20 luglio 2012

Guerra ai gatti in Nuova Zelanda

[Esplora il significato del termine: WELLINGTON - È guerra ai gatti a Wellington in Nuova Zelanda. I simpatici felini, secondi solo ai cani tra le preferenze degli uomini, sono accusati di fare scempio di uccelli nativi, come i kaka, i tui e i bellbird. Le autorità invitano quindi i cittadini a non lasciare i mici liberi di scorazzare all’aperto, ma di tenerli in casa. Le società naturalistiche chiedono persino ai padroni di non acquistare più animali domestici. Ma la Royal New Zealand Society per la prevenzione contro la violenza agli animali domestici non ci sta e cerca di proteggere i mici da quella che considera una caccia alle streghe. APPELLO AI PADRONI – A seguito delle preoccupazioni del Comune, Raewyn Empson, conservation manager di Zealandia, l’oasi naturalistica alle porte di Wellington in prima linea nella protezione degli uccelli in via d’estinzione, è andata oltre e ha fatto appello ai proprietari perché riconsiderino le loro priorità e aiutino a salvare molte specie di volatili in pericolo. «Non chiederemmo mai a nessuno – ha specificato Empson – di sbarazzarsi del proprio gatto. Però ce la sentiamo di chiedere ai proprietari di felini di non comprare un nuovo micio, quando quello vecchio muore». Il conservation manager di Zelandia descrive i gatti come predatori versatili e killer per istinto. “Sono capaci di uccidere per tutta la loro vita, quindi per 15-20 anni”. Empson ha deciso per prima di dare il buon esempio e non ha rimpiazzato il proprio amato gatto quando è morto recentemente, all’età di 18 anni. UN ESERCITO DI GATTI - Una ricerca del 2008 dell’organizzazione Landcare ha rivelato che in Nuova Zelanda la popolazione di felini è di 220 unità per chilometro quadrato di terra. Altre ricerche calcolano che la popolazione di gatti si aggira tra le 900mila e 1,5 milioni di unità su un totale di 4,5 milioni di abitanti. Un vero e proprio esercito che si aggira indisturbato tra strade e giardini. I kiwi tradizionalmente amano infatti lasciare i propri animali domestici scorazzare liberamente nel backyard, il fazzoletto di prato che in Nuova Zelanda ogni casa che si rispetti possiede. Sebbene la polemica sia partita dalla capitale, sono in molti a chiedere interventi a livello nazionale. LA DIFESA DELLA ROYAL SOCIETY – La Royal New Zealand Society per la prevenzione alla crudeltà sugli animali è intervenuta nel dibattito sostenendo che non sia una cattiva idea tenere i gatti in casa («come fanno gli europei» precisa) , ma si è anche opposta vivacemente alla riduzione della popolazione felina. «Il gatto domestico è un cacciatore pigro – afferma il chief executive Robyn Kippenberger – Al massimo corre dietro a un topo, ma è difficile che uccida un uccello». D’accordo è anche il biologo John Flux che elenca i trofei del suo gatto in 17 anni di attività: 223 uccelli, di cui solo un quarto nativi, 221 topi, 63 ratti, 35 conigli, quattro lepri e due donnole. «Il bilancio – conclude – è favorevole al gatto che si presenta come un predatore urbano vantaggioso per l’equilibrio naturale». Con buona pace di Walter Berglund, il personaggio di Freedom, il bestseller di Jonathan Frenzen, che intraprende una crociata proprio contro i gatti assassini di volatili. I CONSIGLI – La Wellington Cats Protection League elenca una serie di regole d’oro per evitare che il proprio gatto si trasformi in un serial killer di uccelli. Tra i consigli, rimpinzarlo ben bene di cibo cosí da non essere incentivato a cacciare e rifornirlo di giocattoli mobili su cui poter sfogare il suo istinto di tigre. LE MULTE – I proprietari di gatti farebbero bene a seguire questi consigli. In caso di recrudescenza di morti volatili, Wellington minaccia di introdurre multe a chi lascia il gatto fuori casa, specie di notte. Un’iniziativa già presa dalla città di Melbourne, in Australia. ] WELLINGTON - È guerra ai gatti a Wellington in Nuova Zelanda. I simpatici felini, secondi solo ai cani tra le preferenze degli uomini, sono accusati di fare scempio di uccelli nativi, come i kaka, i tui e i bellbird. Le autorità invitano quindi i cittadini a non lasciare i mici liberi di scorazzare all’aperto, ma di tenerli in casa. Le società naturalistiche chiedono persino ai padroni di non acquistare più animali domestici. Ma la Royal New Zealand Society per la prevenzione contro la violenza agli animali domestici non ci sta e cerca di proteggere i mici da quella che considera una caccia alle streghe. APPELLO AI PADRONI – A seguito delle preoccupazioni del Comune, Raewyn Empson, conservation manager di Zealandia, l’oasi naturalistica alle porte di Wellington in prima linea nella protezione degli uccelli in via d’estinzione, è andata oltre e ha fatto appello ai proprietari perché riconsiderino le loro priorità e aiutino a salvare molte specie di volatili in pericolo. «Non chiederemmo mai a nessuno – ha specificato Empson – di sbarazzarsi del proprio gatto. Però ce la sentiamo di chiedere ai proprietari di felini di non comprare un nuovo micio, quando quello vecchio muore». Il conservation manager di Zelandia descrive i gatti come predatori versatili e killer per istinto. “Sono capaci di uccidere per tutta la loro vita, quindi per 15-20 anni”. Empson ha deciso per prima di dare il buon esempio e non ha rimpiazzato il proprio amato gatto quando è morto recentemente, all’età di 18 anni. UN ESERCITO DI GATTI - Una ricerca del 2008 dell’organizzazione Landcare ha rivelato che in Nuova Zelanda la popolazione di felini è di 220 unità per chilometro quadrato di terra. Altre ricerche calcolano che la popolazione di gatti si aggira tra le 900mila e 1,5 milioni di unità su un totale di 4,5 milioni di abitanti. Un vero e proprio esercito che si aggira indisturbato tra strade e giardini. I kiwi tradizionalmente amano infatti lasciare i propri animali domestici scorazzare liberamente nel backyard, il fazzoletto di prato che in Nuova Zelanda ogni casa che si rispetti possiede. Sebbene la polemica sia partita dalla capitale, sono in molti a chiedere interventi a livello nazionale. LA DIFESA DELLA ROYAL SOCIETY – La Royal New Zealand Society per la prevenzione alla crudeltà sugli animali è intervenuta nel dibattito sostenendo che non sia una cattiva idea tenere i gatti in casa («come fanno gli europei» precisa) , ma si è anche opposta vivacemente alla riduzione della popolazione felina. «Il gatto domestico è un cacciatore pigro – afferma il chief executive Robyn Kippenberger – Al massimo corre dietro a un topo, ma è difficile che uccida un uccello». D’accordo è anche il biologo John Flux che elenca i trofei del suo gatto in 17 anni di attività: 223 uccelli, di cui solo un quarto nativi, 221 topi, 63 ratti, 35 conigli, quattro lepri e due donnole. «Il bilancio – conclude – è favorevole al gatto che si presenta come un predatore urbano vantaggioso per l’equilibrio naturale». Con buona pace di Walter Berglund, il personaggio di Freedom, il bestseller di Jonathan Frenzen, che intraprende una crociata proprio contro i gatti assassini di volatili. I CONSIGLI – La Wellington Cats Protection League elenca una serie di regole d’oro per evitare che il proprio gatto si trasformi in un serial killer di uccelli. Tra i consigli, rimpinzarlo ben bene di cibo cosí da non essere incentivato a cacciare e rifornirlo di giocattoli mobili su cui poter sfogare il suo istinto di tigre. LE MULTE – I proprietari di gatti farebbero bene a seguire questi consigli. In caso di recrudescenza di morti volatili, Wellington minaccia di introdurre multe a chi lascia il gatto fuori casa, specie di notte. Un’iniziativa già presa dalla città di Melbourne, in Australia.

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