03 agosto 2012

Volare senza bambini costa il 36% in più

Paghereste un po’ di più per un biglietto aereo se vi garantissero che il volo fosse child-free? Ovvero, senza bambini urlanti e capricciosi che fanno il diavolo a quattro sul sedile vicino al vostro? Bene, se la vostra risposta è sì, non dovete sentirvi dei mostri, perché come voi la pensa anche il 37% di britannici che ha partecipato al sondaggio del portale di viaggi TripAdvisor dedicato proprio all’argomento “bambini a bordo”. I PARTECIPANTI - Non a caso, in base alle risposte fornite dai 2mila partecipanti all’inchiesta, è emerso che i pessimi comportamenti degli under 12 sugli aerei sono una delle principali cause di irritazione per gli altri viaggiatori, al punto che oltre un terzo del campione si è detto disposto a pagare anche più del dovuto pur di poter volare su un volo “no kids”. E se essere seduti davanti ad un baby indisciplinato che si diverte a prendere a calci il vostro sedile a dispetto delle occhiatacce che gli lanciate, è considerato il fastidio più grande dal 22% delle persone, un’analoga percentuale trova invece assai frustrante che i genitori non riescano a controllare i loro piccoli “disturbatori”, anche se il motivo d’irritazione numero uno di ogni viaggiatore senza pargoli al seguito (siamo nell’ordine del 29% delle lamentele) sono i sedili reclinati in maniera sconsiderata. I DISTURBI - «Quando si vola anche su una tratta breve, ogni piccolo disturbo può diventare fastidioso – ha spiegato la portavoce di TripAdvisor, Emma Shaw, al The Independent– ma la nostra inchiesta ha evidenziato come proprio i bambini indisciplinati siano fra le principali cause di irritazione per molti passeggeri». Ma da qui ad impedirne l’imbarco ce ne corre, visto che il 36% del campione ha votato contro l’esclusione degli under 12 dalla Prima Classe e dalla business degli aerei, a dispetto del 34% che si è detto favorevole alla restrizione e al restante 30% che si è invece proclamato indeciso. Già lo scorso anno un altro sondaggio, questa volta condotto su 1000 viaggiatori regolari in business class, aveva puntato il dito contro i bambini in volo, con addirittura il 74% degli intervistati che li aveva giudicati fastidiosi e rompiscatole, tanto da spingere molte compagnie a pensare di istituire dei voli “child free” sulle loro rotte. VOLI SOLO ADULTI - Un suggerimento diventato realtà per l’inglese Thomas Cook Airlines, che due volte a settimana effettua voli “solo per adulti” per Creta e Gran Canaria, come pure per la Malaysian Airlines che, dopo aver creato un’apposita sezione “no kids” nella Prima Classe dei suoi Boeing 747, ha deciso di estenderla anche all’economica degli A380, mentre lo scorso anno Ryanair aveva annunciato l’introduzione di voli “child-free” a partire dall’orario invernale, ma si sarebbe trattato solo di un (ben riuscito) pesce d’aprile. In attesa, però, che altre compagnie decidano di varare un provvedimento tanto drastico come vietare agli under 12 di volare converrebbe forse optare per “Nanny in the Clouds”: inventato da una mamma statunitense e già attivo su molti voli Continental, Delta, British Airways, Lufhtansa e Virgin, il servizio consente alle famiglie di trovare una tata che viaggi sul loro stesso volo e che aiuti così mamma e papà a tenere a bada i piccoli indisciplinati. Il tutto per soli 10 dollari, a cui va poi aggiunto il compenso per l’assistenza fornita dalla nanny durante il viaggio.

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