28 agosto 2012

Roquefort in pericolo per colpa dei lupi

Attenti al lupo. Non tanto perché attacca gli uomini, come in tutte le fiabe oscure che si rispettino, bensì perché minaccia il Roquefort, soddisfazione di tanti palati del mondo intero, impedendo alle povere pecore della zona francese della Lozère, centro nevralgico di produzione del formaggio blu, di pascolare liberamente nei prati. E produrre un Roquefort come si deve a servizio dell’umanità. LA LOZERE - La Lozère (Losera in occitano) è un dipartimento francese della regione Linguadoca-Rossiglione (Languedoc-Roussillon), un tempo nota come Gévaudan. In questa provincia francese, vicino alla rinomata Roquefort-sur-Soulzon, si produce il sublime formaggio dalle caratteristiche venature blu-verdi che viene poi maturato in un sistema di grotte nelle quali temperatura e umidità rimangono costanti nel tempo. Ora 250 lupi italiani distribuiti in 20 branchi, che hanno attraversato i confini francesi nel 1993 dirigendosi verso la zona di Auvergne e verso i Vosgi, stanno iniziando a minacciare quelle pecore così preziose per la produzione casearia e in generale per l’economia locale. Ponendo un delicato dilemma. Il RoquefortIl Roquefort STRAGE DI PECORE - Recentemente si sono verificati infatti una trentina di attacchi complessivi e il bilancio rovinoso è di 62 ovini morti e 73 feriti. In realtà non tutti sono stati attribuiti ai lupi, ma secondo gli allevatori la coesistenza con il predatore, che è bene ricordare è una razza protetta, sta diventando impossibile. E del resto che la presenza del lupo si stesse intensificando nelle zone circostanti era cosa già nota. Bastava leggere Le Figaro non molti giorni fa per capire che il temuto carnivoro in Francia sta crescendo a un tasso galoppante. Complici le politiche di protezione della biodiversità, le ultime statistiche a riguardo segnalano (con orgoglio, si intende, e Roquefort permettendo) la presenza di 250 lupi nell’anno 2011-12 nel Paese d’Oltralpe, ovvero il doppio rispetto a sei anni fa. IL GREGGE DEL SIGNOR ROBERT - Christian Robert, 48 anni, ha un gregge di 550 pecore della specie Lacaune, il cui latte è da sempre dedicato esclusivamente alla produzione del Roquefort. Secondo una tradizione millenaria, il latte viene lasciato invecchiare nelle grotte del Monte Combalou, alle spalle dello storico villaggio Roquefort-sur-Soulzon. D’estate le pecore del signor Robert pascolano liberamente e felicemente nelle zone della Causse de Méjean. Ma nelle ultime settimane si è seminato il panico: si sono verificati cinque attacchi che hanno portato a tre morti e a quattro feriti tra gli ovini. E il principale sospettato è il lupo. «La situazione è diventata insostenibile - ha dichiarato Christian Robert – devo montare di guardia ogni due ore». Senza contare tutte le restrizioni che “il codice del lupo” (le norme sulla protezione dell’animale stabilite nel 2004) impone a chiunque (a meno che non si tratti di persone autorizzate), rendendo la battaglia decisamente impari. Per il momento il signor Robert ha provato con la musica, sperando di allontanare i predatori, e ha installato dei proiettori che si attivano ogni 15 minuti. Ma bisognerebbe tornare ai metodi antichi, ovvero cani da guardia e recinzione elettrica. Che però sono troppo costosi per gli agricoltori locali. LA DIALETTICA UOMO-LUPO - Christian Robert ha ottenuto anche l’appoggio di José Bové, paladino della produzione locale (e tenace difensore di questa tipologia di formaggio), leader del movimento no-global e deputato europeo, il qual ha dichiarato che in queste zone la difesa dei prodotti locali e dell’agricoltura costituisce una priorità. Ora la battaglia è aperta e la dialettica lupo-uomo, o forse sarebbe meglio dire lupo-formaggio, vede schierate due fazioni contrapposte, entrambe con le loro ragioni. I gruppi di difesa della fauna selvatica parlano di incitamento alla distruzione di una specie in pericolo, mentre i produttori francesi continuano a lottare per difendere il loro formaggio. Capeggiati da Bové, che nella storia ha dimostrato di tenere non poco all’odoroso prodotto caseario. Come quella volta che gli Stati Uniti volevano tassarlo al 300 per cento e Bové insorse, gridando: «Il Roquefort è stato preso in ostaggio». Bisognerà arrivare a un compromesso sensato, strada già intrapresa a onor del vero dall’amministrazione locale che ha reso noto la volontà di sostenere gli agricoltori. Per il momento, infatti, per ogni pecora uccisa i produttori hanno ricevuto un risarcimento. A patto che il lupo colpevole venga isolato e identificato. Operazione non così facile.

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