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18 settembre 2012
A lavoro sei lamentoso o occhieggiatore ?
Intanto ha sdoganato il termine: «frignone»; lo si può usare anche in ufficio, non solo all'asilo. Poi ha il merito di suggerire qualche strategia per sopravvivere alla tipologia di collega più molesta. Un articolo di Sue Shellenbarger, giornalista del Wall Street Journal, mette in guardia dal prestare troppa attenzione ai vicini di scrivania che si lamentano senza sosta: quantomeno, sostiene l'autrice, mettono a rischio la vostra produttività. Un'emicrania cronica, la discussione con il capo, la ruota della bicicletta bucata, il condòmino rissoso... basta incrociare il loro sguardo e una pioggia di problemi vi investirà.
NEGATIVI - «L'esposizione a un eccesso di negatività distrugge le capacità di apprendimento, di memorizzazione, attenzione e giudizio», avverte Robert Sapolsky, neurologo e docente a Stanford, intervistato dall'autrice. Soprattutto, aggiunge lo studioso, se la «lagna» in questione utilizza un registro altamente emotivo o se usa argomenti e si concentra su problemi che fanno sentire in colpa il collega. Un sondaggio Gallup che ha coinvolto 30mila impiegati americani - riporta il Wsj - ha individuato un 18% di soggetti «attivamente disimpegnati», negativi, tendenti alla lamentela, con un conseguente aumento di assenteismo, calo dell'efficienza, e della qualità del lavoro, dicono i ricercatori.
LE STRATEGIE - Inutile limitarsi a far finta di ascoltare, annuendo: potreste diventare bersaglio di commenti sardonici al prossimo raduno davanti alla macchinetta del caffè. Oppure l'oggetto della prossima lagna. Difficile evitare tout court il collega «lamentoso», soprattutto quando si lavora in team. Forse potreste difendervi con un paio di cuffie vistose, che suggeriscano che state ascoltando la vostra musica preferita e non volete essere disturbati. Il rischio però è di rientrare immediatamente nella categoria dei «musoni».
Se vi capita di lavorare gomito a gomito con questa cupa categoria di soggetti, il quotidiano suggerisce di spostare la conversazione su qualcosa di positivo; di dimostrare attenzione gratificando il «lamentoso» con domande del tipo: «Che cos'è positivo per te?», o «Che cosa pensi di fare per risolvere il tuo problema?». O, semplicemente, spostate la vostra scrivania, ritiratevi mentalmente nel vostro mondo, consigliate al piagnone di rivolgersi a un superiore o di parlare schiettamente con la fonte dei suoi problemi. Alcuni datori di lavoro sono arrivati a prevedere bonus e ricompense in denaro per dipendenti in grado di sospendere pettegolezzi e lamentele per un periodo di tempo determinato.
LE TIPOLOGIE - Ma se è difficile sopportare il «Lamentoso», il conflitto è in agguato anche con altre tipologie di colleghi. Nei quali peraltro un po' tutti possiamo riconoscerci. Li elenca il sito «The Atlantic Wire». Che in una rassegna semiseria descrive caratteristiche e manie del «Semprecontento» (quello che potreste etichettare con l'acronimo inglese «Ewnhabdihl»: «The Employee Who's Never had a Bad Day in His Life»). Non si offende mai, non si lamenta mai. Ride alle battute di tutti, le sue comprese. E' insopportabilmente sempre felice, soprattutto il lunedì mattina. Segue il «Catastrofista», che trasforma ogni cosa in una preoccupazione e ogni buona notizia nell'anticipazione di una sventura. Il «Mensa-dipendente», che vive la giornata lavorativa pregustando prima e commentando poi, in maniera ossessiva, i piaceri del pranzo. Il «Logorroico»: di compagnia, sì, ma dov'è l'interruttore per spegnerlo? La «Fortezza»: tutta ordine e fatica, impassibile, imperscrutabile. Spesso con tupperware nel cassetto, col pranzo portato da casa; e sempre con un'espressione indecifrabile negli occhi: Vorrà dire sì? no? esprime apatia? comprensione? disgusto?.
IL «GIULLARE» E LO «SPIONE» - Nel campionario, immancabile il «Giullare», versione comica del Logorroico. Il «Decoratore di scrivanie», perennemente circondato da ninnoli, tazze, calendari, foto dei nipotini, pupazzetti, piantine smorte. Più rara la «Macchina da Lavoro», che non potete fare a meno di guardare con invidia: ogni sera un party, fa le ore piccole, un drink dietro l'altro, e al mattino si presenta puntuale al suo posto, fresco come una rosa, Temibile l'«Occhieggiatore», che sbircia i monitor dei colleghi per capire se stanno lavorando o giocando a poker online. Impossibile eludere la loro sorveglianza, ma qualche accortezza si può adottare: cancellare la cronologia del browser, cambiare le password, spegnere il computer quando si esce per il pranzo. E ancora: il «Luddista» e il «Neofita», agli estremi opposti di una catena di tecnofobici che metteranno a dura prova la vostra disponibilità. E infine «Quello-che-ne-ha-sempre-una-di-più» Macchina? La sua è più potente. Monitor del pc? Il suo è più grande. Magari parla più del Logorroico e sghignazza più del Giullare. Il Lamentoso, d'altronde, ve l'aveva detto.
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