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06 agosto 2012
Intercettazioni Ilva...
MILANO - Dall'Ilva soldi per tacitare i media. È quanto sembrerebbe emergere dalle indiscrezioni depositate al Tribunale del Riesame nel procedimento contro il management dell'impianto siderurgico pugliese. Negli atti citati dalla Stampa un dirigente dice a un altro: «La stampa dobbiamo pagarla tutta». L'ordine dei Giornalisti pugliesi ha già fatto sapere che intende fare luce sulla vicenda: «In relazione a notizie pubblicate oggi da vari organi di informazione sull'inchiesta Ilva l'Ordine dei giornalisti della Puglia annuncia che chiederà formalmente alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto l'invio degli atti dai quali emergano eventuali coinvolgimenti di colleghi in comportamenti illeciti». Ha scritto in una nota la presidente Paola Laforgia.
LA REAZIONE DI FERRANTE - Sulla base dei primi atti di indagine depositati al Riesame, il presidente Bruno Ferrante ha già preso una prima decisione: «La società ha da oggi interrotto ogni rapporto di lavoro con il sig. Girolamo Archinà - si legge in una nota - che pertanto in alcun modo e in nessuna sede può rappresentare la società stessa. La decisione del presidente è stata immediatamente presa dopo quanto emerso nel corso del procedimento di riesame». Archinà è infatti il funzionario Ilva che avrebbe fatto le telefonate a esponenti dell'Arpa e delle autorità di controllo per evitare che l'Ilva subisse provvedimenti restrittivi in materia ambientale nonchè attivato una serie di contatti ed incontri affinché la posizione dell'azienda venisse salvaguardata. Lo stesso Archinà, secondo l'accusa, è anche il funzionario che avrebbe consegnato al docente universitario Lorenzo Liberti una busta con diecimila euro nel retro di una stazione di servizio dell'autostrada per Bari quando Liberti faceva parte del gruppo di consulenti nominato dalla Procura nell'ambito di un'inchiesta sull'Ilva.
SLITTA LA DECISIONE - Intanto potrebbe arrivare mercoledì della prossima settimana il verdetto dei giudici del tribunale del riesame di Taranto chiamati a decidere in merito al dissequestro degli impianti dell'Ilva e alla rimessa in libertà delle otto persone, esponenti dei vertici societari e aziendali dell'Ilva, ai domiciliari da giovedì della scorsa settimana con l'accusa di disastro ambientale. In ogni caso i magistrati dovranno depositare il loro provvedimento entro giovedì, in base alla norma.
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