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10 settembre 2012
per i 90 anni del Parco d'Abruzzo arrivano tanti orsetti.
La mattina del 9 settembre 1922 - come si legge su una grande rupe all'ingresso del paese di Pescasseroli nell'Alta valle del Sangro in Abruzzo - nasceva il primo Parco nazionale d'Italia, istituzione poi sancita da un Regio decreto dell'11 gennaio 1923. La cerimonia si svolse alla presenza del ministro dei Lavori pubblici, del direttore generale delle Foreste, del vescovo dei Marsi e dei sindaci dei dieci Comuni abruzzesi, molisani e laziali che - grazie all'azione generosa e costante del Touring Club, del Club Alpino, dell'associazione Pro Montibus e all'impegno decennale di Erminio Sipari un deputato, cugino di Benedetto Croce che a Pescasseroli era nato - avevano aderito alla tutela di questo territorio, ultimo rifugio dei rarissimi camosci d'Abruzzo e dell'altrettanto prezioso orso marsicano, una sottospecie endemica dell'orso bruno europeo.
Orsi marsicaniOrsi marsicani
Oggi quelle montagne e quelle foreste, ricchissime di specie, spesso uniche, di flora, dal pino nero di Villetta Barrea all'iris marsica, e rifugio di orsi e camosci e, grazie a successive introduzioni, di cervi e caprioli, oltre che di cinghiali, è, con i suoi 50 mila ettari di monti e faggete, laghi e fiumi, rupi e vallate, considerato il più bello e importante Parco nazionale d'Italia e anche d'Europa, come testimonia il Diploma europeo per la conservazione della natura che quest'area detiene dal 1968 e che è stato rinnovato proprio quest'anno fino al 2022.
Un successo dovuto alle tante campagne di denuncia del Wwf, del Cai e di Italia Nostra - come quelle di Antonio Cederna su queste pagine - che sono riuscite a bloccare, a iniziare con la nomina di un direttore nel 1968, speculazioni edilizie dirompenti, impianti sciistici opinabili, bracconaggio e inquinamenti.
Sono stati anni durissimi. Ma oggi - grazie a un ente che dirige con esperienza e consapevolezza il Parco, alla collaborazione (dopo tante polemiche) della popolazione locale che ha avuto il merito impagabile di aver capito l'importanza della tutela - questa Riserva offre ai turisti, oltre alle bellezze della natura, i suoi villaggi mirabilmente conservati e valorizzati nel rispetto della tradizione. L'importanza del Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise è immediatamente constatabile dalla qualità e integrità dei suoi paesaggi, ma soprattutto, caratteristica che nessun altra area protetta d'Europa può vantare, la visione quasi costante della sua preziosa fauna. Innanzitutto il «camoscio più bello del mondo» come viene definito quello d'Abruzzo, facilmente osservabile anche a breve distanza sui monti della Meta, assieme a cervi e caprioli. Mentre, con un poco più di pazienza si può aver la fortuna di scorgere il lupo mentre procede con la sua andatura dinoccolata nelle radure montane, o ammirare il volo dell'aquila reale.
Ma l'emozione più grande può darla solo il mitico orso marsicano. Questo splendido animale, che nel Parco e nei territori adiacenti conta una cinquantina di esemplari, è stato negli ultimi anni vittima di avvelenamenti, fucilate e investimenti sulle strade. Fortunatamente, grazie al Parco e al Progetto Life Arctos dell'Unione Europea, dal 2006, anno d'inizio della conta delle femmine con i piccoli, si è avuto un buon incremento delle cucciolate. L'ultimo censimento estivo ha fatto registrare la nascita di ben otto cuccioli che potrebbero arrivare a undici se si considerano le aree del settore molisano. Un buon risultato - come dichiara il commissario dell'ente Giuseppe Rossi - che induce all'ottimismo circa una ripresa della popolazione di orso marsicano, anche se non si deve abbassare la guardia. Ma le speranze che il Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise, capofila di tutti i parchi italiani e anello di una collana che oggi protegge gran parte dell'Appennino, dall'Aspromonte alle Alpi, sia ormai al sicuro dopo tante battaglie deve rallegrarci tutti.
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