12 dicembre 2010

Natale "no stress" !!!!


Priprio vero cha Natale quando arriva, arriva, ma come cambiano le cose dopo che si scopre che, babbo Natale, non sono altro che mamma e papà che si sono devastati alla ricerca dei doni richiesti via "letterina". Da quel momento si vive il Natale da adulti.
Le festività natalizie così sono l’occasione per ritrovarsi in famiglia o con amici. Si organizzano cenoni, pranzi, rinfreschi, party… e, spesso, ci si fa prendere dalle manie di perfezionismo: tutto deve essere ideale, all’altezza delle aspettative, indimenticabile… Questo, nella nostra testa; nella realtà le cose vanno diversamente, forse per fortuna.
Come evitare quindi di complicarsi la vita, di stressarsi inutilmente e farsi venire, se basta, il mal di testa? Vediamo cosa ha da dire un esperto che risponde al nome di Martin Antony, professore presso la Ryerson University di Toronto (Canada). Il dottor Antony spiega che, innanzitutto, una festa deve essere piacevole e non impeccabile. Poi, per chi proprio non riesce a fare suo questo concetto, ha elargito 5 consigli per mettere a tacere le manie di perfezionismo che ancora vorrebbero avvelenarci la vita.
1. Impariamo a distinguere tra sani ed elevati standard e il perfezionismo: il perfezionismo si rifà a una tendenza a ricercare obiettivi troppo alti - che non possono essere umanamente soddisfati. Così ci si ritrova a fare i conti con ansia, vergogna, rabbia, malumore quando questi standard od obiettivi non sono raggiunti. Prima di superare il problema del perfezionismo, qualora sia ben radicato, è necessario rendersi conto che ci possono essere standard elevati senza che siano irrealistici e che quegl’altri, a lungo andare, possono solo creare problemi.
2. Facciamo un passo indietro - prendiamo in considerazione il pensiero perfezionista che si è affacciato nella mente e spostiamo l'attenzione verso obiettivi più realistici ed equilibrati: per esempio, se si è convinti che la casa debba essere senza macchia e perfettamente ordinata e organizzata, proviamo a domandarci: “E se alcune cose non sono al loro posto? E’ così grave?”, oppure “E’ veramente importante, tanto quanto lo ritengo io?”. Ricordiamo: solo perché si crede che tutto debba essere perfetto, non significa che lo sia davvero!
3. Mettiamoci in gioco. Diventiamo “imperfetti” per un giorno. Lasciamo gli asciugamani appesi male o serviamo la cena mezz’ora più tardi del previsto. Consentendoci una certa flessibilità nel modo di fare le cose, s’impara a essere più a nostro agio con le piccole imperfezioni e i cambiamenti inaspettati nei nostri piani.
4. Valutiamo se si può creare una profezia che si autoavvera: accettiamo la nostra incapacità di controllare i risultati, ma siamo consapevoli che è possibile controllare la nostra reazione.
5. Se venire a patti con il nostro perfezionismo è un problema, cerchiamo aiuto. Se, per esempio, la smania di essere sempre al top comporta gravi problemi di depressione, ansia, disturbi alimentari, o difficoltà nei rapporti sociali, il consiglio è di cercare aiuto da un esperto della salute mentale, come uno psicologo o psichiatra.
Buona Natale allora...Rob

Be’, senza dover per forza trasformare il desiderio di far bella figura in una tragedia o un problema da ricovero, crediamo che tutti noi si possa capire che nessuno è perfetto, così come non esiste la festa ideale. A rendere speciale la giornata siamo noi, con la sola nostra presenza. Non importa se qualcuno si sente in diritto di storcere il naso: l’importante è esserci, e non dimostrare qualcosa.

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