11 luglio 2012

Lo squallido manuale dei Carabinieri.

Un buon maresciallo aiutante dei carabinieri deve saper compilare in modo impeccabile il cartellino biografico «Mod OP/46» dei «soggetti di interesse operativo», vale a dire delinquenti abituali o professionali, chi è agli arresti domiciliari o è sottoposto a misure di prevenzione, eversori, persone appartenenti alla criminalità organizzata o socialmente pericolose. Tra le cose da annotare nel «cartellino» - notizie sulla identità e sulla personalità, abitudini, carattere, malattie fisiche e mentali, condotta durante il servizio militare - ci sono le «degenerazioni sessuali», perché «l'istinto sessuale prende parte molto attiva nella formazione del carattere e nello sviluppo delle attività individuali». E, per essere precisi, le principali degenerazioni sessuali sono «l'omosessualità, l'esibizionismo, il feticismo, il sadismo, il masochismo, l'incestuosità, la necrofilia, la bestialità (o zoofilia)»(GUARDA IL TESTO). Così è scritto nella dispensa di 585 pagine della Scuola marescialli e brigadieri dei carabinieri intitolato «Sinossi per la preparazione al concorso per l'avanzamento a scelta per esami al grado di maresciallo aiutante s. Ups». Datato dicembre 2011 e approvato dal comandante colonnello Pasquale Santoro, il manuale è stato scaricato dall'Intranet dell'Arma dai candidati al concorso nazionale che si è svolto il 25 giugno a Padova nei padiglioni della Fiera di via Tommaseo. «È una cosa vergognosa, cerco di contenere la rabbia, ma giuro che fatico. È semplicemente allucinante», è la prima reazione dell'onorevole Paola Concia, moglie di Ricarda Trautmann, da anni impegnata senza successo per una legge contro l'omofobia. «Chiederò di annullare il concorso, farò un'interrogazione parlamentare, inviterò il ministro della Difesa, quello per le Pari opportunità e il premier a intervenire. È una cosa che va contro tutte le leggi fondamentali dello Stato, contro la nostra Costituzione, contro l'Oms e i Trattati internazionali. Sono pronta a fare ricorso alla Corte di giustizia europea se non avrò riscontri e se l'Arma non si scuserà». Ciò che amareggia maggiormente la deputata del Pd, autrice con Maria Teresa Meli di La vera storia dei miei capelli bianchi in cui racconta il suo percorso sentimentale, è «l'omofobia di Stato: quelli che dovrebbero difenderci sono proprio quelli che si permettono di affermare che l'omosessualità è come la zoofilia, è una perversione, quindi in fondo se qualcuno aggredisce i gay è perché se lo sono cercato». E anche Aurelio Mancuso, già presidente di Arcigay e fondatore di Equality Italia, è sorpreso dagli accostamenti che vengono fatti nel manuale. Dice: «È una storia che ha dell'incredibile, mi sembra di essere tornato indietro di decenni. Mi offende essere messo tra le degenerazioni sessuali. E come me dovrebbe sentirsi offeso ogni carabiniere gay».

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