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10 settembre 2012
2 anni di carcere ingiusto esce e si sposa.
CERTALDO — Una vita ad aspettare giustizia per un delitto non commesso. Poi, il 13 febbraio l’assoluzione piena per non aver commesso il fatto, dopo 22 anni di ergastolo. E ieri nella chiesa di Certaldo, davanti ad un paese in festa, Giuseppe Gulotta, da uomo libero, si è sposato con Michela Aronica. Ad assistere alla cerimonia, anche il figlio William, 23 anni: «Con mio padre — ha detto — ci iniziamo a conoscere ora». «È il giorno più bello della mia vita — ha detto Gulotta, che è ancora in attesa di risarcimento dallo Stato — dopo quello della mia completa assoluzione. Mi hanno tolto la vita e poi me l’hanno restituita: segno che c’è ancora una giustizia che funziona».
Emozionatissima la sposa, Michela Aronica: «Finalmente siamo insieme e felici» ha detto prima di entrare in chiesa, per la cerimonia celebrata dal Proposto di Certaldo, don Pierfrancesco Amati. Incredibile la vicenda giudiziaria di cui Gulotta è rimasto vittima: il 22 gennaio del 1976 nella caserma dei carabinieri di Alcamo vengono uccisi due carabinieri appena diciottenni, Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta. Gulotta viene condannato sulla base della testimonianza di Giuseppe Vesco, che accusa lui e due amici di Gulotta, poi fuggiti in Sudamerica.
Ma il brigadiere che raccoglie la deposizione di Vesco, ammetterà solo molti anni dopo la condanna di Gulotta, di aver usato maniere forti ed eccessivamente persuasive nell’interrogatorio di Vesco, che poi cercherà di ritrattare. Resterà però inascoltato, fino a quando nel 1977 viene trovato impiccato in carcere. Gulotta esce dal tunnel dell’ingiusta condanna solo 22 anni dopo quel delitto non commesso. A chi gli chiede notizia del risarcimento dello Stato, Gulotta risponde: «Ci pensano gli avvocati, io non ho ancora ricevuto nulla. Ma non ho mai perso la speranza e ora posso ricominciare a vivere».
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