28 agosto 2012

Il Farmcista che vuole salvare gli squali.

PARIGI – L’amico degli squali è un farmacista di 55 anni che, da due settimane, sfida soprattutto l'aggressività dei surfisti di Saint-Leu, nel dipartimento francese d'oltremare dell'isola della Réunion, per dimostrare pubblicamente che le acque sono sicure e che la caccia ai pescecani è del tutto ingiustificata. L'AGGRESSIONE E LA CACCIA - Il 5 agosto scorso, Fabien Bujon, un quarantenne sulla sua tavola da surf, era stato attaccato da uno squalo che lo aveva gravemente ferito, strappandogli una mano e un pezzo di gamba. Le autorità avevano deciso a quel punto di aprire la caccia ai pescecani che frequentano l'oasi marina dell'isola. Protetta dalla pesca. Lo scopo dichiarato è quello di prelevare e studiare alcuni esemplari e di marchiarne una ventina d'altri, liberandoli poi in mare, per seguirne le rotte. Ma Didier Dérand, che ha una farmacia a Saint-Joseph, a sud dell'isola, due figlie di 9 e 14 anni, e la delega della Fondazione in difesa degli animali di Brigitte Bardot, è passato al contrattacco: quel mare, che lui conosce fin da piccolo, non è pericoloso come lo dipingono quelli che definisce «gruppi di pressione»: i surfisti, i pescatori, i bracconieri e le autorità locali. LA DIMOSTRAZIONE PRATICA - Per provarlo ha preso pinne e maschera e ha deciso di nuotare per 4 o 5 chilometri nella riserva marina, proprio nella stessa zona in cui era stato aggredito il surfista all'inizio del mese e altri due erano stati uccisi un anno fa. Quando è tornato, un po' stanco, molto infreddolito ma del tutto incolume, ha trovato ad attenderlo sulla spiaggia un gruppo inferocito di sportivi della tavola. «Pagliaccio! Sei un buffone» gli hanno gridato i fautori della caccia allo squalo. E quando uno di loro gli ha rovesciato addosso una bottiglia d'acqua, si è quasi scatenata una rissa fra i sostenitori dell'ecologista e i suoi avversari. UN SOLO SQUALO CATTURATO - Didier Dérand non demorde. Si è già immerso due volte, per tre ore in totale. Vuole tranquillizzare la popolazione e convincerla che non ci sono rischi: «In 45 anni – dice – ho incontrato gli squali solo tre volte e sono fuggiti subito». Rifiuta l'accusa di incoscienza: «In caso di un incontro ravvicinato, so già che fare: riattraversare il più rapidamente possibile la barriera corallina». Ma quattro nuotatori che, inizialmente, pensavano di seguirlo nell'impresa, si sono tirati indietro all'ultimo momento. Le battute di pesca, intanto, si sono rivelate infruttuose: un solo squalo è stato intercet
tato e catturato. Gli altri sono scomparsi. Forse qualcuno ha sussurrato loro che era meglio dileguarsi o forse sono emigrati verso sud, in cerca di acqua più calde e meno agitate.

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