19 luglio 2012

Estate 2012 le spiagge negate.

Una corsa lungo la spiaggia, balzo da triplista sulla battigia, prima onda saltata, leggero cedimento sulla seconda e poi ... splaff , schienata sulla terza. Scena da mare. Volete fare un bagno gratis attraversando la spiaggia attrezzata? È un diritto garantito dalla legge. E vietato dalle norme. Ripetiamo il concetto: un diritto allo stesso tempo tutelato (fin quasi in riva al mare) e negato (lì proprio dove batte l'onda). È come potersi tuffare da un trampolino purché ci si fermi prima di toccare l'acqua. Un cortocircuito legislativo. E in teoria i castelli di sabbia in riva al mare potrebbero essere proibiti così come l'uso di «armi» quali palette e secchielli. È un paradosso che viaggia per migliaia di chilometri lungo il litorale italiano, soprattutto là dove le spiagge sono popolate di stabilimenti balneari. I gestori, per altro, difendono giustamente il diritto dei clienti paganti a non ritrovarsi una barriera umana sul bagnasciuga. Ma è un diritto quando le spiagge libere sono rarissime? Andiamo sul concreto, non si può pensare che per un bagno ci si debba portar dietro il proprio avvocato. La norma «buona» è un comma della legge finanziaria 2007. Impone l'«obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione». «Anche»? Che significa? Posso prendere il sole? Mettere giù il telo? Tirar su il castello di sabbia? È un «anche» che resta appeso. A questo punto arrivano le norme «cattive», che valgono erga omnes, quindi anche per chi paga l'ombrellone di un bagno privato. Sono ordinanze comunali o regionali. Coprono gran parte del litorale italiano. Alla base ci sono direttive di sicurezza delle Capitanerie di Porto. Sono quasi in fotocopia. E nel «quasi» c'è la differenza tra le più severe e le più liberali. Tutte proibiscono di occupare con ombrelloni, sdraio e accessori simili «la fascia di battigia» destinata al libero transito, in genere 5 metri. Detto questo, molte località aggiungono esplicitamente i teli all'elenco degli accessori vietati. Altre un «eccetera» che giustifica la più ampia discrezionalità del bagnino che ha funzioni di «polizia balneare» nel suo tratto di arenile e che in teoria dovrebbe usare lo stesso metro per i suoi clienti e per gli estranei. Facciamo un Giro d'Italia. Ad Amalfi (Salerno) teli fuorilegge anche se «provvisori» nella fascia di 3 metri dal bagnasciuga. Stessa cosa a Capalbio e in tutto il grossetano con il corridoio a 5 metri. Al Lido di Venezia fuorilegge teli e «qualsiasi attrezzatura anche se precaria». Teli out a Fiumicino (Roma). Divieti di prassi anche a Viareggio e Forte dei Marmi: guai ad appoggiare l'asciugamano in riva al mare (entro 5 metri) però nelle spiagge libere, seppure regolamentato, «è consentito l'accesso dei cavalli». La Sardegna ha una disciplina regionale standard che non vieta esplicitamente i teli ma nell'«eccetera» della sua norma ci può stare tutto. E Rimini, Riccione, Cattolica? La Riviera Romagnola con le sue sterminate spiagge? Niente da fare: le concessioni dei bagni arrivano fin in prossimità dei 5 metri della fascia di transito poi scatta il divieto per «attrezzature mobili di qualsiasi tipologia» (l'asciugamano sarà «attrezzatura mobile»?). In alcuni comuni della Liguria (per esempio Alassio, Pietra Ligure, Lavagna) vige il più stringente «divieto di sosta». E oltre ai teli dovrebbero sparire «oggetti di qualunque tipo compresi effetti personali e indumenti» (palette e secchielli, per esempio, sono oggetti). Giusto? Sbagliato? Certo il margine di 5 metri restringe ben di più le spiaggette liguri divorate dal mare che non le spiaggione romagnole. E il nostro bagno garantito dalla legge e vietato dalle ordinanze? Immaginiamo di arrivare in prossimità della spiaggia. Attraversiamo uno stabilimento per raggiungere il mare. Devono farci passare, è una legge dello Stato. A quel punto siamo in riva al mare. Via maglietta, bermuda e infradito, telo appoggiato in terra, rincorsa .... «Scusi?». È il bagnino, l'ordinanza vieta di lasciare lì qualsiasi cosa. E noi siamo senza avvocato. Si torna su. Cambio veloce in auto o in hotel e via con gli slip e basta, sul marciapiede verso il mare... «Scusi?». È il vigile; giustamente fa notare che «sa, per il decoro... l'ordinanza... non si può stare in slip fuori dalla spiaggia». E il bagno? Meglio una doccia.

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