21 settembre 2012

Gli Uomini piangono ? Raramente

MILANO – Penombra del cinema o della sala teatrale, interno notte: una coppia assiste all’ultima commedia romantica. Con una sottile differenza: lei asciuga qualche lacrima con un fazzolettino, lui quasi sbadiglia, concentrato su altro, magari su alcuni particolari della scena. No, non è questione di livelli di sensibilità differenti, come spesso si è giustificata l’assenza di pianto da parte degli uomini davanti a scene commuoventi di film o spettacoli. È invece una questione di empatia: alle donne ne basterebbe davvero poca per far scattare la condivisione e l’immedesimarsi nell’altro, mentre l’uomo avrebbe bisogno di più elementi e di un vissuto personale comune prima di sciogliersi e abbandonarsi al pianto. IL TEST – Pubblicata sul magazine Empirical Studies of the Arts, la ricerca è stata condotta da due studiose psicologhe americane, Thalia Goldstein ed Ellen Winner, rispettivamente di Yale e Harvard, che hanno sottoposto un campione di uomini e donne alla visione di alcune famose pièce teatrali. In particolare, chi si è sottoposto al test avrebbe guardato il capolavoro di Bernstein West Side Story, il musical che dagli anni Sessanta racconta la tragedia di Romeo e Giulietta nei teatri di tutto il mondo, ma anche il più recente I monologhi della vagina di Eve Ensler, dove si trattano temi forti come violenza, sessualità repressa, incesto. Il campione (173 donne e 86 uomini) a fine spettacolo ha poi compilato un questionario che indagava sui loro sentimenti e sulle emozioni e reazioni scaturite dalla visione, collegati direttamente a cinque scene viste di particolare tensione. I RISULTATI – Le ricercatrici hanno classificato l’empatia in tre categorie: la prima, cognitiva, che porta a capire le emozioni del prossimo (in questo caso del personaggio); la seconda, empatia emozionale, è quella che porta a sentire anche le emozioni dell’altro; la terza, chiamata disagio personale, è quella in cui rientra chi davanti a un disagio altrui ha una reazione negativa e si sente emotivamente e profondamente colpito da ciò che vede. Per le donne intervistate, a far scattare le lacrime bastava già la prima condizione, ovvero il solo vedere e capire l’emozione di tristezza, rabbia o sconforto del personaggio. Sapere del dolore altrui bastava già per piangere. Per gli uomini invece, questo non era abbastanza: bisognava arrivare al terzo livello di disagio personale per vedere le prime lacrime, disagio collegato anche al riconoscere nella scena vista un proprio dolore interiore.

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