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14 settembre 2012
Il 3D in soccorso di un'aquila.
MILANO – Sette anni fa Beauty, esemplare femmina di aquila di mare dalla testa bianca, emblema d’America tanto da esserne il simbolo dal lontano 1782, fu salvata in Alaska dall’attacco di un bracconiere che le dava la caccia. Nello scontro però, Beauty perse il suo becco aguzzo e ricurvo, tanto che per molto tempo lottò tra la vita e la morte, e fu nutrita esclusivamente a base di liquidi con flebo e cannucce. Oggi Beauty può mangiare di nuovo, grazie a un becco artificiale, creato usando la tecnica di stampa 3D. Uno dei primi tentativi riusciti al mondo di uso di questa tecnologia anche per la chirurgia sugli animali.
AQUILE DI MARE – Era una mattina del 2005 e Beauty si aggirava a caccia di cibo in una discarica in Alaska quando un cacciatore l’ha abbattuta sparandole proprio al becco. Beauty è uno degli 80mila circa esemplari di aquila di mare dalla testa bianca, bald eagle, che ancora sopravvivono nel nord America e Canada (se ne trova qualche esemplare anche in Irlanda) e la loro caccia è vietata per legge. Dalle piume nere (esclusa, appunto, la testa bianca) è la più grande della famiglia dei rapaci e le femmine sono più grandi dei maschi. Supera anche il metro di lunghezza e ad ali dispiegate misura fino a tre metri. Un colosso del cielo, che si nutre catturando pesce e carne, a seconda dell’area in cui vive. Ma per Beauty, dopo l’incidente di 7 anni fa, l’istinto predatore si è annullato, giacché senza parte del becco non poteva più nutrirsi.
LE CURE – Dall’Alaska l’aquila è stata trasferita in Idaho, dove si trova un centro che protegge e si prende cura dei rapaci, il Birds of Prey Northwest. Qui i volontari, assodato che all’aquila mancavano quasi interamente la parte di becco superiore (esclusa una piccola zona a destra), hanno iniziato a nutrirla con liquidi, per passare poi ai primi cibi solidi attraverso l’uso di un forcipe. La speranza, mentre piano piano riprendeva le forze, era che il becco potesse ricrescere, ma ciò non è mai avvenuto. E così, mentre l’opinione unanime degli esperti e degli studiosi era quella di condannare il rapace all’eutanasia, una squadra formata da ingegneri, tecnici, dentisti e medici ha trovato una soluzione alternativa per far crescere il becco aguzzo al volatile: fabbricarne uno da impiantarle artificialmente.
BECCO 3D – Ora Beauty è la prima nel regno animale a indossare un becco bionico creato con un polimero di nylon, nato grazie ai disegni di un ingegnere meccanico che ha studiato la dinamica perfetta affinché il becco potesse combaciare esattamente con la forma del suo cranio per oltre 18 mesi, prima di produrre l’esemplare adatto. Per produrlo, l’ingegnere ha usufruito di una stampante tridimensionale, già usata in molti settori per costruire modelli, solitamente a strati, di oggetti di varia natura. Il risultato, è spaventosamente vicino alla perfezione, come si vede nel video che riassume la sua storia. Ma per Beauty questo non è ancora abbastanza per tornare alla vita selvaggia del predatore: il becco non è comunque abbastanza forte per permetterle di cacciare tra la montagne, mentre è abbastanza solido per nutrirsi e spiumarsi nel centro dell’Idaho dove continua a vivere in cattività. Eva Perasso
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