 2011 la proprietà della holding che controlla Esselunga, formalmente intestata a una società fiduciaria, era in larga misura attribuita al padre in usufrutto e ai figli in nuda e in piena proprietà. Tale assetto, stabilito sulla base di precisi patti stipulati tra padre e figli, avrebbe dovuto, da un lato, garantire l'unità della direzione imprenditoriale del gruppo nelle mani del capostipite; dall'altro, determinare una successione serena al momento della morte del fondatore. E ha mantenuto la sua stabilità per i successivi quindici anni: nel febbraio 2011 il padre, valendosi di una procura generale fattasi rilasciare dai figli nel 1996 (15 anni prima), assumendo di essere sempre stato il solo e unico proprietario effettivo delle azioni, ha intestato a sé le azioni dei figli, spossessandoli completamente non solo delle quote in nuda proprietà ma anche di quelle già ad essi appartenenti a pieno titolo. L'intestazione, affermano gli «eredi», è avvenuta a totale insaputa dei figli che lo hanno appreso «casualmente» molti mesi dopo. Il giudice, nel mese di febbraio, respinse il sequestro accogliendo la tesi del padre.
Il miele eccellenza italiana rischia di scomparire
Ci mancava il miele cinese. Industriale, di scarsa qualità, di basso costo. Niente a che vedere con il nostro, ottimo, miele. In verità, meglio sarebbe parlare di mieli, al plurale. L’Italia è l’unico Paese al mondo a vantarne oltre 50, che attingono alle numerose fioriture mediterranee. Ma la produzione (in media, più di 20 mila tonnellate l’anno) è discontinua, soprattutto a causa delle variazioni meteorologiche; e il rischio è che, pur in un periodo favorevole ai consumi (raddoppiati negli ultimi dieci anni, con 400 grammi pro capite), le insidiose importazioni attacchino il mercato. Per inciso, l’Italia importa annualmente circa 107.000 quintali di miele e il maggior fornitore è l’Argentina.
INVASIONE - La paventata invasione degli stranieri, quest’anno, preoccupa ancora di più. Infatti, dopo la felice ripresa (il nostro Paese, tuttavia, nei consumi resta sotto del 35 per cento rispetto alla media europea), il settore sta attraversando un momento difficile: dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, il raccolto risulta drasticamente ridotto. Un crollo del 65 per cento, nel 2012, hanno denunciato apicoltori, esperti e istituzioni, durante gli stati generali del settore, convocati recentemente a Montalcino. La primavera piovosa e l’estate torrida hanno influito negativamente su fiori e piante, impedendo di produrre il nettare necessario alle api. Senza contare le malattie devastanti per due delle principali varietà floreali da miele, cioè il castagno e l’eucalipto, attaccati dai parassiti, che li stanno lentamente distruggendo. Ciononostante, poiché la crisi morde, gli apicoltori nazionali (50 mila con 1.100.000 alveari e 55 miliardi di api) sono intenzionati a tener fermi i prezzi, mentre invitano a consumare miele made in Italy.
VARIETÀ - «Rinunciate alla varietà preferita e scegliete il classico millefiori italiano piuttosto che un qualunque prodotto di indubbia provenienza estera», avverte Hubert Ciacci, presidente della Settimana del miele di Montalcino. Come riconoscerlo? È buona regola controllare l’etichetta apposta sul vasetto del miele, in cui, per legge, è obbligatorio indicarne la provenienza: nome e indirizzo del produttore, il lotto di appartenenza. Talvolta è segnalata l’origine botanica (castagno, acacia, timo, lavanda, biancospino eccetera) del prodotto locale. Un dettaglio: al pari di altre colture legate alla terra, si sta consolidando anche l’apicoltura biologica. Ma quanto può costare il miele al consumatore? Un vasetto di 500 grammi oscilla da un prezzo minimo di 4,50 euro per il più diffuso «millefiori» a un massimo di 13-14 per un miele raro, quale il corbezzolo o il lampone selvatico.
ALVEARI DA GIARDINO - E miele sia. Molto utilizzato nell’industria dolciaria e cosmetica, questo alimento naturale si è imposto con fatica sulle nostre mense. Esaltato per le performance terapeutiche, vere o presunte (disintossicante, calmante, diuretico, antisettico, balsamico, a seconda della tipologia), solo di recente ha fatto breccia come abitudine alimentare. Di più: il suo irresistibile appeal si traduce in nuove mode non solo di consumo, ma anche di produzione. All’Inghilterra, per dirne una, si deve il lancio dell’alveare da giardino/balcone: un contenitore ad hoc, colorato, lungo un metro e alto 50 cm. A detta dei produttori fai-da-te, basta un’ora di manutenzione a settimana per ricavare in un anno 50 barattoli di prodotto. Comunque sia, numerosi apicoltori italiani illuminati, riuniti in associazioni, contribuiscono efficacemente alla conoscenza del miele e quindi all’incremento dell’acquisto ragionato. Con una cinquantina di Comuni associati, che organizzano eventi, fattorie didattiche, aziende aperte, promuovono mieloteche, percorsi informativi sul miele e su altri prodotti dell’apicoltura (il settore ha un giro d’affari di 60 milioni di euro), «Le città del miele» è il network più attivo.
RICADUTE POSITIVE - Le ricadute positive mirano per ampio raggio. In varie regioni italiane, ad esempio, si va affermando il «turismo del miele» (con percorsi guidati), così come è avvenuto per il «turismo del vino». Fatto sta che il cibo degli dei, sinonimo di dolcezza, apprezzato fin dall’antichità, ispiratore di miti e leggende fra molti popoli, intriga già dalla sua origine. A partire dalla vita, ammantata di mistero, della regina e delle operaie, vale a dire le api, minuscoli zuccherifici viventi. E dal nettare (o dai nettari), la cui composizione è vitale per il ciclo produttivo. Poi, quando il miele diventa tale, trasferendosi dall’alveare alla tavola, richiede pochissimi passaggi: l’estrazione per centrifugazione e la purificazione, ottenuta tramite filtrazione e decantazione.
MIELE - Nell’immaginario, il miele è un liquido denso, brillante, di colore ambrato. Ciò ha condizionato a lungo il mercato, fino al rifiuto di prodotti fuori dallo stereotipo. Oggi è noto a tutti che i mieli, liquidi al momento dell’estrazione, quindi si cristallizzano, in un tempo che varia da pochi giorni ad alcuni mesi. Si tratta di evoluzione naturale secondo la quale gli zuccheri in eccesso (soprattutto il glucosio) precipitano in forma di cristalli. Sull’alto valore nutritivo del miele non si discute. Nei secoli passati il miele era l’unico dolcificante largamente utilizzato. Successivamente, è stato spodestato dallo zucchero bianco, pratico ed economico. Resta il fatto che il miele è un alimento naturale, ricco di enzimi e sali minerali, vitamine, zuccheri semplici di immediata assimilazione per il nostro organismo. Alimento e medicina? In effetti, tra leggenda e realtà, affiorano le (blande) proprietà terapeutiche del miele. Ne è convinto l’appassionato Tonino Strumia di Sommariva Bosco (Cn), che sugli scaffali della sua bottega, Il trovarobe di cose buone (diventato, nel tempo, trova-mieli), espone una vasta gamma di autentiche rarità. Vogliamo citare il miele di santoreggia, considerato afrodisiaco? Con un pizzico di malizia, Tonino rivela: «I nostri prodotti sono sempre più ricercati dalle spose. Sta diventando di moda la bomboniera con micro-vasetto di miele di lavanda, corbezzolo, santoreggia (erba del satiro). Quest’ultima, in particolare, accende fantasia e sano erotismo».
MIELE E ARTE - Vincenzo Buccheri, sindaco di Sortino (Siracusa), è il presidente in carica delle Città del miele. Nel suo territorio si produce il pregiato nettare di timo. Un’esclusività del luogo. Racconta: «Sortino sta sui monti Iblei, a 500 metri, tra agrumeti ed erbe aromatiche. Timo soprattutto. Si contano almeno 50 apicoltori, la metà sono nostri associati. Da 32 anni, il primo weekend di ottobre, si svolge la sagra del miele. Prendo spunto da Sortino per allargare il discorso a tutta l’Italia», continua, «il mio obiettivo è insistere sulla conoscenza del prodotto ed esaltarlo, incrementando i concorsi dedicati al miele di qualità. Ma la cosa più importante è l’abbinamento miele/territorio, che può sviluppare una straordinaria forma di turismo culturale». A Tornareccio (Chieti) sono andati oltre, unendo miele e arte. Oggi l’antico borgo è un museo a cielo aperto, con i mosaici che abbelliscono le facciate della abitazioni. Frutto dell’annuale concorso artistico. Il tema è libero. Ma, in omaggio a questa città del miele, numerosi soggetti ne prendono ispirazione. Con risultati stupefacenti.
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