25 luglio 2012

Il mondo del Rock contro Google.

Un nuovo attacco a Google, che riapre una questione in realtà mai sopita: un motore di ricerca può essere responsabile se viene utilizzato dagli utenti per cercare il materiale illegale che viene caricato sui portali di file sharing? Secondo alcuni musicisti inglesi sì: sono molti infatti i firmatari di una lettera inviata al Daily Telegraph e destinata al primo ministro David Cameron. DA ELTON JOHN A SIMON COWELL - Serve più azione contro la copia e la distribuzione illegale della musica, precisa il quotidiano: hanno aderito all'appello, tra gli altri, Sir Elton John, Lord Lloyd Webber, Tinie Tempah insieme ad altri rapper, Robert Plant dei Led Zeppelin, il produttore e ideatore di X Factor Simon Cowell e Professor Green. Guidano il gruppo Pete Townshend dei The Who e Brian May dei Queen. Le star fanno notare che le Olimpiadi di Londra «metteranno sotto i riflettori l'industria creativa britannica», e che quindi «il Paese è in una posizione favorevole per accrescere le esportazioni musicali». LA LETTERA - Nella missiva viene sottolineato «il ruolo che i motori di ricerca possono giocare nel dare agli utenti l'accesso alle copie illegali» e che «le aziende web e gli investitori online devono fare di più per prevenire la pirateria». In sostanza bisognerebbe «proteggere i consumatori e gli artisti dai siti illegali». Anche la BPI, l'associazione che rappresenta le case discografiche nel Regno Unito, ha accusato Google di rendere «semplice per gli utenti trovare i link ai siti di file sharing, dove possono scaricare liberamente materiale pirata». Cameron e i suoi ministri dovrebbero quindi provvedere al più presto a implementare la legge anti-pirateria varata due anni fa (il Digital Economy Act ndr). Infatti le misure varate, allo stato attuale, non saranno toccate fino al 2014. LA RISPOSTA DI GOOGLE - Il motore di ricerca ha fortemente negato il supporto alla pirateria, e ha fatto sapere di «rimuovere mensilmente dalle sue pagine milioni di link dietro richiesta dei legittimi detentori dei diritti d'autore». Ma il dibattito è destinato a far discutere a lungo.

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