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19 settembre 2012
Nuova meditazione antistress
FIRENZE - La medicina ufficiale l'ha ormai sdoganata: la pratica della mindfulness, traduzione moderna del termine «consapevolezza» del pensiero buddhista, funziona per combattere lo stress. E si moltiplicano i gruppi in tutto il mondo, Italia compresa, che la propongono come medicina per guarire le ferite e le sofferenze che le persone si portano dentro, ferite e sofferenze che oggi si chiamano stress e che non sono legate soltanto a malattie, ma anche al vivere quotidiano, ai disagi dell'ambiente di lavoro, alle pressioni sociali, alla crisi attuale. La pratica della mindfulness non è un qualcosa di esoterico, ma è una forma di meditazione che è stata valutata in una serie di ricerche scientifiche, censite dal sito PubMed (l'archivio universale degli studi in campo biomedico), a partire dal 1982. Il primo lavoro porta la firma di Jon Kabat-Zinn dell'University of Massachusets Medical School di Worcester e si riferisce al trattamento del dolore: a tutt'oggi si contano oltre 700 pubblicazioni sull'argomento. L'ultima, sul giornale Brain, Behavior & Immunity, ancora a firma di Kabat-Zinn, è dell'agosto scorso e dimostra come la meditazione sia un vero è proprio farmaco contro la solitudine degli anziani.
CONSAPEVOLEZZA - Spiegare che cos'è (e che cosa non è) la mindfulness non è semplice. Lo ha fatto a Firenze, nel corso di un seminario teorico-pratico, Saki Santorelli, uno dei padri occidentali di questa disciplina insieme a Kabat-Zinn, e direttore del Center for Mindfulness all'University of Massachussets Medical School («Abbiamo cominciato in un sottoscala - dice - adesso abbiamo un vero e proprio reparto dove assistiamo decine di pazienti con la MBSR, Mindfulness Based Stress Reduction, una pratica oggi riconosciuta da 42 Stati americani»). «La mindfulness - spiega Santorelli - è la consapevolezza che nasce dal prestare attenzione al momento presente, intenzionalmente e senza giudicare. Consapevolezza non è sinonimo di rilassamento e non è nemmeno una filosofia: è un modo di essere che implica lo stare costantemente in relazione con se stessi e con il mondo e l'accettare quello che c'è, sia che si tratti di disagio, di sofferenza, di passione o di piacere». In altre parole: viviamo pensando sempre al passato o al futuro, mentre dovremmo radicarci nel presente, nel «qui e ora», imparando ad accettare noi stessi e a vivere più profondamente le nostre esperienze che sono fatte di sensazioni, di emozioni, di pensieri, di relazioni. L'obiettivo di tutto questo? Ridurre la sofferenza interiore e lo stress.
LE TECNICHE - Come ci si arriva? Il programma MBSR messo a punto all'University of Massachussets Medical School prevede una serie di lezioni pratiche di meditazione (dalle due ore e mezza alle 3 ore e mezza, una volta alla settimana, per otto settimane), più i compiti a casa (esercizi da praticare sei giorni su sette per almeno 45 minuti al giorno), più un giorno di ritiro alla sesta settimana del programma. Al centro americano si rivolgono non soltanto persone con problemi psichiatrici o psicologici, come ansia, attacchi di panico, depressione, ma anche pazienti con dolore cronico, asma, mal di testa, diabete, infezioni da Hiv. «Tutto quello che si impara durante i corsi - dice ancora Santorelli - deve poi diventare un modo di essere nella vita di tutti i giorni. Ci vuole continuità nella consapevolezza». Sono diverse le strade che conducono alla mindfulness e che si apprendono con la pratica. Una è quella del corpo, l'altra è quella delle sensazioni, la terza è quella delle emozioni: eccole in estrema sintesi. La pratica del body scan, per esempio, che viene insegnata durante le lezioni, permette di prestare attenzione al corpo. Ecco allora che mi concentro sul respiro, poi sulle mani, poi sui piedi che appoggiano a terra... E posso anche ascoltare le sensazioni che provo toccando con la mano il bracciolo della sedia o cercare la posizione più piacevole (è questa la strada delle sensazioni) o, infine, accogliere pensieri ed emozioni che arrivano alla mia mente, piacevoli o spiacevoli, non importa, non devo giudicare... (è la pratica con le emozioni).
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