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20 settembre 2012
Groupon in calo ci prova con gli smartphone
Si muove ancora il mercato dei pagamenti «mobile». Groupon, il sito internet che propone super sconti sul web, si è lanciato nei sistemi di acquisto e ha presentato un'applicazione che permetterà l'uso delle carte di credito da smartphone. Si chiama GrouponPayments: ogni negozio che offrirà un coupon targato Groupon, potrà usufruire di questo servizio che consentirà di accettare carte di credito usando un iPhone o un Ipod Touch. L'app, secondo le primissime informazioni, sarà rivolta solo agli esercenti americani e consentirà di eseguire anche la scansione dei coupon. Non solo: la novità principale sarebbe nelle commissioni del servizio che ambiscono ad essere le più basse rispetto ai concorrenti. Groupon addebiterà l'1,8% per i pagamenti effettuati con Mastercard, Visa e Discover, 3% invece per American Express. Ci sarà anche una tassa di 15 centesimi per ogni acquisto effettuato.
LA SFIDA - L'iniziativa è stata vista come una sfida a Square, la start-up specializzata nei pagamenti da cellulare creata dal cofondatore di Twitter Jack Dorsey, che ha da poco sottoscritto un patto di ferro con Starbucks per diffondere questo sistema in sette mila caffetterie americane.
DOLLARI - Le soluzioni di acquisto da cellulare del resto, sono in piena espansione. Ci stanno investendo fior fior di quattrini giganti del web come Google, eBay e ora anche Groupon che è approdata a Wall Street lo scorso novembre. La notizia è stata accolta in Borsa con molto entusiasmo tanto che il titolo è salito anche più dell'11%. Una boccata d'ossigeno per la società fondata dall' ex musicista di Chicago Andrew Mason, che dalla sua quotazione ha ormai bruciato tre quarti della sua capitalizzazione di mercato. L'operazione potrebbe essere un timido tentativo di rilancio dopo la disastrosa Ipo che ha fatto scappare azionisti del calibro di Marc Andreessen di Andreessen Horowitz. Il veterano della Silicon Valley ha venduto tutti i 5,1 milioni di titoli in suo possesso in Groupon. La società ha tentato di giustificare il flop a Wall Street chiamando in causa la crisi che ha contratto gli acquisti, ma c'è chi scommette che il problema reale è il modello di business che rischia di invecchiare con la stessa rapidità con cui è fiorito.
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